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Wednesday, March 24, 2004

Imparare dai propri errori si può
Si deve. Bush e Clinton, come molti altri, possono averne commessi (errori, non menzogne), bisogna vedere se avranno il coraggio e la capacità di vederli e correggersi. Qui si misura la statura politica dei leader. (A Bush però non solo critiche da Clarke). Anche se gli Stati Uniti avessero perseguito Al Qaeda, o ucciso Bin Laden, prima dell'11 settembre, non avrebbero evitato gli attacchi. Lo ha sostenuto il segretario di Stato Usa Colin Powell alla commissione bipartisan che indaga sui buchi dell'intelligence per gli attacchi dell'11 settembre. Le attenzioni erano concentrate su obiettivi all'estero: «La maggior parte di noi pensava che la minaccia principale fosse fuori dal Paese», ha detto Powell. «Qualunque cosa avessimo potuto fare contro al Qaeda o contro Osama bin Laden poteva o non poteva aver alcuna influenza su queste persone che già erano in questi paesi, già avevano le loro istruzioni, e già erano pronte a commettere i crimini che abbiamo visto l'11 settembre». Insomma, giusto e utile che ci sia una commissione di indagine, ma il problema è più complesso - e serio - di quanto complottisti e pacifinti credano. Le audizioni dei ministri di Bush e Clinton si sono svolte pubblicamente e in diretta televisiva.
Tra il 1998 e il 1999, gli Stati Uniti ebbero almeno tre occasioni favorevoli per lanciare missili di crociera tomahawk contro luoghi dove era segnalato Osama bin Laden, ma rinunciarono per il timore di un nuovo fallimento, dopo quello del tentativo seguito alle stragi in Africa dell'agosto 1998. Lo hanno rivelato gli investigatori della commissione di inchiesta sull'11 settembre 2001, in una relazione che ha accompagnato le deposizioni del segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, e del suo predecessore nell'amministrazione Clinton, William Cohen. La prima occasione nel dicembre 1998, quando l'intelligence aveva individuato Bin Laden a Kandahar. Troppi i danni collaterali calcolatoi dal Pentagono circa 300 vittime civili. La seconda occasione, ritenuta dalla commissione la migliore, risale al febbraio 1999. La Cia aveva indicato che Bin Laden si trovava in un'area di caccia nella provincia di Helmand, in Afghanistan, insieme ad alcuni ospiti arrivati in aereo dagli Emirati Arabi Uniti: pare prevalse il timore di irritare gli Emirati. Nel maggio 1999 una nuova occasione, ancora a Kandahar, dove una fonte informò per cinque notti consecutive gli Usa degli spostamenti di Bin Laden. Sarebbe stato il Pentagono a frenare in questo caso l'attacco: «Non eravamo sicuri delle informazioni d'intelligence che avevamo», ha spiegato Cohen. Spietati questi yankees!

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