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Thursday, December 09, 2004

L'Europa vende la faccia alla Cina: fermiamoli!

Hu Jintao e CiampiIn questa Europa entrerebbe prima la Cina che la Turchia. Solo i radicali denunciano il silenzio sui diritti umani, ma per quanti di loro, Pannella compreso, l'influenza del complesso militare-industriale è problema americano e non soprattutto europeo?

Francia, Germania, e ora l'Italia, sono favorevoli alla revoca dell'embargo che nel 1989 l'Unione europea pose nei confronti della Cina come conseguenza del massacro di piazza Tiananmen, nella repressione del movimento democratico.
Tutti i perbene che scattano in piedi a denunciare gli americani e le loro guerre, fatte per arricchire l'industria delle armi - con le quali, nel bene e nel male, popoli oppressi tornano a eleggere i propri governi o fuggono ai massacri - tutti quei perbene sono rimasti ben incollati alle loro sedie ora che la Vecchia Europa renana, incredibilmente con l'Italia fascista di Ciampi e Fini, promette di tornare a vendere armamenti alla Cina, uno dei regimi più violenti, oppressivi e pericolosi - anche per le sue dimensioni - della storia. Nutrendo solo l'illusione di recuperare i colpevoli ritardi nel mercato asiatico.

Dunque che succede? La cattiva Washington in mano agli affaristi rinuncia al commercio di armi con la Cina e l'Europa predica di pace e saggezza seminando vento per nuove tempeste? Anziché scoprire la necessità di una visione più strategica della sua politica di allargamento, come sottolineato da osservatori americani considerato l'esito della crisi ucraina, e come imporrebbe la grande occasione che si presenta con l'avvio dei negoziati di adesione con la Turchia, l'Europa italo-renana si volge all'oriente, trovando nella Cina un «partner da sostituire agli Stati Uniti... Pechino salvi l'Europa da Washington, dopo che Washington l’ha salvata da Mosca», leggiamo sul Foglio.

Attenzione. Non sono tra quei sognatori che hanno un approccio moralistico alla politica estera, rifiutandosi di concepire il gioco degli interessi nazionali. Ma sono tra quei realisti che vedono l'interesse primario alla nostra sicurezza perseguito attraverso il "bastone" della democrazia e dei diritti umani e non la "carota" del Dio denaro. Né sosterrei mai di arrestare gli scambi commerciali; anzi, lo scambio di beni è sempre scambio di valori, materiali e culturali. In questo caso però stiamo per armare nuove crisi regionali e mondiali, come l'oppressione di interi popoli.

Italietta d'Oriente. La figura dell'Italietta poi è ridicola. In cambio, pare, la Cina appoggerà la tesi italiana sulla riforma dell'Onu, di escludere cioè nuovi membri permanenti, ma già si sa che Pechino non permetterà al Giappone di sederle accanto. A chi andrebbe inoltre la maggior fetta dei 65 miliardi di dollari stanziati quest'anno per la Difesa dal governo cinese? Al complesso militare-industriale prevalentemente franco-tedesco. Bell'affare, tutto sommato al "modico" prezzo di veder allargare il divario tra le due sponde dell'atlantico.

In un post che avevo intitolato «Una morte lenta per la Nato» segnalavo un articolo uscito sul Washington Times a commento della visita di Chirac in Cina, a metà dell'ottobre scorso:
«Riprendere a vendere armi alla Cina porrebbe un seria ipoteca sulla cooperazione Usa-Ue in materia di difesa. Se i governi europei cominceranno a condividere con Pechino delicate tecnologie militari, Washington dovrà bloccare alle industrie europee l'accesso a diverse teconologie di difesa, con seri danni per le sorti della Nato». Leggi
Nell'ipotesi di un futuro conflitto per l'isola Taiwan, l'aviazione cinese potrebbe attaccare le forze militari americane con Mirage francesi!

Presidente Ciampi, per lei chiedo l'impeachment. C'è infine una questione costituzionale per lo più sfuggita alle cronache di questi giorni, ma non di poco conto. Non riguarda certo la visita in sé, quanto le aperture, strettamente politiche, fatte da Ciampi al leader cinese Hu Jintao durante il suo viaggio. Quale, di grazia, l'articolo della Costituzione italiana dal quale si evince che la politica estera è prerogativa condivisa tra governo e presidente della Repubblica? Il presidente viola, come spesso accade ma stavolta in modo clamoroso e pericoloso, la Costituzione, che gli assegna un ruolo diplomatico di semplice rappresentanza e buone relazioni. Eppure, siccome Ciampi sta simpatico ai "perbene", si fa finta di niente, tutto gli è perdonato al simpatico vecchietto, e mandiamo pure i cervelli in stand-by.

1 comment:

CM said...

Caro JimMomo, perfettamente d'accordo con te. Cosa si potrebbe fare?
Penso sia doveroso intanto0 mandare un appello a tutti quelli che hanno aderito a Italian Blogs For Freedom, affinchè si possa fare una lettera o qualcosa del genere di dissenso al presidente Ciampi e al ministro Fini.

Che ne dici?

rispondi, grazie
menegante_carlo@tiscali.it