D'Alema d'Arabia
Quando la politica è spazzatura. Massimo D'Alema - l'ha scritto su la Repubblica - giustifica il terrorismo contro Israele, al quale attribuisce una "colpa" storica: «Non possiamo e non dobbiamo accettare l'idea che a Gerusalemme si combatte il terrorismo come a Madrid. A Gerusalemme ci sono tragici atti di terrorismo inaccettabili e che vanno condannati e contrastati con durezza. Ma c'è anche uno Stato aggressore, Israele, che tende a confinare i palestinesi in una riserva indiana. A reprimerli, a umiliarli». Il terrorismo palestinese è dunque responsabilità dell'«aggressione israeliana», che, secondo D'Alema, sarebbe iniziata nel 1967 e poi è continuata con tutti i governi successivi, a guida laburista o del Likud. Si tratta, pari pari, della tesi del Pci e dell'Unione Sovietica degli anni '60. La guerra dei Sei giorni, e la seguente occupazione dei Territori, fu un'"aggressione" israeliana a fianco dell'"imperialismo americano"? O una guerra preparata da Nasser con la sua Olp guidata da Ahmed al Siqueiri e da Arafat (che aveva fondato al Fatah nel '58) "per distruggere Israele", per "cancellarlo dalla faccia della terra". Solo nel 1999 l'Olp ha tolto dal suo Statuto la missione di "eliminare l'Entità sionista", ma ancora oggi 17 paesi arabi su 22 si rifiutano di riconoscere la legittimità dell'esistenza di Israele sancita dall'Onu nel 1948.
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