Par condicio, «sistema gelatinoso», Protezione civile Spa, una mistificazione al giorno e centrodestra all'angolo
Più o meno mi pare sia andata così: un'inchiesta nata a Firenze tre anni fa su magagne fiorentine, versante Pd, di intercettazione in intercettazione (con il solito, discutibile metodo dello "strascico" o "a cascata", per cui finiscono intercettati i conoscenti dei conoscenti dei conoscenti, e così via, dell'intercettato iniziale) arriva a sfiorare Bertolaso, a torto o a ragione l'eroe, il simbolo di quel "governo del fare" tanto caro a Berlusconi, che può vantare tra i pochi successi fino ad ora interamente o quasi a lui ascrivibili le pronte risposte alle emergenze dell'Aquila e dei rifiuti in Campania, proprio grazie a Bertolaso. Visto che con il premier le hanno tentate tutte, senza scalfire il consenso di cui gode, provano a macchiare l'immagine di Bertolaso e della Protezione civile, "monumenti" viventi della "politica del fare" e del decisionismo di matrice berlusconiana.
Sui quattro arrestati in effetti c'è qualche indizio pesante, ma la sensazione è che Bertolaso sia stato tirato in mezzo letteralmente per i capelli, per dare in pasto all'opinione pubblica una figura di spicco, così da colpire il governo alla vigilia delle elezioni regionali, perché da soli gli arresti di Balducci e De Santis, uomini di Rutelli o al più trasversali, sarebbero passati quasi inosservati.
Tanto ci siamo assuefatti a questa giustizia politica e ad orologeria che un paio di particolari rischiano di sfuggirci. Prima di tutto, rimango convinto che non sia normale, e comunque non rassicurante sotto il profilo delle garanzie, che una procura proceda con arresti e avvisi di garanzia pur sapendo di essere territorialmente incompetente, tanto che il giorno dopo trasmette gli atti ad un'altra. Non so - e neanche il diretto interessato pare saperlo - se la parte di inchiesta riguardante Bertolaso rimarrà a Firenze o andrà a Perugia. Mentre lor signori si decidono, una conseguenza certa è che passerà del tempo - prezioso sia politicamente che personalmente - prima che Bertolaso possa vedere un giudice per provare a scrollarsi un po' di fango di dosso, come implora in questi giorni («Voglio essere sentito al più presto dai magistrati per chiarire e dimostrare la mia estraneità alle accuse. Il problema, però, è che ancora non si sa qual è la procura competente»).
Incredibile inoltre come i magistrati di Firenze, in collaborazione con i soliti gruppi editoriali e l'accoppiata Pd-IdV, il gatto e la volpe, siano riusciti a mettere in conto a Bertolaso e alla Protezione civile espressioni-chiave dell'inchiesta, come «sistema gelatinoso» e «cricca», che abbiamo letto sui giornali e sentito in tv a ripetizione in questi giorni. Ebbene, quanti sanno che tali espressioni emergono per la prima volta nelle intercettazioni a disposizione della procura di Firenze dal 2007, e che non si riferiscono a Bertolaso, né alla Protezione civile, ma a Veltroni e a Rutelli? Magari gli intercettati vaneggiavano, ma perché la «ripassata» con Francesca e il bikini di Monica escono subito sui giornali, e le intercettazioni in cui si parla degli appalti acchittati da Veltroni e Rutelli rimangono sepolte per quasi tre anni? E perché, quando escono, il «sistema gelatinoso» e la «cricca» diventano quelli di Bertolaso?
L'impressione è che anche stavolta l'ondata mediatico-giudiziaria si ritorcerà contro chi l'ha aizzata e cavalcata. Certo, forse riusciranno a mobilitare il popolo arrabbiato e frustrato della sinistra, ma otterranno anche l'effetto uguale e contrario, cioè di mobilitare il ben più compassato popolo di centrodestra, che com'è noto è solito snobbare le elezioni regionali e amministrative, a meno di una forte politicizzazione nazionale e una polarizzazione su Berlusconi.
