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Tuesday, December 16, 2008

Il prevedibile, e previsto, crollo del Pd

Un "cappotto" umiliante e un quasi sorpasso in casa. Il Pd non solo perde l'Abruzzo ma rispetto alle politiche arretra di ben 14 punti, scendendo dal 33,7% al 19,6%, a beneficio invece dell'Italia dei valori, che triplica toccando il 15% dal 4,3 di aprile. Un quinto degli elettori del Pd, il 20%, si sarebbe spostato verso l'IdV, secondo quanto rileva l'Swg per Affaritaliani.it. Un voto «locale e parziale», non semplice da «riprodurre» sull'intero territorio nazionale. Comunque, visto l'esito delle urne, al momento in termini percentuali «il Pd non va oltre il 26-27 per cento, circa 6,5 punti percentuali in meno rispetto alle politiche di aprile. L'Italia dei valori cresce e si attesta tra l'8 e il 9 per cento».

Siamo stati in molti, appena fu sancita l'alleanza tra Pd e Di Pietro per le politiche del 13 aprile, a capire che si trattava di un autentico suicidio, di un errore di quelli blu, incomprensibile e imperdonabile, da parte di un politico che si riteneva esperto e furbo come Veltroni. Il crollo del Pd in Abruzzo, ampiamente previsto da tutti i sondaggi, è il frutto inevitabile di quella scelta funesta, che ha impedito, e ancora impedisce, al Pd di assumere un profilo riformista credibile.

Tutta l'analisi del voto è racchiusa nel giudizio semplice e conciso di Berlusconi: Veltroni «ha consegnato la sinistra ai modi eversivi di far politica del signor Di Pietro». E' il fallimento della politica ambigua dell'"andiamo da soli ma anche no", e della scelta proprio di Di Pietro come unico alleato, tra tutti i possibili compagni di viaggio (i socialisti, i radicali). Come se non bastasse, scelta ancora più incomprensibile, per le elezioni abruzzesi, quella di candidare proprio un volto dell'Idv alla presidenza della regione.

Pur nella sconfitta del suo candidato, Di Pietro esulta perché ha sotto i piedi le macerie del Pd. Il dalemiano Latorre scopre l'acqua calda, «che Di Pietro sta erodendo elettorato più a noi che ai nostri avversari». In realtà i dalemiani l'hanno sempre saputo, ma si sono guardati bene dal contrastare da subito apertamente, alla luce del sole, la scelta del segretario. Ma cos'altro ci vuole per rendere finalmente contendibile, sul serio, la leadership del Pd?

E il PdL da parte sua ha trovato il nuovo avversario dalle uova d'oro: finché Pd e Idv rimarranno alleati, Di Pietro è la migliore garanzia - com'era Bertinotti - che non ci sarà mai un rilevante travaso di voti di centrodestra verso il Pd.

«È ora di rompere questa alleanza fasulla e suicida: subito e per sempre», chiede oggi Menichini, direttore di Europa, arrivando anche lui con ingiustificabile ritardo.
«Ora Veltroni dev'essere conseguente con la lezione appresa: continuare a trascinare l'alleanza con Di Pietro, a ogni livello, è per il Pd un puro suicidio. Come hanno capito tutti coloro che nel tempo si sono illusi di addomesticare l'ex pm, e ce ne sono di illustri e di abili: da D'Alema a Rutelli, da Parisi a Prodi, Di Pietro ha come unica stella polare se stesso, come unica fedeltà quella alla propria avventura. Non c'è da stupirsi, ma da trarre le conseguenze».
Ma se ci hanno messo quasi vent'anni per rompere con la sinistra comunista, quanti ce ne metteranno per rompere con l'ala giustizialista?

10 comments:

andrea mollica said...

se fai il paragone, a mio avviso scorretto, con le percentuali delle politiche, devi correggere il dato dell'idv, che prese il 7% in abruzzo. io ho fatto una comparazione di dati, che mostra qualche aspetto un po' più interessante. sulla tesi di fondo sostanzialmente condivido, anche se noto che il pdl arretri in ogni consultazione finora svolta(alto adige, trentino e ora abruzzo) e nessuno lo nota mai.
http://andreamollica.blogspot.com/2008/12/abruzzo.html

Anonymous said...

