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Friday, April 23, 2010

Appunti da oltremanica

Dal secondo dibattito tra i candidati premier in Gran Bretagna che si è tenuto ieri sera i nostri politici dovrebbero solo che prendere appunti. E riflettere silenziosamente. Interessante, infatti, l'approccio, condiviso e pragmatico, sulla base del quale si è svolta la discussione in particolare su due temi. Sull'immigrazione (caro Fini...) l'impianto da cui le posizioni dei tre non si discostano di molto sembra una variante spinta del leghismo nostrano. Il premier uscente laburista Gordon Brown si vanta di aver ridotto il numero degli ingressi e boccia senz'appello la proposta del liberal-democratico Nick Clegg di regolarizzare i clandestini: «Avviare un'amnistia per gli immigrati irregolari sarebbe un errore perché incoraggerebbe la gente a venire in questo Paese pensando che a un certo punto ne legalizzeremmo la presenza. Non costituirebbe un deterrente e farebbe sì che sempre più gente venga illegalmente nel nostro Paese».

Ma non è tutto qui. Il premier ha rivendicato il successo del «sistema a punti» avviato dal suo governo, che secondo le statistiche ha invertito il trend relativo all'ingresso degli immigrati: «La nostra politica mira a controllare e gestire l'immigrazione. Per farlo abbiamo istituito un sistema a punti. **Nessun lavoratore non specializzato proveniente da fuori l'Unione europea può entrare nel nostro Paese. E stiamo gradualmente riducendo il numero di specializzazioni per le quali abbiamo bisogno di persone che vengono da fuori, così che cuochi o operatori sociali in futuro non verranno dall'estero ma saranno addestrati in Gran Bretagna**».

Qui da noi il governo «a trazione» dei cattivi leghisti si limita a chiedere che chi entra nel nostro Paese abbia un lavoro. In Gran Bretagna fanno entrare solo chi ha le specifiche professionalità indicate dal governo. E comunque, ci sarà un giro di vite, in modo da tornare ad avere cittadini di Sua Maestà come operatori sociali e cuochi (da quest'ultimi God Save Us!). Naturalmente anche il leader tory David Cameron è contro la sanatoria e per di più rispetto a Brown, pur premettendo che i lavoratori stranieri «sono una risorsa, per cui vanno accolti e assistiti», lui addirittura chiede di porre un «tetto» prefissato al numero di immigrati da accogliere, a prescindere dalla loro specializzazione. Oltre alla sanatoria Clegg propone di "trasferire" gli immigrati verso le aree del Paese che hanno più bisogno di forza lavoro.

E riguardo un recente emendamento presentato dalla leghista Silvana Comaroli al dl incentivi all'esame del Parlamento («Le regioni, nell'esercizio della potestà normativa in materia di disciplina delle attività economiche, possono stabilire che l'autorizzazione dell'esercizio dell'attività di commercio al dettaglio sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente, qualora sia un cittadino extracomunitario, di un certificato attestante il superamento dell'esame di base della lingua italiana rilasciato da appositi enti accreditati»), un'analoga proposta è contenuta nel programma elettorale dei laburisti inglesi, secondo cui a dover sostenere l'esame d'inglese sarebbero non solo coloro che intendono aprire un'attività commerciale, ma anche badanti, insegnanti, operatori sociali, personale dei call center e chiunque svolga una professione che lo metta in contatto diretto con il pubblico.

Sui temi etici i tre (compreso il conservatore Cameron) sono unanimi: sì aborto, sì ricerca scientifica, sì unioni omosessuali. E sì anche alla visita di Papa Benedetto XVI - nonostante lo scandalo degli abusi sessuali sui minori, su cui però tutti e tre chiedono con forza alla Chiesa di fare chiarezza - perché nella tollerante Inghilterra c'è sempre posto per la fede e per il contributo delle diverse religioni.

Tornando sull'immigrazione, facciamo un salto in Germania. Lakeside Capital ci offre questo contributo, tratto da qui:
Despite illegal immigrants’ rights to health care, these services are infrequently used. The problem lies in two clauses of the German immigration law which makes it mandatory for public institutions such as hospitals to pass on information about illegal immigrants to social affairs offices and in turn to the Ministry of the Interior (i.e. § 87 AufenthG, chapter 3.2.2; Article 76 of the AuslG). Therefore, doctors who help undocumented people access basic health services may be penalized for not reporting them.
Qualcuno ieri intervenendo alla direzione del Pdl ha detto che queste cose sono «incompatibili con il Ppe».

3 comments:

Cachorro Quente said...

Questo post mi sembra surreale. Si dice che i politici inglesi hanno sull'immigrazione programmi "leghisti" quando tutte le proposte che citi non hanno nulla a che fare con ciò che in merito ha fatto la destra al governo in Italia.
Quando mai si è parlato di "ridurre gli ingressi"? La recente evoluzione della Lega (in termini di base elettorale) potrebbe spingere in questo (tutto sommato ragionevole, anche se forse inefficace) senso. Ma finora al di là delle parole sia la sinistra che la destra hanno accontentato la grande e soprattutto piccola industria che in questo paese vive di manodopera non specializzata e ricattabile.

L'emendamento della Lega sugli imprenditori che devono imparare l'italiano è surreale. Cioè, se voglio aprire una kebabberia a Verona, mi premurerò di imparare l'italiano per parlare con i clienti e i fornitori, o no? La Rivoluzione Liberale è in marcia direi.

Anonymous said...

Bravo Punzi, adesso pur di dare addosso a Fini in versione leghista, mi complimento.

Riguardo alla Germania, non è mai stata un fulgido esempio in questo campo, v. i Gastarbeiter. Un tempo da radicali vi battevate contro lo ius sanguinis, ora diventa un esempio da seguire. Di nuovo complimenti.

Quanto al Regno Unito, non mi pare che i finiani chiedano di aprire le porte a tutti. Ti abbassi al livello della campagna elettorale berluscon-leghista? Mamma mia.

L'esame di italiano invece è una cazzata illiberale e lo sai benissimo, che la proponga Bossi o i laburisti inglesi tale resta. L'esame di lingua può essere un requisito della cittadinanza, ma non del lavoro, finché quello del lavoro rimanga un mercato, in cui le competenze linguistiche sono uno dei requisiti, ma non certo un titolo di stato.

Insomma Punzi, che pena vederti ridotto così

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JimMomo said...

Il post non è per dare "addosso" a Fini, ma si rivolge soprattutto alla sinistra, che è completamente fuori asse rispetto al dibattito che si svolge all'estero, e in un Paese dove la sinistra è al potere.

Rispetto a Fini, noto solo che è superficiale sostenere che certe misure prese in Italia siano "incompatibili" con il Ppe, come dimostra il caso tedesco. Nel merito, non mi pronuncio, ma mi limito a riportare.

Dopo di che, ho anche sottolineato le posizioni comuni sui temi etici. Si direbbe per dare "addosso" a chi?