Il jihad, la «guerra santa», qualsiasi «conversione mediante violenza» è contraria sia alla natura del Dio della Bibbia e del logos, sia ad Allah e al Corano. E' ciò che, a mio avviso, avrebbe dovuto cercare di argomentare, dal punto di vista teologico, Benedetto XVI nella sua lectio magistralis di Regensburg. Peccato che egli non sia convinto che le cose stiano in questo modo. E' intimamente convinto, invece, che la «diffusione della fede mediante la violenza» non sia affatto contraria alla natura del Dio islamico, ma che sia un carattere intrinseco dell'Islam. (Leggi)
Naturalmente, non solo è liberissimo di pensarla così. La sua visione, seppure pessimistica, della religione islamica è degna di rispetto e non giustifica la violenza verbale degli attacchi che sta ricevendo da parte di varie autorità islamiche. In ogni caso, la concezione violenta del jihad è una realtà diffusa del mondo arabo e musulmano con cui essi per primi dovrebbero fare i conti.
Tuttavia, la visione pessimistica del Papa - che si contrappone anche a quella che Bush si sforza di ribadire di un Islam essenzialmente pacifico - spiega le reazioni dei musulmani riformatori, come il Gran Muftì turco, che si prodigano nel cercare di sostenere, all'interno delle loro comunità religiose, che Maometto non ha predicato la violenza, la discriminazione e l'oppressione. Il discorso del Papa, ahimé, dà loro torto e, a fronte di tanti sforzi, è ragionevole che se ne risentano.
Diffidare, invece, della maggior parte degli attacchi rivolti al Papa in queste ore, molti dei quali giungono certamente da estremisti a cui conviene dissimulare la versione fanatica di Islam in cui credono. Purtroppo, è difficile informarsi sui vari personaggi che hanno mosso critiche. Ali Bardakoglu, di cui ho già parlato, è serio e affidabile, non un estremista, ma un progressista. Come presidente degli Affari religiosi in Turchia ha di recente avviato un'iniziativa di studio per eliminare dalle raccolte di "hadit" quelle parti che legittimerebbero le discriminazioni e le violenze contro le donne, affermando che il profeta Maometto non può averle incoraggiate, e nominato due donne vice-muftì.
Saranno pochi, saranno difficili da individuare, ma musulmani riformatori impegnati nel cambiare la loro religione e i loro governi ci sono, altrimenti la dottrina Bush si fonderebbe sul nulla. Sta a noi trovarli e appoggiarli, a loro farsi sentire.
Alla dotta esposizione del Papa avrei aggiunto il capitolo "altre possibili interpretazioni del Corano", ma la sua intenzione, come ha scritto bene Ferrara ieri, era un'altra: «Tracciare il confine». Però, nel tracciarlo, i musulmani di cui abbiamo bisogno per vincere la battaglia ideologica contro l'islamo-fascismo sono rimasti prigionieri dall'altra parte. Il Papa può pensarla come vuole sull'Islam, ma alla politica spetta fare in modo che ciò non accada.
6 comments:
Ciao, Jim
Siamo su posizioni molto diverse, quanto alla lettura del discorso del Papa all'Università di Regensburg.
Non è compito di un Papa cattolico evidenziare i passaggi "moderati" del Corano, ma, come dice Magdi Allam nel suo editoriale di oggi, dei musulmani moderati.
Il Papa ha soltanto voluto espungere dall'idea di Dio la categoria della violenza. Questa è presente in alcune "Sure" del Corano, non nel Vangelo.
Il problema sta solo nel fatto che, a differenza della Chiesa cattolica (per bocca di Giovanni Paolo II), l'Islam, anche quello moderato (a parte pochi singoli, come Magdi Allam, appunto) non è disposto ad ammettere i suoi errori.
La presa di posizione del Papa contro la violenza in nome di Dio è più che legittima ed è una mano tesa a quei musulmani moderati, che la violenza rifiutano.
Ovvio che per rifiutarla devono "esprimersi contro" e non accodarsi al carro dell'Islam estremista, assassino e violento, per paura.
Del resto, hai presente le reazioni degli imam (anche quelli cosiddetti moderati) di fronte agli innumerevoli episodi di violenza commessi dai terroristi in ogni parte del mondo? Si tratta non di discorsi teologici e filosofici, ma di bombe e di gole tagliate...Ebbene, gli imam chiedono forse scusa? E si discostano forse dai discorsi di Bin Laden e Al Zawahiri?
Ma è compito del Papa dei cristiani guidare/favorire le evoluzioni teologiche in seno all'islam? Non eri contro le ingerenze della Chiesa? Con lo stesso metro potrei essere autorizzato a dirti che non si può parlare criticamente della Chiesa per evitare che la reazione alle critiche sia Mons. Lefebvre?
E' certamente compito del Papa "ingerirsi" (del resto lo fa con i la teologia e la filosofia e non con le bombe o la sollecitazione alla jihad), se in pericolo è la stessa sopravvivenza dell'uomo e della civiltà occidentale.
O tu preferiresti che se ne stesse zitto e buono, compiacente di fronte al relativismo imperante, che giustifica tagliagole e bombaroli?
Come ha scritto Magdi Allam, se i musulmani moderati continuano a far finta di niente e a non promuovere l'interpretazione moderata del Corano, espungendo da esso le Sure violente, ritorneranno al medio evo e noi con loro.
Forse non lo sai, ma gli ultimi scritti interpretativi ammessi del Corano risalgono al XIV secolo. Dopo, chi aggiungeva o toglieva qualcosa alle sure era soggetto anche alla pena capitale.
E' come se la Chiesa (e la civiltà occidentale) si fosse fermata al periodo di poco successivo al sacro romano impero...
Ti piace l'idea?
La mia domanda era rivolta a JimMomo e alla sua richiesta al Papa di parlare avendo come obiettivo quello di favorire alcune evoluzioni teologiche dell'islam.
E' inutile che la buttate nel paradosso. Il Papa può dire ciò che vuole dell'Islam. A mio modo di vedere la politica dovrebbe dire e fare altro, altrimenti questa battaglia la si perde proprio sul piano ideologico.
E mi pare che, per esempio, Bush dica altro.
Se in Vaticano c'è ancora un cristiano (non solo cattolici) presto porterà una buona camomilla a questo fondamentalista pericoloso.
Camomilla Luciani
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