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Friday, May 21, 2010

Una legge che (purtroppo) non servirà

Ad un'anomalia tutta italiana, quella delle intercettazioni fuori misura, e più in generale di una magistratura tecnicamente irresponsabile, si risponde all'italiana, con una legge, il ddl al cui esame sta procedendo la Commissione Giustizia del Senato, inevitabilmente anomala. Una legge che per quanto uscirà ammorbidita, il governo pagherà a caro prezzo (le accuse di censura) e che, è la mia personale previsione, non servirà a molto. Magistrati e giornalisti troveranno mille modi per aggirarla, modi su cui però non mi interessa dilungarmi.

Due sono i problemi: il numero abnorme delle intercettazioni e il loro utilizzo "a strascico"; la pubblicazione di atti e intercettazioni coperti da segreto istruttorio. Il paradosso, come sempre, è che le leggi per impedire tutto ciò già ci sono. Ma nel primo caso i magistrati le aggirano, con l'aiuto dei "colleghi" giudici; nel secondo, stranamente, nonostante la tanto difesa obbligatorietà dell'azione penale, non si è mai avuta notizia di un'indagine su una fuga di notizie.

Il ddl irrigidisce i limiti temporali, sfiorando l'irragionevolezza; inasprisce le sanzioni, ai limiti del liberticida; colpisce a valle (giornalisti ed editori) anziché a monte (le Procure), perché a monte sono più potenti. Ma certo, è pesante la disinformazione, la mistificazione di chi si straccia le vesti. Nei paragoni con l'estero, per esempio. Non so - davvero non lo so - se negli altri Paesi europei o negli Stati Uniti sia usuale la pubblicazione sui giornali di atti e intercettazioni telefoniche già durante le indagini preliminari, a volte prim'ancora che un tale sia iscritto nel registro degli indagati. E non so, se capita, cosa succeda ai giornalisti. Ma di questo stiamo parlando, di questo il ddl si occupa: della violazione del segreto istruttorio, quando ancora l'unica versione è quella dell'accusa, e non della pubblicazione degli atti processuali. Su questo evitiamo di fare confusione. Forse in America e altrove i giornalisti non sono comunque punibili, ma i responsabili della fuga di notizie?

Ma questo ddl non va, non può andare, al nocciolo del problema: nessuna legge può funzionare se chi è chiamato ad applicarla bara. E' la storia di questi 16 anni in cui Berlusconi ha cercato di arginare l'attivismo politico delle procure e il barbaro circuito mediatico-giudiziario: leggi ad hoc invece di una grande riforma di sistema dell'ordinamento giudiziario, perché il cancro è lì. In parte per colpa sua, perché ha comprensibilmente guardato al "primum vivere", cioè a difendersi dalle inchieste; ma in gran parte anche per colpa di tutti quei poteri che ogni qual volta si parla di certe riforme (separazione delle carriere, Csm, obbligatorità dell'azione penale, e via dicendo) si oppongono con tutta la loro forza ciascuno con i propri strumenti: magistratura, Consulta, Quirinale, opposizione, giornali, alcuni settori della stessa maggioranza.

Personalmente ritengo deprecabili la pubblicazione delle intercettazioni e i processi mediatici, ma mi sforzo di considerare la libertà di stampa un valore da tutelare in modo preminente, a costo di ingoiare qualche rospo e rimanere schifati. Il punto vero è l'irresponsabilità di cui godono in Italia i magistrati. E' lì la radice di ogni problema, dalla politicizzazione a tutto il resto, intercettazioni comprese. Se fossimo dotati di un sistema in cui chi sbaglia, paga in prima persona; se alla terza inchiesta che fallisci, vai a casa con disonore; se al terzo abuso, vai casa e ti becchi una denuncia penale e civile, allora forse non vedremmo più tanti magistrati ansiosi di dare in pasto ai media l'inchiesta del secolo, che puntualmente dopo qualche mese si sgonfia, ma che importa, tanto il risultato politico l'ha raggiunto... Loro non rischiano nulla, neanche un rimbrotto, e se gli va bene vincono una carriera politica.

Anche la carcerazione preventiva, poco se ne parla ma è un vero scandalo. La legge è chiarissima. Eppure, guardate come la applicano i magistrati. Scaglia, in carcere da tre mesi senza alcuno dei tre elementi che giustificano la carcerazione preventiva (lui stesso è tornato dall'estero, si è dimesso da tutto e le perquisizioni che dovevano fare, a questo punto, dovrebbero averle fatte). Oppure, l'architetto Zampolini, scarcerato perché ha iniziato a collaborare, è la candida ammissione della procura. La carcerazione preventiva come una tortura per estorcere la collaborazione dell'indagato, se non la confessione (vedi l'arresto di Stasi). La verità è che queste custodie cautelari si giustificano in un solo modo: i magistrati non hanno elementi e sperano che a fornirglieli siano gli indagati stessi. Di fronte a questi abusi, quando le legge è inequivocabile, c'è solo lo strumento disciplinare. Ma il Csm? E' una presa per il culo. E' un sindacato, niente di più. E non si è mai visto, giustamente, un sindacato che punisce i suoi iscritti.

E intanto c'è qualcuno che pensa che il garantismo è "di sinistra" e le manette sono "di destra", e auspica che le cose tornino al più presto al loro posto. Purtroppo, per ora (almeno finché ci sarà Berlusconi) la sinistra resta giustizialista, mentre il rischio è che la destra (ri)diventi "manettara". Basta legge il Giornale e Libero in questi giorni, le uscite "legalitarie" dei "finiani" e dello stesso Fini, quello che sperava nella "bomba" Spatuzza.

5 comments:

Anonymous said...

in italia non si fanno più intercettazioni che all'estero. è una bufala.

JL

@__skunk said...

Ma fammi capire una cosa, da quando lavori nella redazione del Velino di Daniele?
Domanda sincera, non seguo gossip e carriere dei blogger.

Carlo Ruggeri

Anonymous said...

«Alzare il livello della prova necessaria a intercettare serve soltanto a creare ostacoli significativi alla rapidità e all'efficacia dell'intercettazione. Ne guadagna il criminale, non ne guadagna il cittadino per bene. Che sarà semplicemente meno sicuro». È quanto afferma in merito al ddl sulle intercettazioni, Richard A. Martin, ex Procuratore distrettuale degli Stati Uniti nel processo 'Pizza connection', collaboratore di Giovanni Falcone e commendatore al merito della Repubblica italiana per il contributo dato alla lotta alla mafia. Mica uno dei nostri libberali der kansassiti auazzanagana!

JimMomo said...

@ Ruggeri: scrivimi in privato, trobi l'indirizzoe-mailin alto a destra.
ciao

@__skunk said...

va bene così, Punzi. La risposta è sufficiente.
Ciao a te.