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Friday, July 27, 2007

Niente di buono sul fronte romano

Romano ProdiUna controriforma e le solite chiacchiere.

E' tempo di riprendere confidenza con le tristezze della politica nostrana. Perché sono tornato dal Giappone e da Hong Kong? Be', diciamo che si è trattato di un sopralluogo, con esito più che positivo. In queste settimane pare che siano accadute molte cose, ma come ormai ci ha abituati la politica italiana, stringi-stringi e ti accorgi con una punta di amarezza e rassegnazione che non è accaduto nulla.

Ricapitolando. Ci siamo persi la "mastellata" della Bonino. Giova ricordare che a quanti per un anno hanno chiesto all'esponente radicale al governo un atteggiamento più duro e critico è sempre stato risposto in modo un po' stizzito che no, la "scuola radicale" era ben diversa dai metodi ricattatori di un Mastella qualsiasi. Torni dopo qualche giorno di assenza e scopri che la Bonino si è prodigata in un bel balletto "Ceppaloni style".

«Senza minacciare alcunché, dimissioni o altro», ha usato parole durissime nei confronti del Governo a proposito dell'accordo che si andava prefigurando sullo "scalone" e ha rimesso (solo virtualmente) nelle mani di Prodi il suo mandato, «perché sia il presidente a decidere se il mio permanere al governo sia opportuno o comunque compatibile con le ragioni stesse per le quali abbiamo fin qui sostenuto e speriamo di continuare a fare il suo compito e il suo mandato, o se invece lo siano le posizioni conservatrici, quando non reazionarie della sinistra comunista e sindacale».

Solo la "mossa", hai visto mai che dimissioni vere venissero accettate? A fare il Mastella, però, è più bravo Mastella, di gran lunga più credibile: avrebbe almeno ottenuto il suo contentino. Possibile che la Bonino non sia ancora riuscita a trovare un proprio ruolo politico nella compagine governativa, un equilibrio tra senso di lealtà all'Esecutivo di cui fa parte e adeguato senso critico - della decenza, direi - rispetto a un operato disastroso? Passa dalla totale e silenziosa subalternità alla brutta copia di Mastella. Vedremo più avanti, comunque, l'esito di questo giorno da leonessa.

Enrico Letta ha lanciato la sua sfida a Walter Veltroni, candidandosi alla guida del Partito democratico. Alcuni giorni fa, sul Corriere, una frase in particolare ci aveva impressionato positivamente: «C'è una generazione tra i trenta e i quarant'anni che nella politica è poco rappresentata... Certo non mi rivolgo soltanto ai miei coetanei. Ma non mi chiamo fuori: di quella generazione faccio parte; e credo che abbia molto da dare, soprattutto al partito democratico. Perché il Pd è il primo partito postideologico. E noi siamo la prima generazione postideologica. Ci siamo formati negli anni Ottanta; anni bistrattati, che in realtà sono stati straordinari. E non soltanto per la musica, la tv, il cinema, il design. Non è vero che siano stati soltanto gli anni del riflusso; la formazione di chi era ragazzo allora è stata forse più equilibrata di quella della generazione precedente. Questo ci rende per certi aspetti più liberi».

La prima generazione post-ideologica; gli anni '80 «bistrattati», dal moralismo catto-comunista, ma in realtà «straordinari». Gli anni '80 si sono ripresi da sé la rivincita sul coattume intellettuale e politico che li ha bistrattati, seppellendo insieme al Muro di Berlino le macerie ideologiche di cui quegli intellettuali e politici hanno nutrito il proprio ego e la propria pretesa superiorità antropologica. Ha fatto comunque bene Letta a ricordarlo e a rivendicare la formazione politica di una generazione educata dagli anni '80 alla libertà e alla democrazia molto più di quanto Dc e Pci avessero saputo fare fino ad allora.

