Le sfide principali di politica estera e di sicurezza per l'amministrazione Obama si chiamano Pakistan e Iran. Come mi era parso chiaro già da un minuto dopo, gli attacchi di Mumbay hanno scosso l'India, ma dicono molto di più di quanto sia a rischio il Pakistan. Proprio dal Pakistan provenivano i terroristi e in Pakistan hanno goduto degli appoggi necessari a pianificare gli attacchi e ad addestrarsi.
Ciò non significa che sia implicato l'attuale governo pachistano. Il presidente non è più anche il capo dell'esercito, come lo era il generale Musharraf. Ieri, in un'intervista al Financial Times, il nuovo presidente, Asif Alì Zardari, si è rivolto al premier indiano Singh quasi implorandolo di «opporsi ad attacchi contro il governo» di Islamabad anche qualora dall'inchiesta emergessero responsabilità di gruppi terroristici pachistani. «Anche se i militanti fossero legati a Laskar-e-Toiba ("L'esercito dei puri", braccio armato di un'organizzazione religiosa pakistana, al quale i servizi segreti pachistani - ISI - hanno fornito durante gli anni '90 istruzioni e fondi per operare nel Kashmir indiano), contro chi pensate che noi stiamo combattendo?».
Il presidente Zardari ha voluto così far capire che il governo pachistano considera i terroristi che hanno colpito Mumbay nemici anche suoi, che li ritiene nemici comuni sia all'India che al Pakistan. «Entità non statali ci hanno già trascinato in diverse guerre, come nel caso di coloro che hanno perpetrato gli attacchi dell'11 settembre o che hanno contribuito all'escalation della situazione in Iraq», recrimina Zardari. «Dobbiamo rimanere tutti uniti per contrastare questa minaccia».
In un'intervista a una televisione locale, negando che i terroristi coinvolti avessero legami con istituzioni governative pachistane, Zardari ha auspicato che India e Pakistan non si facciano «prendere in ostaggio da attori non statali». E oggi il ministro degli Esteri pachistano Qureshi ha proposto al governo indiano di creare un team congiunto per indagare sugli attacchi di mercoledì scorso: «Il governo del Pakistan ha proposto di svolgere un'inchiesta congiunta, noi siamo pronti a formare un team in questo senso, per contribuire alle indagini», ha riferito alla tv nazionale.
Alcuni esperti ritengono che l'ISI abbia effettivamente sostenuto un certo numero di gruppi armati nella regione del Kashmir, contesa da Pakistan e India, alcuni dei quali figurano sulla lista del Dipartimento di Stato Usa delle organizzazioni terroristiche. Tuttavia, oggi, l'ISI avrebbe quasi certamente perso il controllo di questi gruppi. Altri, invece, avvertono che l'intelligence pachistana si muove come uno stato nello stato, opera al di fuori del controllo del governo, con una propria politica estera, continuando a sostenere gruppi terroristici. In effetti, se il generale Musharraf sembrava esercitare un certo controllo sull'esercito e sull'ISI, il nuovo governo civile sembra non avere praticamente alcun controllo.
Com'era inevitabile, e da chiunque prevedibile, dopo gli attacchi di Mumbay è aumentata la tensione tra India e Pakistan e si è bloccato il processo di pace in corso sul Kashmir. In queste ore, infatti, Europa e Stati Uniti sono impegnati a calmare gli animi tra New Delhi e Islamabad.
Se c'è una mente dietro i terroristi che hanno agito a Mumbay, è probabile che il suo obiettivo sia destabilizzare il Pakistan, oltre che massacrare infedeli indù e occidentali. Le zone a cavallo del confine tra Pakistan e Afghanistan sono tutt'oggi rifugi abbastanza sicuri per i Talebani e al Qaeda, e per questo motivo fonte di tensioni tra Islamabad da una parte e Kabul e Washington dall'altra. Se a ciò si aggiunge ulteriore tensione, questa volta ai confini orientali con l'India, chi ne esce indebolito e delegittimato è il governo di Islamabad, che appare impotente, incapace di riportare sotto il suo controllo territori di confine dai quali gruppi armati islamisti, probabilmente in combutta con settori dei servizi segreti e dell'esercito, conducono quasi indisturbati il loro jihad, influenzando la politica estera pachistana.
Una cosa sembra certa. E' il Pakistan il nuovo fronte scelto dal terrorismo islamico per combattere il jihad contro l'Occidente e gli infedeli.
2 comments:
più le truppe pakistane si addensano a sud, più i talebani del nord fanno festa.
strateghi inconsapevoli o...provetti???
ciao.
io ero tzunami.
rigurgito terrorista.
OBAMA, DA SOGNATORE A DECISIONISTA
ne parlo nel mio blog.
nonsolonapoli, il nuovo blog interculturale, pluritematico, indipendente.
Post a Comment