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Wednesday, October 14, 2009

Avvocato dell'accusa no, ma che almeno sia separazione vera

Separazione delle carriere sì, pm sottoposti «ad altri poteri (leggi: l'Esecutivo) se non a quello dell'ordine giudiziario», no. Quella del presidente della Camera Fini sembra però una preoccupazione infondata. Come infatti fa notare Gaetano Pecorella, «non c'è e non c'è mai stato nel programma del Pdl, e prima in quello di Forza Italia e An, una proposta di legge per mettere il pm sotto il controllo dell'Esecutivo». Ha ragione Pecorella. Purtroppo, aggiungo io, perché non avremo mai l'"avvocato dell'accusa" di cui spesso parla Berlusconi. Ci sono due modi di intendere la separazione delle carriere, infatti. I pm funzionari, "avvocati" dello Stato, che dipendono direttamente dall'Esecutivo, com'è in molti Paesi democratici, anche in ordinamenti di civil law; oppure, i pm distinti dai giudici nelle funzioni, inseriti gerarchicamente in una propria struttura, ma sempre interna all'ordine giudiziario.

Separare le carriere in ogni caso non può significare solo formazione, concorsi, professionalità diverse, e diversi avanzamenti di carriera, o più rigidi compartimenti stagno tra l'una e l'altra funzione. Nonostante nei progetti del Pdl non sia previsto il controllo dell'Esecutivo, il problema del controllo, e del governo, è un tema che bisognerà prima o poi affrontare senza ipocrisia. Fini chiede il rispetto dell'"indipendenza assoluta di tutti i magistrati". Ma lo sono oggi? O forse sono dipendenti dalle loro ideologie e dalle correnti cui appartengono? Quell'"indipendenza assoluta" non si è forse rivelata puro arbitrio? E l'obbligatorietà dell'azione penale un mito, o piuttosto una farsa, che lascia spazio ad una discrezionalità che facilmente diventa politica?

Inutile girarci intorno: indipendenza e imparzialità sono intrinsecamente in contraddizione con il ruolo di accusatore. Il processo accusatorio, al contrario di quello inquisitorio, lo riconosce. E per questo si preoccupa della terzietà del giudice e dei poteri della difesa, piuttosto che della ricerca della "verità", a cui anche la pubblica accusa in teoria dovrebbe contribuire.

La separazione delle carriere, e l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale, sono il necessario completamento del processo accusatorio già introdotto nella nostra Costituzione, ma richiedono un apparato organizzativo autonomo della pubblica accusa rispetto a quello dei giudici, anche se interno alla magistratura, con a capo un procuratore nazionale (nominato da chi?) e un organo di autogoverno tutto nuovo. Quindi, si tratterà inevitabilmente di sdoppiare il Csm. Insomma, tra il pm indipendente com'è oggi o sotto le dirette dipendenze dell'Esecutivo, ci sono una serie di varianti che risolvono in modo più sfumato il problema del controllo sui pm. Fini è disposto a far passare una di esse, al di là del sì formale alla separazione delle carriere, oppure è intenzionato ad affossarla come nella legislatura 2001-2006?

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