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Friday, November 11, 2005

Grandi e piccole coalizioni dopo il voto

Sulla Grosse Koalition all'italiana credevamo avessero messo il punto autorevolmente Polito, Mieli... e Malvino.

Oggi però Marco Follini, in un'intervista al Corriere, scopre le sue carte («Una grande coalizione subito dopo il voto») e si propone come traghettatore ufficiale. L'apertura di D'Alema rende i giochi un po' più chiari e il destino di Prodi quasi segnato. Follini ne dice delle belle. L'Udc (insieme alla Margherita supponiamo) sarebbe una di quelle «componenti centrali che affermano istanze liberali negate dalle rispettive estreme» dei due poli? Sul carattere profondamente illiberale delle rispettive estreme non abbiamo dubbi, ma non ne nutriamo neanche per l'Udc.

Le «istanze liberali» nei due schieramenti si contano purtroppo con il contagocce e sono letteralmente sparse: qualche Ds qui e là (il Riformista), qualcuno nella CdL qui e là, i radicali (quelli della rosa e quelli riformatori), mentre Fini è ancora a scuola (le elementari liberali diciamo). Ricordiamo infatti ciò che ha scritto l'altro giorno Luca Ricolfi, il primo studioso a mettere in guardia la sinistra da quel «complesso dei migliori» che l'affligge: i «congelatori» del sistema, i difensori dello status quo «garante di privilegi, rendite di posizione, vantaggi corporativi», spuntano fuori come funghi lungo tutto il perimetro del sistema politico. Sono anche al centro, anzi soprattutto al centro, nei partiti "moderati", e non solo alle ali estreme degli schieramenti. Guarda caso i riformatori coincidono con le sparute componenti liberali nelle due coalizioni sistematicamente minoritarie.

A proposito di sparute pattuglie liberali. Oggi Benedetto Della Vedova (ve lo ricordate sì?) inchioda i sindacati italiani alle loro responsabilità e chiede di mettere in soffitta la concertazione con «un disarmo bilaterale: meno sindacato ma anche meno Confindustria»
«Si parli di giornalisti o di pubblico impiego o di impiego privato, il potere del sindacato in Italia costituisce un'anomalia perversa. Perché da noi, il paese più sindacalizzato al mondo, la "costituzione materiale" ha assegnato alla trimurti un potere costituzionalmente abusivo».
Benedetto, che non ama Blair, forse non sa di riprenderne i principi quando denuncia le «rigide garanzie che si scaricano sui più deboli» e i contratti sindacali nei servizi pubblici pensati sempre e solo in funzione del posto di lavoro e mai in funzione dell'utente del servizio. In Italia esiste una «questione sindacale» - che è innanzitutto e soprattutto sociale - «di cui nessuno sembra volersi fare carico».
Chissà, se «dopo il voto» a formarsi non sarà una grande, ma una piccola coalizione.

P.S.1: Serio Romano oggi sul Corriere fa un elenco, forse un po' troppo lungo, delle «cose utili» fatte da questo governo che la sinistra qualora vincesse le elezioni non solo non dovrebbe cancellare in preda alla sua «ossessione», ma dovrebbe estendere seguendo la via intrapresa.

P.S.2: Una finanziaria di lacrime... e la Prestigiacomo comincia a piangere subito. Mioddio, qualcuno smentisca questo retroscena, con Berlusconi che cede a battute maschiliste e la Prestigiacomo che scoppia in lacrime proprio come aveva detto il premier, come una bambina.

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