Il governo ha un problema: la comunicazione
Innumerevoli volte su questo blog ho denunciato casi di palese disinformazione, soprattutto da parte di Corriere.it e Repubblica.it. Questa volta invece ci sono cascato. Capita. Già ieri sera avevo registrato la smentita del ministro Gelmini, a quel punto alzando le mani e confessando di non capirci più nulla.
L'opzione che potranno esercitare le famiglie non è sul maestro unico o trino, ma sul tempo-scuola (24, 27, 30, o 40 ore settimanali), come è sempre stato ed è scritto nella legge. Era ovvio che «unico» dovesse intendersi in senso "didattico", perché "fisicamente" i bambini con un tempo-scuola superiore alle 24 ore (22 con il maestro unico + inglese e religione) vedranno un secondo maestro nelle ore eccedenti l'orario di lavoro del maestro unico, che per contratto lavora per 22 ore settimanali (mi sembrano molto poche, ma questo è un altro discorso). Per questo il ministro ha spesso usato il termine «prevalente» al posto di unico e a questo si sono attaccati i disinformatori per confonderci le idee. I siti internet - come Corriere.it e Repubblica.it - hanno ingannato i lettori facendo intendere che «maestro unico su richiesta delle famiglie» fosse un'espressione ripresa dal «verbale» dell'incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati.
Ci sono cascato - e Destralab ci riporta tutti alla realtà - ma a quanto pare non sono stato il solo a cadere, visto che il trambusto di ieri pomeriggio ha disorientato anche un autorevole quotidiano di centrodestra come il Giornale. Non è questione di aver letto o meno la legge. So bene che l'opzione tra più tempi-scuola c'è sempre stata, a giungermi nuova era l'opzione tra uno o tre maestri.
Ma attenzione: potrà sembrare un paradosso, visto che nel campo Berlusconi è un numero uno, ma questo episodio conferma anche che il governo ha un serio problema di comunicazione. Certo, l'opposizione è allo sbando, ma riesce a battere qualche colpo, come si è visto in questo "caso", grazie al caos comunicativo che a volte sembra regnare a Palazzo Chigi. Innanzitutto, nel cosiddetto «verbale» dell'incontro con i sindacati sarebbe stato meglio ribadire a chiare lettere la scelta del «maestro unico», sottolineando il termine unico. L'ambiguità del testo ha prestato il fianco alle interpretazioni politicamente interessate. Quanto più si sa con chi si ha a che fare, tanto più si dovrebbe fare attenzione anche ai minimi particolari, senza dare nulla per scontato.
A giudicare dalla serie di dichiarazioni uscite ieri sera, avvalorare la tesi della "marcia indietro" del governo era una strategia concordata tra sindacato e opposizione. La loro macchina propagandistica ha funzionato a meraviglia, sostenuta dall'imponente schieramento di media "amici". Altrettanto non si può dire del centrodestra, dove la Gelmini si è difesa da sola e non c'è stata alcuna azione coordinata, e tempestiva, per far passare un messaggio univoco sull'esito dell'incontro con i sindacati.
Nonostante la situazione sia ben lontana dal "tutti contro tutti" del governo Prodi, in molte occasioni si avverte la mancanza di una regia e di una strategia comunicativa. Oltre al "solista" Berlusconi, quando c'è (e neanche lui è infallibile), la comunicazione dell'azione di governo è affidata a Bonaiuti, quando è sveglio, ma il più delle volte abbandonata al caso.
9 comments:
io ti leggo sempre, anche se a volte "dissento", tnx
ciao :-)
...A questo governo servirebbe qualche rete televisiva....
Ehm, non vorrei disilludere, ma la retromarcia c'e' e si vede. Dire che si lascia alle famiglie la liberta di scegliere tra 24, 27, 30 o 40 ore vuol dire di fatto che il Governo abdica alla impostazione iniziale del maestro "UNICO", che è compatibile solo con le 24 ore.
(e tra l'altro 22 ore sono quelle di lezione frontale; bisognerebbe anche contare le ore passate a lavorare a casa, dato che a scuola i maestri non hanno mica la scrivania personale e un ufficio personale in cui lavorare...)
E poi si comincia a sentir dire che la Gelmini sarà candidata alle prossime europee (promoveatur ut amoveatur...)
E se ci fate caso si è difesa da sola, non mi sembra che ci siano stati interventi a suo sostegno..... chiaro indice di isolamento....
Nessun "problema di comunicazione" da parte del Governo: semplicemente, ci si inizia a rendere conto del potere che i media nazionali hanno sulla gente, e di come questi siano tutto meno che "agli ordini di Berlusconi".
Molte cadute dai peri, oggi: sono felicissimo.
E complimenti anche a te per l'onestà intellettuale: lo scenario, stamattina nella Città dei Liberi, era veramente deprimente. Ora, pian piano, si torna alla realtà.
Beh, se non è retromarcia poco ci manca, e non ho dato retta ai media, ho visto una intervista in cui la Gelmini parlava di persona.
Poi se qualcuno è in grado di spiegarmi cosa significa: "sceglieranno le famiglie" mi fa un favore.
Giancarlo, secondo te oggi qual'è il criterio col quale vengono - ogni anno e plesso per plesso - formate le classi a modulo piuttosto che quelle a tempo pieno?
Così, senza leggere i giornali, dài.
Polìscor, giornali a parte, vuoi dire che se domani mattina tutti i genitori scelgono il tempo pieno l'avranno?. Ammettere che la Gelmini, nella migliore delle ipotesi, si esprima in maniera ambigua non mi sembra tanto difficile.
PS: devono piacerti tanto gli accenti :)
Giancarlo, è già così. La scuola elementare dei miei figli quest'anno ha di fatto obbligato tutti ad usufruire del tempo pieno, dal momento che il modulo l'avevamo chiesto solo in quattro in tutto il plesso.
E non è certamente un caso a sé, è la norma. Ora (si fa per dire, è così fin dalla prima bozza della riforma), estesa anche alla scelta del pacchetto orario, e di conseguenza alla "configurazione" dei docenti.
Più scelta non è mai un impoverimento.
Gli accenti fugano le ambiguità. ;-)
E' davvero allucinante, la Gelmini ha sempre sostenuto che il tempo pieno non sarebbe stato sfiorato e in risposta i sindacati mandavano i bambini delle elementari in piazza a manifestare, ora la riforma è legge, il tempo pieno non è stato sfiorato e naturalmente, a meno di non far lavorare un insegnante 40 ore alla settimana (come dovrebbe fare ma è un altro discorso) nel caso un famiglia scegliesse il tempo pieno servono più insegnanti, con uno prevalente e uno in appoggio ma SENZA COMPRESENZA. E i sindacati SPUTTANATI invece di chiedere scusa a quei bambini vanno in piazza a gridare che il ministro ha cambiato idea. Roba da matti.
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