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Friday, December 17, 2004

Il pretesto di Cipro spiega la viltà di questa Europa

Scriveva ieri Giuliano Ferrara che bisogna appurare se l'Europa sia degna della Turchia, e non il contrario. La conferma arriva oggi dal ridicolo ostruzionismo messo in atto in queste ore al Consiglio europeo. Lo scoglio all'avvio dei negoziati di adesione della Turchia sembra ora il riconoscimento di Cipro da parte di Ankara. Dietro questo scoglio però si cela, senza neanche il coraggio di sostenerlo in modo trasparente, la volontà di alcuni membri dell'Ue con la Francia in testa di lasciare aperta la possibilità che i negoziati portino non ad una piena adesione, ma semplicemente ad una partnership privilegiata.

Ovviamente i turchi a queste condizioni non ci stanno: «Vogliamo che i negoziati possano o fallire punto e basta, o arrivare alla piena adesione, senza "ruote di scorta" che potrebbero minare i negoziati già sul nascere». L'apertura di negoziati che saranno lunghi e difficili non assicura di per sé il loro successo, ma non si può nascondere dietro questa ovvia considerazione un tacito obiettivo minore che non ha altro scopo se non quello di preparare un fallimento senza doversene assumere la responsabilità.

Inoltre, i turchi sono disponibili verso la questione del riconoscimento di Cipro, ma non se utilizzata come condizione capestro dell'ultima ora che oltretutto rappresenta un'umiliazione diplomatica. «La questione di Cipro va risolta, ma in un contesto separato e non come vincolo all'avvio dei negoziati», spiegano fonti diplomatiche turche.

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