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Monday, November 12, 2007

Lo specchio del disfacimento delle istituzioni

Non conosco altro paese in cui possano accadere cose simili a quelle accadute ieri. Un ragazzo ucciso in modo assurdo nell'area di sosta di un Autogrill e tutto quello cui abbiamo dovuto assistere nelle ore successive: dalla reticenza delle autorità, al caos delle notizie fino alla violenza degli ultrà.

E' davvero, davvero difficilmente credibile, la versione fornita dall'agente che ha sparato "ad altezza d'uomo". Un proiettile partito accidentalmente, mentre correva, dalla stazione di servizio sul lato opposto, superando tre guard rail e tutto il traffico dell'autostrada, si va a conficcare nel collo di una persona addormentata sul sedile posteriore di un auto. Tragica fatalità, certamente, ma considerando tutte le variabili, simile ad essere colpiti da un fulmine. Più credibile, invece, che l'agente abbia comunque mirato all'auto per fermarla.

Forze di polizia che non reagiscono e non sparano quando dovrebbero, ma più spesso arretrano, soprattutto fuori dagli stadi; incapaci di garantire l'ordinato e legale svolgimento di eventi pubblici; come i magistrati, non sanno fare indagini e l'80% dei reati rimane senza colpevole. Però poi c'è la testa calda, o l'imbranato che sparacchia a casaccio. Insomma, un disastro di incompetenza e inefficienza, esattamente come gli altri settori della pubblica amministrazione, di cui il potere politico ha voluto talmente estendere i compiti da non riuscire a garantire quelli essenziali.

Detto questo, la situazione del calcio in Italia non ha paragoni in Europa e difficilmente in America Latina, e descrive fedelmente le condizioni da terzo mondo del nostro paese. I fatti di ieri sono l'ulteriore dimostrazione che il campionato è nelle mani degli ultrà. Di una sola partita, Inter - Lazio, è stato deciso il rinvio dalle autorità sportive. Per il resto, gli estremisti del tifo hanno deciso dove si poteva giocare e dove no. A Milano, a Roma e a Bergamo non si è giocato.

Da qualche anno, da quel derby Roma - Lazio di cui le due tifoserie, come atto dimostrativo del loro potere di ricatto, pretesero l'interruzione, divulgando deliberatamente la falsa notizia di un bambino travolto da una pattuglia, è evidente che gli ultrà hanno preso il totale controllo del calcio, fino ad imporre persino il rinvio o la sospensione delle partite e a scatenare guerriglie urbane ai limiti dell'eversione.

Eppure, c'è chi ancora non lo ha capito. Si susseguono le misure che alimentano il potere delle curve. Anche in questa circostanza, ovviamente, non sono mancate le anime candide e ipocrite che hanno invocato e ottenuto lo stop dei campionati. Sembra addirittura che adesso i questori potranno vietare le gare anche nel caso di incidenti al di fuori dello stadio, concedendo così agli ultrà un potere immenso di determinare con il loro comportamento lo svolgimento o meno degli incontri.

A questa situazione ci ha portati la politica della riduzione del danno, l'illusione che non reprimendo si evitassero almeno di peggiorare le cose e si potesse contenere il fenomeno. Sociologismi da salotto, una malintesa tolleranza, una debole cultura dell'autorità e della legalità, un difetto di comprensione del fenomeno criminale, la sottovalutazione degli effetti di lungo termine sulla credibilità delle istituzioni. C'è un po' di tutto questo nel lento disfacimento di questo paese.

2 comments:

Anonymous said...

Sono sulla stessa linea. Si può e deve andare a una rifondazione morale di questo Paese, senza pretese paternalistiche, didattiche o deviazioni religiose, ma con decisione. Si deve rifondare il pre-politico e le cose più elementari.
Paolo di lautreamont

Anonymous said...

Istituzioni sfasciate perchè la politica è diventata business.
Pallone gonfiato perchè diventato business.
Pre-politico assente come le cose più elementari perchè l'unico valore unificante è l'arricchimento spregiudicato.

Il denaro non è un prodotto del demonio. Ma il demonio, di sicuro, ci campa.