Peccato, però, che poche righe più in basso Letta abbia anche rivendicato con orgoglio di essere tra gli artefici dell'accordo tra Governo e Sindacati sulle pensioni. Una controriforma che - unica in Europa - abbassa l'età di pensionamento: dal prossimo gennaio si potrà andare in pensione con 35 anni di contributi e a soli 58 anni di età, due in meno di quanto prevedeva la legge Maroni. L'entrata in vigore dell'età pensionabile a 60 anni slitta dal 2008 al 2011. Costo: dieci miliardi di euro correnti di maggiori spese, 3,5 dei quali verranno fatti sborsare ai lavoratori atipici, nei confronti dei quali il cuneo contributivo aumenterà di un punto l'anno fino a tre punti.

Un intervento che non garantirà ai giovani parasubordinati una pensione dignitosa, ma darà nell'immediato solo una spinta ulteriore al lavoro giovanile sommerso, a tutto danno anche delle casse dell'Inps. Dunque, per prolungare di qualche anno a 130 mila lavoratori di 57 anni il privilegio della pensione a 58 anni, Letta ha già rubato (e ne va fiero) dalle tasche dei giovani che ora si candida a rappresentare, quelli più in difficoltà a entrare nel mondo del lavoro.

«Ancora una volta i sindacati sono riusciti a far prevalere l'interesse di una piccola minoranza – i lavoratori vicini alla pensione – sugli interessi generali, in primis dei giovani, i quali dovranno continuare a pagare contributi salati per consentire all'Inps di erogare pensioni a una minoranza di fortunati». Così Francesco Giavazzi.

«Detto in breve: siamo di fronte ad un aumento della spesa previdenziale finanziato attraverso un aumento delle entrate contributive, con buona pace di chi aveva invocato il superamento della sinistra "tassa e spendi"», ha osservato Nicola Rossi.

Per Oscar Giannino, non è altro che il proseguimento dell'«odiosa guerra sociale portata ai lavoratori più disagiati, ma naturalmente meno sindacalizzati e dunque per questo da sempre più bastonati»: i parasubordinati. Questo aumento dell'aliquota contributiva si aggiunge all'aggravio per loro già disposto dalla sinistra nell'ultima finanziaria, «uno spaventoso aumento di nove punti di aliquota nell'arco di un decennio, per lavoratori dai redditi più che bassi. Come fa la sinistra a vantarne il merito? E' una carognata, una vera e propria guerra sociale contro chi già se la passa male», e la sinistra proclama di voler strappare alla precarietà.

Il 35% (3,5 miliardi di euro) di copertura finanziaria della controriforma dovrebbe essere coperto dal «riordino» e dalla «razionalizzazione» degli enti previdenziali, che dovrebbero portare a circa 7000 licenziamenti. Licenziamenti nel pubblico impiego? Pura utopia. E infatti è già prevista un'ipocrita «clausola di salvaguardia»: in caso di mancato conseguimento dei risparmi da riordino e razionalizzazione degli enti previdenziali, aumento generalizzato della pressione contributiva.

A ciò si accompagna la riforma del welfare, nella direzione esattamente opposta all'approccio blariano del welfare to work. Nell'impianto legislativo di Marco Biagi la lotta al precariato andava condotta proprio attraverso una rete di ammortizzatori universali secondo la logica del welfare to work, mentre il Governo Prodi ha deciso di combattere la precarietà mettendo fuori legge le forme di lavoro flessibile e aumentando la contribuzione dei parasubordinati. Ma in questo modo gli unici effetti saranno l'aumento del sommerso, a danno anche delle casse dell'Inps, e dei lavoratori senza più alcuna garanzia.

Il rafforzamento degli ammortizzatori sociali sbandierato dal Governo riguarda quelli già esistenti, che coprono appena 17 lavoratori su 100, cioè la Cassa integrazione, che serve a mascherare, e a mettere sul conto della fiscalità generale, i licenziamenti inevitabili delle grandi industrie (vedi Fiat).