Un altro effetto, più immediato, dell'attacco a Bertolaso è lo stralcio dal decreto emergenze della "Protezione civile servizi Spa", su cui governo e maggioranza hanno ceduto principalmente per le divisioni emerse al loro interno. Ma anche qui è andata in scena una gigantesca mistificazione che il centrodestra non ha saputo arginare sul piano della comunicazione. C'è voluto lo stesso Bertolaso, infatti, per spiegare che non si trattava di "privatizzare" la Protezione civile, come in malafede sostenevano le opposizioni e la solita stampa (di qualche ora fa l'ennesimo sondaggio), ma di affiancarle una struttura «aggiuntiva», «di servizio» appunto, «per rendere la Protezione civile, quella vera, più agile, più funzionale e più concentrata sulle vere attività di propria competenza».
Anzi, dirò di più. Proprio alla luce del rischio corruzione, che molti hanno evocato anche nella maggioranza per affondare la Spa, una società privata di servizi di cui la Protezione civile avrebbe potuto avvalersi come "general contractor" avrebbe offerto maggiori garanzie. Più agevole, infatti, tenere sotto controllo i costi avendo a che fare con un unico interlocutore e non con una miriade di gare pubbliche e ditte appaltatrici. Ma la possibilità di un dibattito nel merito è stata del tutto travolta dall'inchiesta e dalla malafede del circo politico-mediatico-giudiziario, esattamente come avvenuto sul regolamento della Vigilanza che ha esteso la par condicio ai talk show politici, e non li ha soppressi, come invece è stato ripetuto per giorni a reti unificate. Ma di questo ho già parlato.
Abbiamo assistito quindi, in questi giorni, oltre che alla solita giustizia politicizzata, al trionfo dell'ipocrisia e dell'arroganza: prima sulla par condicio; poi sulla Protezione civile. Si è approfittato dell'inchiesta che con tempismo perfetto ha coinvolto Bertolaso, e si è fatto leva demagogicamente su singoli episodi di corruzione, per scaricare la propria invidia politica contro quel poco che bene o male ha funzionato. Pur di ergersi a campioni di moralità pubblica quali non si è, ci si tiene aggrappati a procedure burocratiche a danno dell'efficienza e della rapidità d'azione (e in definitiva anche della trasparenza) che pure all'occasione si esigono eccome dalla Protezione civile e dal governo. D'altronde, per esempio, trattare come emergenze i "Grandi Eventi", per consentire alla Protezione civile di realizzare opere in tempi brevi, è stata una politica anche del governo Prodi, e dell'allora ministro Bersani, che oggi si finge scandalizzato.
3 comments:
si scrive bertolaso, si legge berlusconi.
valentino parlato.
...almeno è stato onesto...
cosa rara per i comunisti.
io ero tzunami
ma che stai a dì federì! una s.p.a. che non indice gare d'appalto per i finanziamenti pubblici per qualsiasi evento. è un abomino giuridico e uno schiaffo al libero mercato.
inoltre le mazzette ed i costi non sono per nulla marginali in questa storiaccia, altro che trasparenza.
qui stiamo pazziando davvero, quei soldi sono nostri non di chi se li accaparra gonfiando i costi degli appalti vinti attraverso dei "massaggi".
stefano
Se così fosse avresti ragione.
Sai che mi piace provocare: non mi riuslta che Minzolini o Belpetro o Letta o Minzolini si siano strappati i capelli per il caso Boffo, per Marrazzo, per Sircana, per Delbono ecc. Oggi la Palombelli a Striscia chiede a Scalfari di andare a spalare fango in Calabria... Vabbuò. Scalfari sarà bollito (dai, voi blogger lo state tartassando in questi giorni) ma Bertolosao gli ha risposto in 2 gg ed è finita lì; avesse fatto così anche il suo compagno di merende ci saremmo risparmiati 6 mesi di vita. O no?
Capitolo magistrati: questi qua dovrebbe essere assunti dai maggiori direttori Marketing: non ne sbagliano una... ascolta la Concita a Ballarò: se un massaggio costa 1000 euro, Francesca o non Francesca, cambio mestiere e massaggio anche Camilla d'Inghilterra.
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