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Friday, February 13, 2004

Fermare la scienza, oltre che impossibile, è un crimine
Americani e sudcoreani ci sono arrivati. Hanno fatto avanzare il progresso dell'umanità. Ci sono riusciti grazie all'intelligenza e alle capacità che Dio ci ha donato. Le cellule staminali rappresentano il fronte più promettente per la ricerca scientifica in campo medico. Si tratta di cellule totipotenti, ossia le uniche in grado di differenziarsi fino a costituire tessuti e organi. Una speranza per milioni di malati incurabili, affetti da patologie cronico-degenerative. Da noi, in Italia, la clonazione terapeutica, così come qualsiasi forma di sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, è stata vietata dalla legge sulla procreazione assistita appena approvata dal Parlamento. E' solo uno dei fronti di arretratezza che può vantare l'Italia. Grazie ad esclusive responsabilità del nostro ceto politico e del mondo dell'informazione - la Chiesa non fa che svolgere la sua legittima azione di lobbying - il nostro Paese è alla retroguardia nel campo della ricerca scientifica, dei diritti civili, in economia e in molti altri settori.
L'aspetto curioso però, è che le cellule staminali embrionali sono state selezionate a partire dal trapianto di cellule somatiche in ovuli privati dei nuclei originari, donati volontariamente da donne. Si tratta della cosiddetta "via italiana alla clonazione terapeutica", quella individuata dal Rapporto Dulbecco, frutto di mesi di lavoro di 25 saggi nominati dall'allora ministro della Sanità, Umberto Veronesi, e che ha trovato una concreta applicazione, non in Italia, ma in Corea del Sud. E pensare che di quella Commissione facevano parte l'attuale ministro della Salute Sirchia e il monsignor Tonini. La recente legge sulla procreazione assistita vieta la ricerca scientifica sulle cellule staminali, ma oggi è già bocciata dalla storia e la responsabilità, enorme, ricade, sul piano politico e morale, sui parlamentari che l'hanno voluta. Libertà di coscienza è anche coscienza della responsabilità.
Impegnamoci con Luca Coscioni per dare vita ad una nuova grande campagna referendaria di civiltà.

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