Yassin, tanti saluti. E un'Europa bastarda
«Combattere il terrorismo muovendo guerra ai regimi che lo sostengono? No. Ok. Allora operazioni militari e d'intelligence mirate per eliminare i capi delle organizzazioni terroristiche più pericolose senza coinvolgere in una guerra la popolazione civile? No, neanche. Ok, si apre il dibattito su come combattere il terrorismo... 10, 9, 8, 7, 6.... 3, 2, 1... Ok, tempo scaduto, dibattito finito. Non ci sono soluzioni, recitiamo un ave Maria».
La verità è che l'operazione israeliana che ha portato all'uccisione del leader di Hamas, Ahmed Yassin, a capo dell'organizzazione terroristica palestinese più estremista (l'obiettivo è di distruggere Israele), feroce e radicata, a ragione definito il bin Laden della Palestina, corrisponde esattamente al prototipo di operazioni sostenute da quanti ritengono la guerra uno strumento ingiusto - per il massiccio coinvolgimento di civili - ma anche inadeguato a combattere il terrorismo, per sua natura senza confini, territori ed eserciti, e propongono invece un uso misurato e mirato della forza, ricorrendo all'intelligence. Obiezione condivisibile. Ma ad Israele neanche questo strumento di autodifesa è concesso. A meno che non si voglia sostenere che Hamas non è un'organizzazione terroristica. Ma tale è stata dichiarata anche dall'Ue. Ovviamente il Consiglio d'Europa, unanime, - Francia e Gran Bretagna unite in odiose parole comuni - condanna oggi Israele. Si parla di uccisione extragiudiziaria, di diritto internazionale, di stato di diritto. L'Europa si macchia di un'ipocrisia senza fondo e senza confini e senza pudore. Si abbia almeno il coraggio di criticare con la stessa forza la caccia degli Stati Uniti a bin Laden, la guerra in Afghanistan, a cui l'Europa ha pure preso parte. E criticare con la stessa forza la Russia di Putin per le azioni in Cecenia e contro i ceceni al di fuori dei suoi confini? No, troppo azzardo, i "cagnolini" europei temono troppo il gigante russo. Queste condanne ad Israele non sono credibili, sono vigliacche. La confusione su come combattere il terrorismo è totale. Gli Stati Uniti e Israele hanno elaborato sulla loro pelle, per quanto discutibili, le loro strategie. O l'Europa elabora la sua e si confronta, o farebbe bene a tacere. Il terrorismo non si combatte ovviamente con il solo uso della forza, soprattutto nel medio-lungo periodo, ma neanche escludendo la più ragionevole forma di uso della forza: lasciateci almeno l'eliminazione mirata dei leader più pericolosi del terrorismo internazionale.
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