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Tuesday, November 01, 2005

Berlusconi brucia l'ultima carta

E così non gli è rimasto nulla, ma proprio nulla. Dimostrando in modo ultimativo di essere guidato da convenienze e non da convinzioni. Foglia dopo foglia, sono cadute tutte: le libertà civili; le riforme economiche; infine, la politica estera. Il carciofo nudo della CdL, è rimasto solo il bastone della leadership di Berlusconi. Ogni voce liberale sulle libertà civili è stata soffocata dando deleghe in bianco alla triplice Giovanardi-Alemanno-Cè; di liberismo è rimasta un'ombra Brunetta, ma il ministro dell'Economia è niente più niente meno che un no global (basta dare un'occhiata al suo libro).

Ora sappiamo che anche quella che ci era apparsa l'unica politica che Berlusconi potesse rivendicare del suo governo, la politica estera, era fondata sul nulla. Certo non su forti convinzioni e chiare scelte morali. Per un attimo ci aveva illusi che l'Italia potesse giocare all'estero se non altro un ruolo chiaro. Di quello ci saremmo accontentati. Di una collocazione chiara senza ambiguità. C'è modo è modo per presentare all'opinione pubblica un ritiro dall'Iraq, forse reso necessario anche dai costi di missione e dalla scarsità di uomini. Invece di affermare con orgoglio "mission accomplished", Berlusconi ha sconfessato la decisione di quelli che erano stati i suoi alleati, sconfessando così la sua stessa politica estera.

E ha suggellato tutto questo con una gaffe patetica. Bush "teme cambi di governo in Italia", fa sapere Berlusconi. "L'America non entra nelle vostre elezioni. Berlusconi ha già chiarito", risponde più sorpresa che irritata la Casa Bianca. Il premier è costretto a correggersi: Bush si è limitato a fargli gli auguri. D'altra parte Bush non ha affatto interesse a prendere parte nella contesa elettorale italiana e si sa che alla Casa Bianca sta salendo il credito di cui gode Fini.

Ancora di più le parole di Berlusconi confermano che non solo rappresenterà un'eccezione fra quei leader rieletti alla guida del loro paese nonostante (o grazie) alla guerra in Iraq - Bush, Blair, Howard - ma oggi ci accorgiamo che neanche lo merita.

5 comments:

Anonymous said...

panka

ripigliati jimmomo! pensa ai radicali italiani... cosa stanno bruciando.

Jinzo said...

Jim ma perchè tu e molti altri cittadini di Tocque-Ville avete trasformato lo scetticismo berlusconiano nei confronti della guerra in una catastrofe governativa?
Anche noi dell'area radicale eravamo contrari alla guerra come unico mezzo di esportazione della democrazia ed infatti avevamo aderito ad "Iraq libero" di Pannella.
Krillix tratta bene il non-argomento Berlusconi-guerra.
Le posizioni del cav erano note sin dall'inizio e a mio parere sono condivisibili.

Capisco che voi pannelliani ora siete all'opposizione, però fare i trecartari così vi fa perdere credibilità...
Ti invito a rivedere cordialmente il tuo post dunque.
Ciao!

Anonymous said...

Leggiti questa analisi (http://www.bloggers.it/semplicementeliberale/index.cfm?blogaction=permalink&id=46D32123-02AB-A6AD-3E62BCF8EA8D6961), fatta con competenza e lucidità. E smettetela con la propaganda ora che siete con Prodi.

laicista (ma non comunista)

Anonymous said...

Ehi, Jim! Ma tu eri gia' cosi' prima della svoltaboselliana? Questo e' un post degno del peggior Franco Piro.
W le contaminazioni :-D

Ciao

Perla :-)

Anonymous said...

Ma chi ha la patente di liberale? Chi la merita? Tutti la vogliono e nessuno se la piglia.
Mi dispiace, vi state facendo influenzare. State approfittando di cose da nulla per saltare il fosso. Pensate che sia il carro dei vincitori? Non fatevi illusioni, venderemo cara la pelle!
Ciao!
P.S. Ho parlato al plurale perché ce ne sono altri che dicono cose del genere..