«... Vorrei concludere ricordando una cosa che credo sia importante per noi. Noi non abbiamo voluto la guerra, anzi inizialmente avevamo espresso molte riserve su un'operazione militare, riserve che io avevo espresso direttamente in due colloqui molto estesi anche dal punto di vista temporale, con il Presidente e l'Amministrazione degli USA, tant'è vero che abbiamo lavorato per circa due mesi nel tentativo di convincere Saddam ad accettare un esilio garantito in Libia, e l'abbiamo fatto in collaborazione continuativa con il colonnello Gheddafi. Devo aggiungere che non solo non abbiamo partecipato alla conferenza delle Azzorre... Non abbiamo partecipato all'operazione militare. Siamo intervenuti con una missione di pace soltanto a seguito della risoluzione 1546 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Soltanto in quel caso abbiamo portato il nostro contributo a quel paese e l'abbiamo portato nei modi e nelle forme che ho prima sintetizzato. Per completa onestà intellettuale oggi io mi sono permesso di chiedere al Presidente [Talabani] se riteneva che la dittatura di Saddam Hussein poteva trovare fine con un sistema diverso dalla guerra. E il Presidente con estrema decisione mi ha risposto che no, che secondo lui non c'era altro sistema. Le chiedo scusa, Presidente, ma questo è un discorso rivolto all'informazione interna del mio Paese».Siamo al colmo: Berlusconi era convinto che la guerra non si dovesse fare, ma si fa dire in presa diretta da un capo di Stato estero che questa sua idea era una boiata pazzesca.
Ormai ci tocca indirizzare anche a Berlusconi gli appelli ai leader del centrosinistra ad andare a leggersi le risoluzioni dell'Onu. I poveretti, Prodi e Fassino, pensavano di cavarsela con una svoltina "che' tanto ci si ritira comunque" e invece contemporaneamente sia l'Onu sia il nuovo Iraq democratico rinnovano il loro invito a far rimanere il nostro contingente militare. Su richiesta del premier iracheno il Consiglio di Sicurezza dell'Onu all'unanimità (pure Francia e Russia) ha esteso a tutto il 2006 il mandato della forza multinazionale. Dicono di volere la legittimazione internazionale, dicono di volersi consultare con il governo iracheno e gli alleati: direi consultazioni avvenute. L'Onu resta, l'Italia (di Berlusconi o di Prodi fa lo stesso) che fa?
9 comments:
2 obiezioni, Federico:
1) se era una boiata pazzesca, quella dei Prodi, dei Fassino, dei Pecoraro Scanio, dei Diliberto, dei Bertinotti, dei Boselli con cui adesso i Radicali faranno coppia fissa cos'era? Si sono opposti anche all'invio post-bellico delle nostre forze. Tra chi "spara" boiate e chi va ben oltre, io preferirei il primo. I Radicali il secondo. Trionfo della logica;
2) Berlusconi fa benissimo a ricordare, come lui dice "ad uso interno", cosa questo governo ha effettivamente fatto e in che modo. L'Italia, ahimé, non ha partecipato al conflitto e la sua diplomazia si è alacremente adoperata per evitare la guerra. Berlusconi avrebbe evitato volentieri il conflitto, ma lealmente si è adeguato e ha concesso le basi agli Usa, con specifiche limitazioni, per poi partecipare in piena osservanza della Risoluzione 1546 al peace-enforcement. Dov'è lo scandalo? Io ne vedo soltanto uno: quello dei novelli alleati dei Radicali. Che si sono opposti per due lunghi anni anche al peace-enforcement. E, in parte, lo sono ancora.
Insomma: polemichetta pretestuosa e un pò isterica.
Scusa, lo dico a te e ad altri, ma il continuo tirare in mezzo i radicali per ogni cosa che scrivo, anche quando è OT, questo sì, è un po' isterico e di chi non ha argomenti.
Ti potrei rispondere che la tua difesa del governo è impeccabile. Martino ti ha passato il manualetto elettorale? Vedi, siamo tutti capaci nelle polemichette, ma passiamo ad altro, visto che siamo entrambi capaci per fortuna pure di altro.
Io dico solo che Berlusconi sulle scelte di politica estera che ha fatto sta sempre sulla difensiva. Che la guerra fosse un errore, questo Berlusconi lo dice oggi. Allora diceva che bisognava cercare di evitarla, ma non che fosse un errore. Che fosse un errore lo diceva Chirac. Dire oggi che è un errore ha un preciso significato politico che è ingenuo ignorare e da cui dissento profondamente. La scelta giusta che fece Berlusconi non fu l'invio delle truppe, ma il sostegno alla politica di Bush e Blair mentre gran parte dell'Europa era contro. Il valore politico di quella posizione oggi viene disperso. Non trincerarti dietro le cose che formalmente l'Italia ha fatto o meno.
