Una politica «ad alta velocità» al posto di una politica che non decide. Le decisioni scontentano sempre qualcuno, ma fanno crescere. Comportano delle rinunce, lasciarsi indietro qualcosa, svoltare per una strada abbandonando le altre possibili, far decadere un'opzione a favore di un'altra. Senza la decisione non c'è il rischio, ma neanche l'opportunità; senza correre rischi non ci sono meriti. La vita è rischio. Quando la politica promette di eliminare tutti i rischi, allora state pur certi che vi sta fottendo delle opportunità.
Decidere.net è un network messo a disposizione di chiunque sia disposto a correre dei rischi per vedere la politica finalmente decidere su alcune riforme che vanno nella direzione della società della scelta, del superamento dell'obsoleto, anacronistico spartiacque tra destra e sinistra, di una maggiore equità nell'unico modo in cui oggi essa è realizzabile: con maggiore libertà.
I 13 "cantieri" aperti da Daniele Capezzone insieme agli altri promotori (tra cui il sottoscritto) sono di quelli che fanno tremare i polsi. Sono radicali, perché puntano a una profonda trasformazione; ma moderati, perché praticabili e ragionevoli, volti cioè all'utile per il maggior numero di cittadini senza danno per altri. Perché posso affermare questo? Semplice, perché sono tutti fondati sul principio che nessuno meglio di ciascuno di noi è in grado di avvicinarsi a comprendere e a realizzare il proprio utile e che il ruolo dello Stato, semmai, è quello di creare un contesto di regole e di strumenti favorevole. Compito dello Stato non è fabbricare pezzi di una felicità ideologicamente predefinita e così etichettata dal ceto politico, ma di consentire a ciascuno la ricerca della propria felicità.
Certo, queste 13 proposte urtano posizioni di rendita e corporazioni, ma anche diffusi pregiudizi nella nostra società. Si rivolgono al ceto produttivo, fatto di imprenditori e lavoratori, per liberarlo dalle catene dei burocrati e dei parassiti; e agli outsider, gli esclusi e i non garantiti, per farli rientrare in gioco, con merito e responsabilità.
Qualcuno ha osservato l'assenza dei diritti civili dai "cantieri" aperti. Manca del tutto anche la politica estera, e sapete quanto mi interessi. Innanzitutto, bisogna ricordare che non si tratta del manifesto fondativo di un partito, per cui tutti i campi della decisione pubblica devono essere coperti in modo sistematico, quanto piuttosto, nella felice immagine usata da Malvino, «una stretta di mano» tra gentiluomini: tanto più credibile quanto più "stretta" sopra un foglio che vincola gli aderenti su un campo ristretto e verificabile di soluzioni «precise e praticabili».
Anzi, proprio l'idea che il discrimine destra/sinistra sia sempre più inefficace, poco significativo, nel descrivere la realtà sociale e politica contemporanea ci porta a ritenere che nelle società in cui viviamo sia sempre più difficile trovarsi d'accordo su tutto, su un unico pacchetto preconfezionato, che finirebbe per divenire dottrinario.
Inoltre, non credete che non passino anche per questi 13 "cantieri" altrettante battaglie di laicità, se la si intende nel senso che abbiamo provato a spiegare "noi" di LibMagazine: «Laicità come estraneità dalla logica delle costruzioni ideologiche. Non solo anticlericalismo, dunque... laicità come sinonimo di anticlericalismo, ma chiarendo: contro ogni chiesa, cioè contro ogni costruzione ideologica».
Contro quelle chiese cattocomuniste, quindi, che usano i poteri pubblici per gestire le vite dei cittadini gestendone i denari, presupponendo che l'individuo non sia di per sé in grado di distinguere il bene, neanche il suo, e il giusto, ma abbia bisogno della guida di costruzioni ideologiche veicolate attraverso lo Stato. Da una parte chi crede che nello Stato vi sia una moralità superiore e disinteressata, che sia capace di produrre per voi il miglior film sulla vostra vita, invitandovi magari ad esserne spettatori; dall'altra chi è convinto che lo Stato debba fornirvi gli strumenti per girarvelo da voi, il vostro film.
