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Thursday, February 11, 2010

"Par condicio" tranne che nei talk amici

L'arroganza del Pd e dei superpagati anchormen politici Rai (da Vespa a Santoro passando per Floris), che si comportano come fossero a casa propria, non conosce limiti. Questa storia del regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza per la campagna elettorale che sospenderebbe a loro dire le trasmissioni di approfondimento politico è emblematica. Una premessa indispensabile: per me la par condicio è una legge stupida, demenziale. Una trasmissione, che sia talk show o una tribuna, in cui debbano essere presenti, e con lo stesso spazio, i rappresentanti di tutti i partiti, fino all'ultimo partitino dell'1%, non soddisfa affatto il diritto dei cittadini a essere informati, bensì crea solo confusione e realizza l'opposto dell'idea del "conoscere per deliberare".

Mi sembra sbagliata anche la vecchia idea di Berlusconi secondo cui il tempo a disposizione delle forze politiche debba essere suddiviso proporzionalmente alla loro percentuale elettorale (cosicché il Pdl avrebbe il 38 e il Pd il 26%). Per essere efficace l'informazione politica in tv, si dovrebbe tener conto delle specificità del mezzo televisivo e arrivare a una sintesi delle posizioni politiche più rilevanti nella società, concedendo eguale spazio e tempo - adesso sì - in duelli testa-a-testa a quei candidati e coalizioni politiche (due e in qualche caso tre) che si contendono effettivamente il governo e il controllo degli organi legislativi delle istituzioni per le quali si vota. Assurdo, poi, che siano vietati gli spot televisivi, dando vita così allo scempio dei manifesti che vediamo nelle nostre città. Al contrario, io abolirei i manifesti.

Detto questo, però, non si può non sottolineare che proprio il centrosinistra ha imposto la par condicio e dimostra davvero un'incredibile faccia tosta ora ad opporsi all'estensione di quelle stesse regole anche ai talk show politici, che finora hanno goduto di una deroga in ragione di una capziosissima distinzione tra "comunicazione" e "informazione" politica. Eventualmente la par condicio si può cambiare, ma va applicata a tutti. Ha ragione Beltrandi quando fa notare che la rivolta del Pd e degli anchormen dimostra che la grande maggioranza di questi talk è condotta da giornalisti di sinistra.

E' falso inoltre che il regolamento impone alla Rai di sospendere queste trasmissioni nei 30 giorni prima del voto. In realtà, lascia aperte ai conduttori tre opzioni: rispettare le regole della par condicio; ospitare al proprio interno uno spazio di tribuna; spostarsi nel palinsesto lasciando per un mese il "prime time" alle tribune. Nulla di così tremendo, a meno che non pretendano di avere loro stessi uno spazio autogestito in piena campagna elettorale per attaccare i loro nemici politici. Falso anche che il regolamento sia un favore a Mediaset. Per prassi infatti l'Agcom applica, nello stabilire le regole elettorali per le tv commerciali, il modello fissato dalla Vigilanza per la Rai.

1 comment:

Luca Nicotra said...

Ciao Federico, ovviamente condivido, ottimo post.