Ma la controriforma delle pensioni ha fatto strage della credibilità di due altre iniziative. Del «manifesto dei coraggiosi», lanciato proprio in quei giorni da Rutelli «per il coraggio delle riforme», in appoggio alla candidatura di Veltroni; e della "mastellata" Bonino, che da virtualmente dimissionaria non ha avuto ciglio da battere quando in Consiglio dei ministri l'accordo con i Sindacati è stato politicamente ratificato: sinistra sconfitta, ma ci voleva più coraggio, è tutto ciò che è riuscita a dire. A tutto danno dei giovani e delle generazioni di baby boomers che andranno in pensione dal 2030, l'accordo non è riuscito nemmeno a placare gli appetiti dell'estrema sinistra (altro che sconfitta), che ritornerà alla carica a settembre, quando dovrà essere formalmente varato nella Finanziaria.

E la candidatura di Pannella alla segreteria del Partito democratico? La situazione dei radicali continua a essere grave ma non seria, con il leader storico che salta di palo in frasca non sapendo più come uscire dal vicolo cieco strategico in cui si è cacciato: come rimanere attaccati alle poltrone di un governo fallimentare senza perdere la faccia? Alla lunga serie di manovre diversive si aggiunge anche questa candidatura. Se invece di salvare il Partito democratico Pannella riflettesse su come salvarsi da se stesso sarebbe appprezzato da tutti i militanti radicali.

E' sotto gli occhi di tutti che le regole cervellotiche di queste primarie nulla hanno a che vedere con le primarie americane, infarcite come sono di espedienti per riprodurre nel nuovo partito più o meno i rapporti di forza esistenti tra le due oligarchie della Margherita e dei Ds. Non è ancora "partito", ma già non è democratico. Ma in tutto questo, il no alla candidatura di Pannella sembra la cosa più ragionevole: o Pannella abbandona i soggetti radicali, o questi partecipano al processo costituente come Ds e Margherita, cioè prevedendo lo scioglimento. Sembra ragionevole, altrimenti potrebbero candidarsi anche Berlusconi e Bertinotti.

Ad oggi nessuno saprebbe dire due o tre cose che il Pd vorrà fare sicuramente per il Paese, né tantomeno si può affermare che la cultura liberale gli appartenga, ma non perché viene respinta la candidatura di Pannella. Pannella e i radicali non sarebbero incompatibili con l'ispirazione ideale del Pd, ma tutti coloro che si sono impegnati nella fase costituente hanno accettato di prevedere lo scioglimento dei loro partiti di origine. Non si può pretendere di tenere il piede in due staffe. Solo se annunciasse lo scioglimento del suo partito in Italia, allora un eventuale "no" a Pannella si aggiungerebbe ai tanti altri aspetti che già connotano il nascente Pd in senso anti-democratico e anti-liberale.

13 comments:

Anonymous said...

...siamo rimasti dietro, come le palle dei cani.

tra pannella, intercettazioni, fassino, il pd...e minkiate ad iosa...stiamo messi male.

meno male, però...che ancora ci rimane la libbbertà di stampa.

anche se solo per quella clandestina...come è quella che propongo di seguito.

il titolo è: Magistratura Simpatica

Il Magistrato Simpatico : << ristabiliti i privilegi dei Magistrati Simpatici. Ora maggior rispetto per la nostra, di casta... >>
fantaintervista al Magistrato Simpatico, Ugobaldo Antoncarlo Piermaria Giangiacomo Nobody.

a cura di io ero tzunami, pubblicata in questo blog, addì 27 luglio 2007.



E' di buonumore, contento finanche, Ugobaldo Antoncarlo Piermaria Giangiacomo Nobody, Magistrato Simpatico.

