Pantani e «vivere con una mano di meno»
Dal forum di Radicali.it:
«Sono tante le cose da dire, non su Pantani, ma su un ragazzo che muore solo perché sceglie la solitudine in quanto malato di depressione. Le uniche cose che non avrei voluto leggere sono quelle scritte da Riccardo Arena, che stimo peraltro moltissimo. Se Pantani non fosse stato un campione ma un ragazzo qualsiasi finito in carcere in seguito all'uso di cocaina e che si uccide per depressione o muore in carcere in seguito all'uso della cocaina, Arena gli avrebbe dedicato probabilmente una trasmissione. La colpa di Pantani? Andare forte in bicicletta. Se sei un campione non puoi essere un debole? Essere un debole diventa una colpa? C'è chi si perde perché non è più sotto i riflettori, c'è chi si perde perché in un mondo malato di doping diventa capro espiatorio, mostro da sbattere in prima pagina per far vedere che il doping si combatte, c'è chi si perde perché mandano 8 carabinieri a prenderlo per fargli fare un'esame del sangue. C'è chi si perde perché la fidanzata lo molla, c'è chi si perde perché lo beccano con un po' di fumo in tasca e diventa "lo spacciatore" del paese. In ogni caso, chiamalo debole, o malato, non è errato, ma non fargliene una colpa; chiamalo persona senza valore e senza valori, io non ti seguo. Chi conosce la depressione, chi sa cosa vuol dire spegnere il cellulare perché non vuoi essere contattato da chi ti potrebbe aiutare, sa che preferirebbe non conoscere il significato del termine depressione e vivere con una mano di meno».
Alessio Boglino, alias Orestina
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