Pagine

Thursday, November 22, 2007

La cabina di regia c'è

L'avevamo avuto, ieri, il sospetto che l'uscita delle intercettazioni che proverebbero un'unica regia tra i vertici Rai e Mediaset nel filtrare e presentare le notizie, durante gli anni di governo del centrodestra, fosse una polpetta avvelenata confezionata tra Palazzo Chigi e la Repubblica per far saltare il dialogo tra Veltroni e Berlusconi prima che cominciasse.

E a quanto pare, leggendo i giornali e le dichiarazioni di oggi, quel sospetto dev'essere piuttosto fondato, se in poche ore si è insinuato nei pensieri di molti. Da Mario Giordano, che su il Giornale non si mostra affatto sorpreso per «siluro troppo puntuale», fino a Verderami, che raccoglie i ricordi del socialista Piazza, quando era ministro della Funzione Pubblica, non molto tempo fa: «Ogni volta che mi preparavo ad andare in Parlamento, dove all'ordine del giorno della prima Commissione c'era il conflitto d'interessi, un'ora prima mi dicevano "rinviamo". Ora la storia si ripete con la riforma del sistema tv, e ho l'impressione che certe leggi vengano scritte e riposte in un cassetto, per essere tirate fuori al momento opportuno. Perciò quando sento parlare di queste riforme, andreottianamente penso male».

E quale momento più opportuno se non all'avvio di un dialogo che se dovesse davvero approdare a un accordo sulla legge elettorale darebbe la "spallata" decisiva al Governo Prodi, ma che in ogni caso precipita il premier in un tetro cono d'ombra? Prodi sa che colpire Berlusconi sulle sue televisioni è il miglior modo per fargli passare la voglia di "dialogare" e mostrarsi amichevole. Così come sa che scatenare l'antiberlusconismo girotondino provoca non poche difficoltà anche a Veltroni, forse persino solo nell'incontrarlo, Berlusconi.

Alla fine, le mosse degli artefici del sabotaggio si sono rivelate così scoperte da risultare persino maldestre. Due giorni fa l'intervista di Prodi a un giornale tedesco, in cui tornava a denunciare il controllo mediatico da parte di Berlusconi; ieri lo "scoop" di la Repubblica e subito la nota da Palazzo Chigi sull'urgenza della riforma della Rai e dell'intero sistema radiotelevisivo, naturalmente da farsi insieme alla legge elettorale e al pari delle altre riforme istituzionali. Ed ecco che, guarda un po', si ritira fuori la riforma Gentiloni dal cassetto.

Berlusconi reagisce ma non sembra recedere dai suoi propositi di dialogo. Anche Veltroni, costretto a parare il colpo sbrigandosi a denunciare «intrecci e commistioni» che «calpestano la Rai», per allontanare subito da sé ogni sospetto di inciucio col Cav., sembra però non essere intenzionato a recedere: il dialogo si tenta, anche se ancor più complicato di prima.

In attesa che inchieste, istruttorie e commissioni facciano il loro corso, per il momento l'unica cabina di regia di cui è emersa l'evidenza è quella tra Palazzo Chigi, Procura di Milano (che ha fornito verbali di intercettazioni che sarebbero dovute essere distrutte da mesi, a norma di legge) e la Repubblica. E scusate se vi pare poco...

1 comment:

socialista eretico said...

mah! non so se Berlusconi potrà andare avanti... la questione è che Fini potrebbe sfruttare l'occasione per "ricattare" il Cav: immunità dal conflitto di interesse in cambio della sua dipartita politica . E tutto toccategli a Berlusconi, tranne "la roba"

Oggi il Cav mi sembra in affanno (Adornato ed i Liberal se ne vanno) e ha ripetuto l'invito a Casini e Fini ad entrare nel PdL. Nota: il suo popolo ( i suoi media) quando , tempo fa, Casini tentò di disarcionarlo furono molto duri... oggi evitano di affondare il coltello su Fini . Qualcosa significherà?!

La questione è che oggi Fini/Casini possono ottenete tutta la CdL rimanendo su una posizione rigida, invece se cedono alle lusinghe del Cav dovranno fidarsi di uno che è inaffidabile .

Poi chiaramente ci sono Prodi e Veltroni (soprattutto Uolter) a giocare la loro partita..