Soprattutto, egli non ha alcun dubbio sulla supremazia della rinomata Magistratura Simpatica: << togliere i privilegi alla nostra casta – lo sapete bene -, avrebbe determinato una reazione furibonda del nostro apparato, così forte che avrebbe potuto avere un solo, tragico epilogo ovvero, manette per tutti >>. Come non ne ha quanto all'acuto d'orgoglio per aver contribuito, personalmente, alla redazione della contro-riforma del 2007: << averla posta ed imposta con un testo già preconfezionato ad uso e consumo delle nostre esigenze, specialmente nei dettagli del regolamento sulle funzioni, serviva solo ad accelerare i tempi; la politichetta che opprime questo paese, filogovernativa e d'avanspettacolo, avrebbe parimenti ceduto sotto i colpi della nostra benemerita azione >>, spiega al cellulare mentre tutt'attorno s'ode un gran frastuono di cassetti, novelli custodi di tristi carte costituzionali che nessuno, oggi, sventola più...

- Allora, Magistrato Simpatico, si sente soddisfatto?

<< Direi proprio di sì >>.

- Un punto nodale della vostra riforma?

<< A parte l'aver scongiurato qualsivoglia separazione delle carriere, a prescindere dall'eliminazione di ogni controllo “esterno” sul nostro operato, sulle capacità dei singoli Magistrati Simpatici, sulla loro preparazione, penso che il miglior risultato raggiunto sia proprio lo spregio, totale ed epocale, delle più elementari regole di convivenza civile. Finalmente, una riforma molto poco analitica, molto poco precisa, che prevede fattispecie disciplinari che fanno ridere e sanzioni da barzelletta. Senza tener conto dell'eliminazione – di fatto – dei vetusti “concorsi su prove” >>.

- Già ma intanto la politica, come la chiama lei, << filogovernativa e d'avanspettacolo >>, è arrabbiata: la rottura sembra insana bile.

<< Porca troia, mi pare chiaro! quasi ovvio: con chi cazzo pensavano di aver a che fare, con semplici impiegati dello stato? ahé...togliere i privilegi alla nostra casta – lo sapete bene -, avrebbe determinato una reazione furibonda del nostro apparato, così forte che avrebbe potuto avere un solo, tragico epilogo ovvero, manette per tutti >>.

- E però, lo avete messo in quel posto anche gli avvocati...

<< Senta, a mio avviso gli avvocati non hanno capito una cosa fondamentale: nel processo inquisitorio, quello che abbiamo redatto perché ci piace tanto tanto, loro, stronzi mentecatti che sono, non contano un cazzo!!! pretendere più di quel che già gli è concesso è da stupidi, significa non capire la loro condizione di vittime del processo, non di parti. E poi, come si dice?, "fatti i cazzi tuoi e campa 100 anni”. Fatto sta che la loro posizione processuale, oggi, è definitivamente, come dire, sepolta va bene?!? >>.

- In che senso, scusi?

<< ma che cazzo, allora, non capisce nemmeno lei, sig. io ero tzunami? Abbiamo voluto eliminare chiunque avesse potuto lavorare, anche per finta, per cambiare le cose. Cioè, tutti coloro che non volevano lasciare ai Magistrati Simpatici, tutti i privilegi di cui godevano, godono e godranno. Quanto agli avvocati coglionazzi, lei sarà sicuramente a conoscenza che abbiamo estromesso i rappresentanti dei consigli degli ordini forensi dal novero delle persone a noi gradite, quando le stesse sono chiamate ad esprimere il loro parere, praticamente sulla nostra “carriera” >>.

- C'è poi, da un punto di vista più squisitamente romantico, la querelle sull'opportunità di sventolare o meno la costituzione della repubblica italiana, a sostegno di una vostra collega, oggi tanto vituperata da alcuni, “sinistri” politici. La gggente comune, nelle strade, nelle piazze, nei bar, nelle osterie, nei cessi pubblici, la gggente comune ovunque si trovi, si chiede: << ma perché non sventolano più un cazzo? >>. Le opinioni si sono inevitabilmente scatenate...

