Oggi il Corriere della Sera anticipa quanto già anticipato il 19 agosto scorso da Libero sul delitto di Garlasco. Anche secondo il Corriere, infatti, l'esito della super-perizia disposta dal gup avvalorerebbe l'alibi fin dall'inizio sostenuto da Alberto Stasi: la mattina in cui Chiara fu uccisa lui era al pc. Adesso dunque sono due i quotidiani ad anticipare le stesse conclusioni. Se fossero davvero queste, come appare sempre più probabile, crollerebbe l'intero teorema accusatorio imbastito dal pm Rosa Muscio sulla base delle analisi dei Ris.
Ma l'aspetto più tragicomico della vicenda è che proprio per venire incontro alla perizia - sbagliata - dei Ris sul pc di Alberto, la Muscio ha insistito nel collocare l'ora del decesso tra le 10.30 e le 12, con «maggior centratura» tra le 11 e le 11.30, bocciando senz'appello, invece, l'ipotesi - tra le 9 e le 10 - sostenuta dal consulente della difesa, che oggi avrebbe permesso al suo impianto accusatorio di reggere. In un tribunale serio il giudice non dovrebbe consentire alla pubblica accusa di cambiare la sua ricostruzione a processo in corso. In un paese serio i pm come la Muscio non farebbero carriera, né ci sarebbero sceneggiati sui Ris.
Come se non bastasse, l'unica testimone continua a dire che quella che vide la mattina dell'omicidio davanti a casa Poggi non era affatto la bicicletta di Stasi, e una simulazione ripetuta più volte dall'imputato dimostrerebbe che era possibile scoprire il cadavere senza calpestare le tracce di sangue sul pavimento.
1 comment:
senza pentiti e senza intercettazioni, i nostri inquirenti fanno abbastanza ridere...
ciao.
io ero tzunami
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