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Friday, January 11, 2008

News affette da allarmismo e politica da emergenzialismo

Immaginate cosa sarebbe accaduto se durante un governo Berlusconi il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera avesse convocato per un'audizione i direttori di tutti i tg nazionali (Tg5, Tg2, Tg3, Rainews 24, SkyTg 24, Tg1, Tg La7 e Studio Aperto) motivando la convocazione con un presunto scollamento tra «i dati statistici sull'andamento della criminalità» e la «percezione di insicurezza nei cittadini», dovuta anche al «sistema dell'informazione e della comunicazione, con particolare riguardo al modo in cui esso sceglie e presenta le notizie, nel formarsi e nel diffondersi di un'opinione condivisa sul grado di sicurezza di una comunità».

Certo, che quel modo di scegliere e presentare le notizie influenza il formarsi di percezioni e opinioni. Guai se così non fosse. Non è compito della politica, però, esercitare pressioni sui direttori delle testate imputandogli la responsabilità di diffondere percezioni sbagliate e, soprattutto, scomode per chi è al potere. Semmai, la politica è inadempiente nel garantire un mercato e un sistema readiotelevisivo con una pluralità di soggetti autonomi. Assetto ben lontano dall'attuale duopolio, che addirittura qualcuno vorrebbe veder ritrasformato in monopolio della Tv di Stato.

Immaginate cosa sarebbe successo, se un'iniziativa del genere l'avesse presa un presidente di Commissione messo lì da Berlusconi. Bisogna comunque ammettere che il mondo della stampa è civilmente insorto. Il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci, ma anche i direttori di tg vicini al centrosinistra come Antonio Di Bella e Corradino Mineo. Tanto che Violante è in qualche modo dovuto correre ai ripari: «Se non vi avessimo ascoltati, avremmo concluso che l'informazione è uno dei fattori che generano insicurezza: ora stiamo capendo che non è così».

Le commissioni parlamentari sono già sommerse di inutili scartoffie di audizioni di ogni tipo, a cui raramente segue qualche iniziativa degna di nota. Ormai in questo paese se non sei stato "audito" almeno una volta da qualche commissione sei uno sfigato.

Detto questo, sarebbe di un qualche interesse discutere in altre sedi di come a caccia di audience gli operatori televisivi siano indotti a spettacolarizzare i fatti di cronaca, spesso cadendo nel macabro e nel cattivo gusto, tra biciclette e plastici di villette. Per non dire dei tanti allarmismi di cui (dalla meteorologia al traffico, dagli incidenti del sabato sera alle epidemie e alla droga) tutti siamo ogni sera testimoni. Non manca mai, nei tg e nei titoli dei giornali, una notizia che diventi un allarme nazionale da codice rosso. Tutto per catturare un po' della preziosa attenzione dello spettatore/lettore distratto.

Tendenze che non ci devono scandalizzare moralisticamente, ma di cui occorre essere consapevoli. Proprio il ceto politico dimostra di non esserne consapevole, abituato in Italia come in nessun'altra parte del mondo occidentale a prendere cattive decisioni dettate dall'emergenzialismo. Spesso iniziative lasciate a metà, poi dimenticate per anni, fino alla successiva emergenza.

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