<< Mi pare evidente la ragione per cui è stata scelta questa strada: accelerare i tempi per la rimozione della reazionaria in questione. Porsi in quel modo contro gli unici politici sui quali chiudiamo sempre un occhio, che ci sono utili, farlo specialmente nel momento in cui è stata necessaria la loro fiducia su di un testo di contro-riforma che la maggioranza ha pienamente concordato e valutato anche nelle virgole, che ha raccolto tutte le indicazioni di Magistratura Simpatica, porsi in quel modo, dicevo, non può far altro che portare a ribadire il concetto: accelerazione e rimozione >>.

- Ma è realmente necessario, Magistrato Simpatico?

<< Accelerare e rimuovere, serve ad avere la possibilità di preparare bene le giovani leve: colpirne uno per educarne cento; questo è il mio motto preferito e deve essere messo in pratica, sempre. Soprattutto contro le intemperanze dei colleghi non allineati o poco tali. Cederanno anche loro. Altrimenti non mi chiamo più Ugobaldo Antoncarlo Piermaria Giangiacomo. E poi vale sempre la pena di ricordare come l'attuale sistema giudiziario, quello che oggi ci siamo scritti per benino solo per poter revocare lo sciopero ed andarcene in vacanza tranquilli, prevede che la musica da ballo, anche in ferie, ce la suoniamo come meglio noi vogliamo...>>.

- Grazie dell'intervista, Magistrato Simpatico.

<< le pare, sig. io ero tzunami. Anzi, mi congedo da lei con uno scoop in anteprima nazionale, ma non parlo di fiction. Ad ottobre, se il partito democratico non nasce come lo vogliamo noi...>>.





Non c'è nessuna morale nella cazzata che ho scritto sopra.

La regalo agli eventuali astanti che si dovessero perdere in questo angolo di web...sfigati che sono...solo per ricordargli che come gli uomini, anche i poteri dello stato subiscono ( a volte giusti ) rovesci di fortuna, dicesi sfiga. Prendiamo il magistrato, magari della Magistratura Simpatica ma prendiamo un magistrato. Ha ragione chi ripete che siccome “è più puro” del ministro, allora dovrebbe essere considerato tanto, amato tanto, ascoltato tanto, osannato tanto...magari pure pagato tanto, anche più del ministro...beh, aggiungo io, magari per quello della giustizia si può fare...e così, pur se all'aumento di potere nulla osta mentre, viceversa, per il compenso...ostano ragioni di cassa...tutti dobbiamo constatare che la supremazia della Magistratura Simpatica, rispetto alla << politichetta d'avanspettacolo >>...non è presunta ma reale, concreta. Almeno dal punto di vista etimologico. Attraverso il latino magister, dalla radice magis...che vuol dire...più, di più...deriva infatti il nostro magistrato, il quale è - a tutti gli effetti - uno che vale di più, che merita maggior rispetto e considerazione.

Al suo confronto, pertanto, un ministro è...poca cosa...robetta...cacchina...perché derivando da minister, dalla radice minus ovvero...meno...è chiaro che non può che essere un inferiore...un minus, appunto. Tant'è che la conferma di questa inferiorità “ministeriale”...è stata resa palese dall'epilogo del braccio di ferro tra ministero della giustizia e...Magistratura Simpatica, sulla riforma dell'ordinamento giudiziario italiano, edizione 2007-2008...forse 2008. Questo dal punto di vista etimologico. Nei fatti, però, fino ad oggi i ministri se la sono spassata bene tra potere, feluche e compiacenti reginette dell'avanspettacolo e così, tranne qualche fugace interrogatorio in poltrona, il politico non è stato mai importunato da...il magistrato...che s'è sempre accontentato del suo di potere, oltremodo reale e, sicuramente, più duraturo di quello dovuto all'attività d'avanspettacolo, appunto.

Oggi accade che...il magistrato...reclama non solo quel che è già suo ma pure quello che appartiene ad altri.

