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Friday, January 22, 2010

Polverini vs Bonino, duello atipico

Non c'è troppo da sorprendersi della campagna di Libero contro la Bonino, come neanche dell'inversione a U del Riformista, con al volante uno spericolato Caldarola che dopo aver definito la candidatura della radicale una «opportunità» e una lieta «novità», oggi invece la attacca duramente prendendo spunto dalla campagna di Libero. E' ovvio che qui i valori che contano non sono quelli etici, ma sono i valori degli Angelucci, editori di entrambi i giornali, ma non ci scandalizziamo. La politica è anche rappresentanza di interessi. Lo sa bene Ruini, sceso in campo per assicurarsi che Pdl e Udc non mettano a repentaglio per beghe tra partiti i preziosi interessi della Chiesa nel Lazio. Piuttosto, come fa notare Filippo Facci, non mi pare un grande scoop. Altro che scheletro nell'armadio (e le tessere false della Polverini?) Tutti sanno che la Bonino si è battuta per la legalizzazione dell'aborto e una foto di oltre trent'anni fa (35!), per quanto cruda, può far rabbrividire ancor di più chi - ma sono pochi - considera l'aborto un omicidio e la Bonino un'«assassina», ma non basta a macchiare la sua immagine di paladina dei diritti civili e di donna di governo seria e competente.

Ma soprattutto, non saprei quanto convenga al centrodestra buttarla sull'aborto, sui diritti civili, sulla contrapposizione della Bonino e dei radicali all'ingerenza del Vaticano. La situazione è complessa, infatti, visto che i profili di entrambe la candidate presentano differenze vistose rispetto all'elettorato di base delle coalizioni che le sostengono. Per molti versi, infatti, la Polverini ha tutte le carte in regola per attrarre molti voti di sinistra. Lei ex sindacalista, nella Roma dei ministeri, amica delle coop ed essendo la sanità pubblica il principale dossier sul tavolo di qualsiasi presidente di regione, in particolare nel Lazio, dove il buco si è approfondito sia con Storace che con Marrazzo. L'elettore di sinistra, magari sindacalizzato, magari dipendente pubblico, o magari radical-chic, non teme la Polverini, nonostante sia del centrodestra, anche perché la associa molto più a Fini che a Berlusconi.

Specularmente, l'incognita della Bonino è molto più la mobilitazione dei voti del Pd e dei partiti di sinistra che non dei cattolici. Incendiare la campagna su temi quali l'aborto, la laicità, la Chiesa, rischia di facilitare questo compito alla Bonino. La maggior parte dei voti cattolici, come dimostra anche un'esemplare inchiesta su Il Foglio di oggi, si spostano molto più su concetti come solidarietà e lavoro che sull'aborto. Il voto dei cattolici, della grandissima parte di essi, non si polarizza sui temi etici (men che meno l'aborto, questione chiusa con la legge 194), ma come il resto dell'elettorato su quelli economico-sociali. Non bisogna farsi ingannare dai politici, "cattolici" e non, cui interessa accreditarsi agli occhi delle gerarchie ecclesiastiche. Al contrario, l'elettore di sinistra o di estrema sinistra sfiduciato, che per i motivi citati prima non teme la Polverini tanto da precipitarsi a votare la "liberale" Bonino, e che forse dalla caduta di Prodi non va neanche più a votare, potrebbe trovare nuove motivazioni per tornare alle urne da un acceso scontro sulla laicità da cui sulla figura della Polverini si stagliasse il profilo del Vaticano.

Con questo non voglio dire che alla Bonino convenga buttarla sui diritti civili e la laicità. Lei non ha bisogno di parlarne, perché è il suo "brand" d'origine. Se lo facesse, invece, verrebbe fuori quella "diversità radicale" che le alienerebbe sia i voti moderati che quelli di sinistra. Ma non credo che commetterà questo errore. Per raccogliere tutti i voti del Pd dovrà innanzitutto lavorare molto sotto traccia, sulla "pancia" di un partito deluso e confuso. Il no al nucleare può essere un buon tema su cui mettere in difficoltà la sua avversaria e mobilitare energie da sinistra. Ma per vincere dovrà anche presentarsi come una manager ben informata, pragmatica e competente, darsi un tono istituzionale e "bipartisan", evitare faziosità antiberlusconiane alla Franceschini o alla Bersani, per convincere indecisi e liberali del Pdl. E sperare che la Polverini - per il momento ancora meno nota di lei e non inquadrata partiticamente - riveli qualche fragilità e commetta l'errore di spostarsi troppo a destra.

Insomma, ci vuole un miracolo, proprio perché a meno di regali inaspettati, il popolo della sinistra, già sfiduciato, non ha motivi per temere la Polverini. E perché i settori più liberali del centrodestra, che come me mugugnano per la Polverini e l'alleanza con l'Udc, nel Lazio sono una minoranza non significativa e hanno smesso di credere alla favola della Bonino e dei radicali come "liberali".

Emma Bonino è una zelig. La sua metamorfosi ha seguito di pari passo - e, anzi, trainato - quella dei radicali, gli ultimi giapponesi di Romano Prodi. Da una vittoria della Bonino non ci sarebbe dunque da aspettarsi alcuna "rivoluzione liberale". Sarebbe ingenuo pensare che la Bonino sia la stessa del '99, quando alle Europee prese l'8,5%. Alla Polverini fa gioco, per cercare di alienarle i voti più di sinistra, ricordare le sue battaglie antisindacali, contro l'art. 18, il "liberismo", ma la Bonino e i radicali non sono più quelli di allora. Sono bastati due anni al governo con Prodi per trasformarli e ormai sono più a sinistra del Pd.

6 comments:

Anonymous said...

Sono le stesse cose che ho letto su il Giornale a firma di Daniele Capezzone, a questo punto non mi è chiaro chi è il ghostwriter di chi.

http://www.ilgiornale.it/interni/io_che_conosco_bene_vi_svelo_chi_e_bonino/22-01-2010/articolo-id=415643-page=0-comments=1

Antonio

JimMomo said...

Grazie Antonio, ma l'ultimo paragrafo è solo il 15 per cento del post, e l'altro 85 sul Giornale non l'ho letto.

Anonymous said...

pure io sono convinta che non convenga a nessuno riprendere temi etici o altro. però posso dirti che sull'aborto non mi ritrovo con quanto dici. fermo restando che la decisione spetta alla donna, detto ciò, vorrei chiedere quanti hanno visto una ecografia fatta ad una donna incinta di un paio di mesi. si vede qualcosa di pochi centimetri ma già si intuisce il profilo e quello che sarà il corpo. davanti a ciò, i dubbi sull'aborto aumentano, soprattutto perchè esistono molti rimedi anticoncezionali. gabriella

Anonymous said...

se fossi un cittadino laziale,voterei la bonino.

ciao.

io ero tzunami

Anonymous said...

beh, voteremo per la Polverini, colei che decuplica le tessere dell'UGL e fa gli affaroni con lo IOR

Anonymous said...

io visto che sono laziale, voto invece per Polverini. gabriella