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Friday, December 12, 2008

La recessione non si supera aumentando la pressione fiscale

A proposito della politica economica di Tremonti - ambigua e attendista e inadeguata a sostenere la domanda in tempi di crisi - mi sembrano osservazioni condivisibili quelle di Tito Boeri, in un suo recente editoriale su Lavoce.info. E' «sorprendente», infatti, che il decreto anti-crisi, oltre a prestare giustamente attenzione ai conti pubblici, riveli addirittura un saldo netto in positivo di 390 milioni. Non solo non c'è una riduzione della pressione fiscale, ma l'attivo è reso possibile proprio dall'incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie.
«In un contesto come quello attuale, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale per rilanciare l'economia. Certo, tutto questo andava fatto con prudenza, dato il livello del nostro debito pubblico. E mettendo subito in atto piani che ci portassero, quando la crisi sarà finita, a finanziare stabilmente le minori entrate (o maggiori spese) decise oggi con riduzioni permanenti della spesa, come quelle che stiamo proponendo sulle varie missioni del bilancio pubblico. Il decreto anticrisi, invece, finanzia le maggiori spese con maggiori entrate, innalzando ancora di più la pressione fiscale. C'è da chiedersi come reagiranno gli altri governi del G20 e il Fondo monetario, che da tempo chiedono una forte azione di stimolo fiscale coordinata tra i diversi paesi, cui anche l'Italia è chiamata a dare un contributo».
Naturalmente avremmo preferito la seconda delle due opzioni indicate da Boeri, cioè ridurre la pressione fiscale, finanziando le minori entrate nel breve-medio periodo con ulteriori riduzioni permanenti della spesa, agendo per esempio sul fronte della riforma delle pensioni. In misura notevolmente inferiore di quanto fatto da Prodi con le sue due finanziarie, la manovra mira quasi esclusivamente a redistribuire risorse, attraverso la «social card» e i bonus, ma non aiuta l'economia a creare ricchezza. Vediamo se almeno le infrastrutture su cui sono stati investiti 16 miliardi vedranno la luce in tempi ragionevoli.

Che la prudenza contabile di Tremonti valga la pena è tutto da vedere, perché in fasi di crisi come questa, spiega Boeri, i conti tendono a peggiorare comunque «e l'unico modo per migliorarli è far ripartire al più presto l'economia, creando le condizioni per cui i tagli alle tasse e le nuove spese decise oggi siano sostenibili, possano durare nel tempo». Si accentua, però, il timore che Tremonti sia particolarmente parsimonioso perché non si sente in grado di valutare con esattezza l'impatto che avrà il federalismo fiscale sulle casse dello stato.

4 comments:

Anonymous said...

non m'intendo di economia, però voglio dire una cosa e cioè che non mi sembra che questo governo abbia alzato le tasse, in fin dei conti si sta attuando la finanziaria di prodi che ne ha messe di tasse e che quindi non bisogna meravigliarsi che ci siano introiti. Ho letto che già dai primi mesi del 2009 Tremonti abbia in mente di fare molto di più contro la crisi, speriamo...

Idee a Confronto said...

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Saluti e buon lavoro

Giancarlo said...

@Anonymous: si vede che non ti intendi di economia. Nel post viene dichiarato che la manovra di Tremonti porterà un attivo di 390 milioni e tu te ne esci con "non mi sembra che questo governo abbia alzato le tasse" che è come dire "non mi sembra che oggi piova" quando piove a dirotto.

Anonymous said...

ciao JimMomo, solo per comunicarti che ho riaperto il blog in formato tumblr con la nuova URL:
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Ciao
Mario (milton)