Accade solo questo, il resto è come la fantaintervista con cui ho iniziato a rompervi, è una cazzata.

alle cazzate...ecco dove siamo rimasti.

Vim vi repellere licet.


ciao.


io ero tzunami...

Ugolino Stramini said...

Tre cose, che già sicuramente sai, te le voglio evidenziare:
1) Mario Riccio è stato prosciolto;
2) Giovanni Nuvoli è morto agonizzante col respiratore acceso;
3) Pannella escluso dalle primarie del PD.

C'è di che riflettere!

Ephrem said...

Bentornato comunque nel paese dove "si cambia tutto per non cambiare nulla" per dirla gattopardianamente.

Anonymous said...

Il PD è... cattocomunista. Non c'è altro da dire.

Dall'altra parte: ipocrita garantismo di Berluska proPreviti. Ma chissà che non stia prevalendo in FI (che ha accolto anche il marpione Selva, ahimè!) la tesi di Tremonti sulla GK col PD-UDC alla faccia di qualsivoglia confronto vero su programmi alternativi.
Fini si sta smarcando per sopravvivere all'emorragia alla sua destra. La Lega di Calderoli e Maroni sta col Berluska solo se questi contrasta il referendum.
Di restituirci il voto di preferenza manco a parlarne.
Non cambia nulla. Da molti lustri.

BENTORNATO!

Anonymous said...

spero che il sopralluogo, come lo chiami tu, sia la premessa per un tuo maggiore coinvolgimento in quelle zone. HK come hai visto tu stesso e come ti posso confermare, facendoci visita diverse volte all'anno, e' uno di quei pochi posti rimasti al mondo dove si puo' ancora rimettersi in gioco con ottime possibilita' di riuscire, e questo nonostante la presenza entro pochi chilometri di uno tra i regimi piu' impresentabili di tutti i tempi.
Ottimo il tuo commento, spot on direi.
Luigi

Anonymous said...

A proposito... il caso Giuffrida merita mooolta attenzione.

Se non sbaglio, intere carriere giornalistico-letterarie, intere campagne mediatiche mirate e molta vulgata antiberluska si sono rette per anni proprio su quella perizia "travagliata"...

E adesso qualcuno provvederà a chiarire anche al popolo bue?

Anonymous said...

Mi sa che ha ragione De rita sul Corriere di oggi,Risparmiateci almeno il circo di queste false primarie,di un partito senza ideali ne futuro"
Quanto alle riforme,per quella delle pensione bhè direi aberrante,non solo nella maggior parte del contenuto,ma anche nella prese per i fondelli sul recupero fondi necessari(10 miliardi)e sulle firme solo su alcuni punti dei sindacati,che così si lassciano le mani libere per altre contrattazioni...
Non peggio ma ma al limite del patetico la riforma di oggi di mastella,quella sulla Giustizia,che chiamarla riforma è un insulto alla lingua italiana!!!
Bentornato Jimm

Anonymous said...

E comunque sia in Italia c'è ormai un sacco di gente frustratissima che nel cuore ed in testa c'ha solo un programma che sembra davvero un sogno deluso: LIBERTA' E RESPONSABILITA'.

Anonymous said...

bonino & pannella candidati alla guida del partito democratico.

enorme mobilitazione delle masse popolari.

verso le spiagge.




ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

punzi...l'unico ridicolo sei tu e quel pagliaccio di capezzone

Anonymous said...

sempre perché sei un povero sfruttato sei potuto andare in giappone...come si fa a venirsi a far sfruttare a radio radicale? voglio farmi anch'io due vacanze al mese.

Anonymous said...

L'Alitalia bene o male ancora svolazza...

Pannella invece da mo' che è precipitato...

...e nun se trova manco la scatola nera! forse l'avranno già portata in tribunale... coi libri...

JimMomo said...

Non cancello questi insulti coperti dall'anonimato: significativi delle ossessioni e dei metodi dei loro autori.