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Friday, January 18, 2008

Dietro l'obbligatorietà una discrezionalità irresponsabile

La celere richiesta di rinvio a giudizio di Berlusconi per la raccomandazioone delle 5 attrici al direttore di Rai Fiction Saccà è un emblematico esempio di come l'obbligatorietà dell'azione penale sia uno straordinario paravento, un alibi dietro cui si nasconde sempre, quale che sia, una politica giudiziaria. Una politica di cui, abbandonando ogni ipocrisia, qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere.

I procuratori, infatti, dispongono di una totale discrezionalità nel fissare le priorità del loro operato, stabilendo le urgenze dell'attività inquirente tra le innumerevoli notizie di reato. In questo caso la Procura di Napoli ha scelto di dare massima priorità nel perseguire un'ipotesi di corruzione a carico del leader dell'opposizione Berlusconi, piuttosto che aprire - o accelerare - inchieste sullo scandalo rifiuti a carico di ministri, commissari straordinari ed esponenti di governo regionale e locale. E' nella loro disponibilità, ma dovrebbero risponderne a qualcuno.

Ma anche tutto questo fa parte di un'Italia la cui immagine più eloquente, scattata da Giordano Bruno Guerri, è quella di un «fetido lavandino otturato»:
«... con il ministro della Giustizia inquisito che attacca la magistratura e viene applaudito da tutto il Parlamento; con il ministro dell'Economia che offende e umilia un'intera generazione economicamente impotente anche a causa sua; con un branco di professori universitari che si batte per impedire al Papa di parlare alla Sapienza, invece di scendere in piazza per come funzionano le nostre università, anche a causa loro; con il trio Bassolino-Iervolino-Pecoraro che dovrebbe scomparire in un bip, come l'acronimo dei loro nomi, e che invece si vantano di rimanere al loro posto; con magistrati che indagano su tutto tranne che sulla spazzatura in Campania, mentre più di un quinto del Paese è preda della criminalità organizzata; con il nostro continuo retrocedere in ogni classifica mondiale; con un'opposizione che si oppone prima di tutto a se stessa. Se vi regge lo stomaco, continuate voi».

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