Bisogna ricordare che la posizione implicita del governo (quella di allora, che mi convinceva) era: "Non partecipiamo a causa di quel maledetto art. 11, ma eravamo pronti a farlo e comunque siamo con voi". Ed è ben diverso dal dire oggi: la guerra era sbagliata.
dove tu vedi la gaffe, io vedo il genio...
Politica interna.... le elezioni sono alle porte. Ognuno porta l'acqua al suo mulino ed è giusto B. lo faccia.
Si fa dire esattamente (recitando la parte prima con Bush e poi con Talabani) quello che voleva farsi dire: LA GUERRA ERA INEVITABILE
B. (come ha sempre detto) ricorda a tutti come lui fosse stato contrario alla guerra e com lui si fosse speso per trovare soluzioni alternative. Si mostra generoso e amante della libertà per avere, nonostante tutto, mandato uomini in iraq per la ricostruzione.
Tutto il resto è niente, sterile polemica.
Spero ti piacciano i nuovi alleati.
Buona vittoria elettorale (forse)
ciao
Mi scuso per il riferimento ai Radicali. Hai ragione.
Ma permettimi di ribadire che il governo, nel febbraio-marzo del 2003, non era un monolite di cemento in cui tutti concordavano sulla bontà della scelta di invadere l'Iraq. C'era chi, come Berlusconi, riteneva fosse controproducente per l'Italia in termini di esposizione al rischio terrorista; e chi, che conosci bene perché lo associ indebitamente a me, che invece spinse per l'intervento diretto in Iraq a fianco di Usa, Uk e gli altri, motivando anche giuridicamente la cosa in relazione all'art.11 della Costituzione. Prevalse la linea Berlusconi, che poi era quella Ciampi. Ma con un correttivo fondamentale: dalla neutralità, per la quale spingeva il Presidente della Repubblica, si passò - fortunatamente, aggiungo - alla non belligeranza, e cioè una neutralità qualificata, una neutralità parziale. Questi sono i fatti.
Quanto alla questione dell'errore, Berlusconi non sta affatto rinnegando l'appoggio a Usa e Uk. Tant'é che in quei Paesi non c'è alcuna polemica, né i loro governi stanno cadendo dalle nuvole per le recenti dichiarazioni del Cav. Sapevano come la pensava e sanno bene ora che, in vista delle elezioni e con l'intelligence che avvisa che siamo nel mirino terroristico, Berlusconi ha un obbligo preciso, al quale non può sottrarsi: eliminare una volta per tutte le leggende e le distorsioni del suo operato in politica estera. Per dire ciò che effettivamente ha fatto e come lo ha fatto. Dicesi "mettere i puntini sulle i", insomma.
A Foggy Bottom l'idea che hanno dell'Italia non è cambiato di una virgola, te lo posso garantire.
Tirano sempre in ballo i radicali forse perchè ti conoscono. Non ci crede nessuno che hai un'opinione tua :P
Ola!
Robinik-style
Jim io ti muovo sempre la solita critica e sono certo che tu glisserai, come spesso passi quando qualcuno ti mette di fronte agli occhi le incongruenze fra i radicali e l'Unione.
Ora: anche noi radicali in principio avevamo proposto una soluzione alternativa alla guerra.
Quindi perchè ti stupisci della dichiarazione di Berlusconi?
Boh?!
Forse era meglio che si fosse risparmiato quella dichiarazione, ma in fondo anche noi la pensavamo come lui.
Ricordi Iraq libero?
Ciao Jim!
Mostrami dove e quando ho glissato. Comunque "Iraq libero" cade a fagiuolo. E ce ne sarebbero riflessioni da fare. Verrà il tempo.
Ma la domanda è: qual è il valore politico di dire oggi che "la guerra è stata un errore, noi eravamo contrari"? E' un'affermazione che ormai non saprei dire se è di Prodi o di Berlusconi. Glissate tutti su questa domanda: qual è il valore politico di dirlo oggi?
I radicali proposero "Iraq libero" e Martino e Frattini (allora ministro degli Esteri) gli risero in faccia: "Peccato che manca il sì di Saddam". Se almeno Berlusconi avesse portato quella proposta in sede europea oggi avrebbe potuto sostenere la sua giravolta.
Glissate tutti su questa domanda: qual è il valore politico di dirlo oggi?
Guarda non saprei, probabilmente è una delle solite gaffes del cavaliere, però non mi sembra degna di una tale attenzione.
Alla fine l'unico valore politico potrebbe essere quella di ammorbidire le posizioni dei moderati di sinistra.
Tutta via è uno svarione, non credo sia poi molto rilevante rispetto allo svolgimento degli eventi riguardo alla guerra.
Non ha grande valore politico, quindi mi sembra fuori luogo dare un così grande peso ad una simile affermazione.
Ciao!
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