Secondo la mia analisi sono fondamentalmente due gli shock che potrebbero spazzare via la partitocrazia e liberare il nostro paese dall'immobilismo. Tra questi non ci sono i diritti civili, ma l'elezione diretta del capo del Governo e un sistema elettorale maggioritario, in modo che gli occhi degli elettori siano puntati sulle persone candidate e non sui partiti, e che anche i politici siano valutati secondo merito: chi perde a casa, senza ripescaggi; spezzare il binomio tasse-spesa pubblica, fattore di blocco del sistema e linfa vitale del regime partitocratico. Che la spesa pubblica abbia ormai superato la metà del Pil significa che c'è una catena di interdipendenza spessissima tra chi amministra questa spesa – la classe politica di centrosinistra e di centrodestra – e le clientele che ne beneficiano in termini di privilegi, sprechi e posizioni di rendita.
Istituzioni maggiormente rappresentative - in cui il ricambio sia più frequente, veloce, consistente e, quindi, il potere mai per troppi anni "occupato" (e i soldi gestiti) dai soliti - potrebbero essere meno subalterne ai magisteri morali e sociali, all'autorità religiosa, che impediscono l'allargamento della sfera delle libertà personali, e più citizen-oriented, attente a registrare i cambiamenti culturali e di stili di vita che avvengono nella società.
Nessuno pensi che non ci sia da combattere e da incassare delusioni.
Chi pensa che l'ex segretario radicale avrà la strada spianata da poteri (e soldi) occulti, o che sia il prescelto dal "regime" ovunque accolto con tappeti rossi, si sbaglia di grosso. E' una strada tutta in salita quella che lo aspetta, e che aspetta coloro che lo seguiranno, come tutte le strade liberali (e radicali) in questo paese, con una differenza, si spera: che la forma, e la sostanza, di questo network, siano capaci di esercitare una forza di attrazione che i vecchi contenitori, liberali e radicali, sembrano aver perduto.
Ho sempre pensato, e avvertito quando e come potevo, che la demonizzazione di Capezzone da parte di Pannella e delle sue "guardie svizzere" avrebbe danneggiato seriamente ciò che rimane del soggetto politico radicale - in grave crisi finanziaria, strategica (dopo il fallimento della Rosa nel Pugno e l'irrilevanza in uno dei peggiori governi di sempre), ma anche umana - privandolo ulteriormente di un valore certo dal punto di vista culturale, politico e comunicativo.
Ma ho anche sempre pensato che a uscirne indebolito sarebbe stato anche il reprobo costretto, se non altro per non uscirne pazzo, a sperimentare altre vie. Insomma, non mi sembra che lanciando questa nuova sfida Capezzone scelga la via più comoda. Salpa da un porto, malmesso e ostile, ma in fin dei conti sicuro nella sua inerzia, a volerci rimanere da spettatore, per veleggiare in un oceano impervio, esposto alle insidie, entrambe potenzialmente letali, della bonaccia e della tempesta.
Non pensate che una volta avviato il network proceda da sé, con il vento in poppa di chissà quali poteri "forti". Non pensate che ci sarà comunque qualcuno a "spingere", cominciate a spingere voi. Questa è davvero una iniziativa che avrà tanta forza quanta tutti noi decideremo di dargli. Aderite! Ma non limitatevi a quello. Animate il sito con vostri contributi, ma soprattutto fate crescere il network, ciascuno dal suo punto di osservazione, con gli strumenti che ha a disposizione. Parlatene a lavoro, all'università, in famiglia, con gli amici, sui vostri blog. Discutete i 13 "cantieri", approfondite, ricercate, osservate le reazioni della politica, chi si muove contro e chi a favore.
JimMomo, intanto, torna tra qualche giorno.
