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Sunday, December 19, 2004

Multiculturalismo addio

Il multiculturalismo ha fallito laddove è divenuto sinonimo di "pluralismo". Anziché concedere spazi di libertà e di diritto ai singoli individui, abbiamo concesso autonomie etnico-confessionali all'interno delle nostre città, quando non veri e propri rapporti privilegiati con lo Stato, ad etnie e gruppi religiosi in quanto comunità. Esse, e non il singolo individuo, sono così divenute le naturali portatrici di istanze meritevoli di attenzione, così ché, in nome di una malintesa tolleranza, abbiamo chiuso un occhio su usanze e comportamenti contrari, non alla nostra cultura, ma alle nostre leggi basate sul rispetto della persona e dei suoi diritti individuali. Così, accusando di "razzismo" chi chiedeva regole e maggiori controlli, abbiamo sacrificato sull'altare del relativismo la possibilità di una vera integrazione fondata su valori politici condivisi.

E' anche il tema di un'inchiesta pubblicata sul Corriere di oggi da Magdi Allam, che prende spunto dal caso olandese balzato agli onori delle cronache dopo il brutale assassinio del regista Theo Van Gogh:
«Multiculturalismo, addio. L'idea che fosse sufficiente concedere la libertà a tutte le etnie e a tutte le religioni, nel nome del relativismo culturale, affinché la libertà diventasse patrimonio comune, si è rivelata una mera chimera, l'inesorabile suicidio di una civiltà. Proprio l'Olanda, la patria delle libertà, il laboratorio più avanzato del multiculturalismo, è in profonda crisi. Tutti, a sinistra, al centro e a destra concordano che il multiculturalismo è una scatola vuota di valori, incapace di cementare una identità condivisa».
In Olanda è oggi riconosciuto da tutti che si è trattato di «un'esperienza fallimentare, un capitolo della storia che deve essere archiviato», ma come mai in Italia ci mettiamo anni ad aprire gli occhi di fronte alla forza dirompente dei fatti? Saranno la strumentalizzazione politica e il conformismo buonista?
Allam prosegue la sua analisi citando esponenti politici olandesi:
«E' l'indifferenza dello Stato la causa dello sviluppo dell'estremismo islamico. Qui i marocchini non possono continuare a vivere come vivevano nel Rif. Devono cambiare le loro abitudini. Eppure noi non vedevamo l'enorme gap culturale. Credevamo che acquisendo la nostra cultura avrebbero perso parte della loro. In più non siamo stati chiari sulla nostra cultura, sui loro doveri. Non siamo stati severi. Abbiamo avuto troppa fiducia in noi stessi.
(...)
La società multiculturale non esiste. E' un'idea sbagliata. E' piuttosto una società multietnica, ci sono molti gruppi etnici, circa 187 nazionalità ad Amsterdam. Se si pensa a una società multiculturale si pensa a un melting pot, a un crogiolo, ma non è il nostro caso. Da noi non c'è fusione, non c'è compenetrazione».
C'è stata «troppa tolleranza, che forse non era vera tolleranza, ma una sorta di indifferenza», si accorgono oggi gli olandesi. Da noi cos'è? Anche da noi si fa della tolleranza a buon mercato, una spasmodica rincorsa a conformarsi, una gara a chi si dimostra più "buono" con i diseredati e non importa se occorre accantonare i problemi veri, perché apparire "buoni e giusti" è ciò che conta.

Conclude Magdi Allam:
«Si è infranto un mito che per oltre mezzo secolo ha affascinato e illuso, è crollato un altro muro ideologico dietro cui si celavano l'ingenuità dell'Occidente e la malizia di quanti in un modo o nell'altro mirano a distruggere la civiltà dell'Occidente».
I neocons negli Stati Uniti, da tenaci sostenitori dei diritti civili, non hanno mai creduto al mito del multiculturalismo. Sull'argomento anche un'interessante articolo di Michael Ledeen e una riflessione di Marco Pannella a Radio Radicale:
«Se multiculturalismo significa creare situazioni concordatarie con organismi detti rappresentativi di ambienti religiosi o altro, sono contrario. Il pluralismo è un valore che non ritengo tale, sono sulle posizioni di Martin Luther King: gli individui vanno tutelati nei loro diritti e quanto più sono negati, tanto più è un problema generale di tutti gli individui».

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