Rapito l'avversario di Putin. Cosa succede in Russia?
Esplosiva apertura della campagna elettorale per le prossime presidenziali in Russia. Ivan Rybkin, finora l'unico avversario del presidente Putin, ha denunciato di essere stato rapito per cinque giorni. Questo rapimento, vero o falso che sia, rappresenta un altro segnale inquietante delle attuali condizioni in cui versa la politica russa. Un'intimidazione nei confronti di un candidato presidenziale scomodo, suggerita non per forza dal presidente Putin in persona, ma che potrebbe essere opera dei numerosi giganteschi poteri e interessi, o, peggio, delle mafie, che su queste prossime elezioni presidenziali hanno gli occhi puntati. Potrebbe essere, e non sarebbe certo incoraggiante, una bufala inventata ad arte da un candidato che non può impensierire il presidente in carica (i sondaggi sulle intenzioni di voto danno Putin al 71% contro il 2,7% di Rybkin) e che ha sete della legittima visibilità mediatica in un sistema bloccato e intimidito dall'immmenso potere accumulato ed esercitato dall'attuale residente del Cremlino. La cosa più preoccupante è che lo spirito critico dell'Europa è rivolto ad ovest dell'atlantico e non sui preoccupanti segnali che giungono dal suo imponente vicino russo. Un atteggiamento che condanna anche il popolo ceceno.
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