10 comments:
Dell'ennesima Toqueville ne ho piene le palle.
Però da radicale (e iberale) vi auguro buon lavoro.
skunk
Di tutti quelli che ho letto questo è il post migliore
alex
Tutto condivisibile, Federico, mi riferisco soprattutto ai 13 punti, che sono l'oggetto del post.
Però due precisazioni s'impongono.
Primo: queste cose - in tutto il mondo - le fa la destra.
E nella migliore delle ipotesi sono "continuate" dalla sinistra.
Dunque la "scelta di campo" può essere solo una: la Casa delle Libertà (pure con tutti i suoi deficit liberali).
Seconda considerazione: io vorrei aderire, ma non come "persona fisica" (fornendo nome e cognome ecc. ecc), ma come blogger.
Si può fare?
Perchè mi ripugna l'idea di prendere tessere di partito o cose simili, e dunque mi ripugna anche partecipare nei modi diversi da quelli del "blogging"..
Se si può aderire come blogger, senza avere ulteriori seccature di vario tipo, aderisco.
Altrimenti no.
Se mi puoi far sapere, te ne sarei grato...a presto ;)
Ecco appunto.
;)
Camelot se non sbagno l'iscrizione non prevede tessere o obbligo di qualsiasi tipo,anche perchè è un netw,solo devi Credere in questo sogno,che decidere qualcosa sia possibile!.
Concordo sul campo,che certo non è a sx.Ma Daniele lo sa
Tra i tanti (tutti) venditori di fumo (che anche questo è solo fumo: stavolta per la nicchia dei voti degli illusi, dopo la nicchia dei voti dei transgender e co. dell'altra volta) preferisco il venditore di fumo per eccellenza, il Berluska, tanto se devo "soffocare" almeno lo farò da disilluso.
Che differenza c'è fra queste proposte e la c.d. Agenda Giavazzi (almeno in ambito economico)?
Tutto qua?
giudizio sintetico, ed eccellente, della bonino (stamattina, radioradicale):
niente sui diritti civili, niente sulla giustizia, nessun radicale firmatario.
a me personalmente bastano le prime due per capire che non è una cosa - politicamente - seria. anche senza leggermi gli aderenti.
lo zoppo
poverina la bonino...s'è lamentata che caparezzone, alla sua mensa...non ha invitato i pii radicali...nemmeno quelli storici...nemmeno quelli post-digiunali e nemmeno quelli travisati da socialisti o quasi...
poverina la bonino...e che dire della giustizia...se non ciò che ripete la medesima poverina << noi radicali, noi socialisti della rosa nel pugno, abbiamo una posizione diversa >>...riflettere su cosa sono...radicali o socialisti??? e mestamente aggiungere...ma come avete fatto, allora, ad allearvi con l'unione ed a sostenere ancora il governo prodi? ah, già...il fascino perverso della presenza governativa...sì, è proprio vero che il potere, logora chi non lo ha.
poverina la bonino...si piange addosso per i diritti civili...caparezzone li ignora...forse, in questa deteriore attitudine...lei stessa vi ha riconosciuto l'uguale morbo che l'ha afflitta nella terra dei mandarini...di fronte ad un miliardo e mezzo di cinesi i quali, tutti, esclusa la nomenklatura comunista, non hanno saputo nulla dei diritti civili nemmeno dalla sua bocca e parlo di quella della bonino...dalla quale è uscito sempre il solito ritornello << businnes is businnes >>...bah, almeno caparezzone nostro, flebilmente omette ( forse )...quando si trova nella terra dei cachi, dove di diritti civili...ce ne sono finanche di abusati!
poverina la bonino...dove si firma per caparezzone?
ciao.
io ero tzunami...
Devo dire che sono molto attivi,oggi dovremmo incontrarci a Milano per decidere come organizzarci qui.Io non ci sarò in realtà è un orario per me impossibile(19)sono a lavoro ancora,ma mi faranno un riassuntino poi.
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