Mollica, francamente la sua analisi per dimostrare che il pdl arretra mi sembra molto molto fragile. I voti della lista civica per Chiodi sono chiaramente preferenze di area PDL, basta vedere il significativo nome dato alla lista e il simbolo scelto (che sembra una bozza di quello del PDL). Quindi, se proprio si vuole paragonare il dato assoluto tra 2005 e 2008, sarebbe più corretto dire che tre anni fa AN+FI si fermarono a 200.000 preferenze, mentre oggi il PDL fa circa 230.000. E questo nonostante alle urne, in termini assoluti, sono andati molti meno aventi diritto. Altro che "consenso perso", quindi.
Poi, francamente, paragonare i dati delle politiche con delle elezioni locali lascia il tempo che trova, soprattutto quando si gioca con valori assoluti in un contesto che ha visto un -28% di affluenza (tra regionali e politiche 2008). Facile e fuorviante, dunque, dire che il pdl rispetto alle politiche ha perso 150.000 voti. Last but not least, va ricordato anche che le forze ci cdx si sono sempre dimostrate più forti nelle legislative rispetto alle elezioni locali.
Quindi io rimanderei l'analisi sullo stato di salute del pdl ad altri e ben più significativi appuntamenti.

JimMomo said...

Riguardo il PdL, se aggiungi i voti alla Lista civica di Chiodi più o meno ottieni i voti di aprile.

Anonymous said...

il successo di Di Pietro è il frutto della politica dissennata della sinistra di questi ultimi 20 anni

Anonymous said...

vabbè ma qualcosa di buono, in tutto questo...c'è!

l'abruzzo ha scongiurato l'avvento dipietrista!

dopo zio remo e don ottaviano...ci mancava solo la creatura di compare tonino...

ciao.

io ero tzunami

andrea mollica said...

@ anonimo e jim:
per esperienza anche personale so quanto sia difficile sommare i voti raccolti dalle civiche al consenso ottenuto dai partiti. ergo, considero sbagliato questo approccio, anche perchè la lista chiodi è ora il 4 partito dell'abruzzo e ha preso 3 consiglieri. inoltre, nel 2005 la DC che ora sta nel pdl prese più di 20mila voti, quindi i calcoli volendo potrebbero pure essere più negativi per il pdl. o identici, a seconda delle valutazioni. ribadisco infine che la mia analisi si concentrava più sul risultato negativo del pd che su quello del pdl. emerge però come, a dispetto dei sondaggi nazionali, il partito al governo arretri o non migliori nelle consultazioni amministrative, e non rispetto alle politiche 2008, ma rispetto alla stessa tipologia di consultazione. ultima parola: il paragone col voto politico, che non faccio ma fa jimmomo, era semplicemente esemplificativo e non comparativo. ergo non capisco l'osservazione fatta, che condivido.

saluti

Anonymous said...

JimMomo:
"E' il fallimento della politica ambigua dell'"andiamo da soli ma anche no", e della scelta proprio di Di Pietro come unico alleato, tra tutti i possibili compagni di viaggio (i socialisti, i radicali)."

Sull'ambiguità siamo d'accordo.
Ma a parte che i socialisti, dopo la fine di Craxi che i consensi li costruiva sappiamo come, non riescono neppure a farsi votare dalla mamma e dalla zia (vedi risultati di tutte le forze politiche nazionali che negli anni hanno provato a imbarcarseli), la proposta è fenomenale: cioè, si rivota in Abruzzo perchè è caduta per guai giudiziari una giunta guidata da un socialista... e l'idea vincente sarebbe allearsi coi socialisti?
Ma in una regione devastata dagli incendi, tu con chi ti alleeresti, col draghetto Grisù?

Shylock

Anonymous said...

Ma in una regione devastata dagli incendi, tu con chi ti alleeresti, col draghetto Grisù?

Shylock


sì, mi alleerei con Grisù, il draghetto pompiere. Ricordi, voleva fare il pompiere?

Anonymous said...

A chiacchiere. Poi finiva per sputare fiamme comunque.
Era nella sua natura, come per i socialisti del resto.

Shylock

Anonymous said...

E' quello l'errore tremendo che ha fatto Veltroni, non ha scelto le idee, quelle socialiste e radicali che gli avrebbero portato pochissimi voti ma potevano spingere il PD verso un riformismo moderno, ha scelto i "molti voti" di Di Pietro con il suo tintinnar di manette. E adesso la tragedia del PD è l'assoluta mancanza di una linea politica, manifestano con i piloti, poi con i fannulloni, i baroni universitari, frenano sulle riforme, continuano a difendere i privilegi delle categorie di riferimento, in primis quelli sindacali. Insomma, una tragedia che senza una svolta sfocierà in fallimento e in un sciogliete le righe.