Se troveranno conferma le indiscrezioni riportate da Cristiana Lodi, questa mattina su Libero, ci ritroveremo con un altro, l'ennesimo, delitto irrisolto, un assassino ancora a piede libero, e un altro magistrato incapace che continuerà a far carriera sperperando denaro pubblico e distruggendo vite. Fiumi d'inchiostro e ore e ore di chiacchiere televisive (ricordate le puntate di Porta a Porta con la famigerata bicicletta scura?) verranno di colpo azzerati.
Secondo quanto trapelato, infatti, la maxi-perizia super-partes ordinata dal giudice che non se l'era sentita di pronunciare un verdetto (ma in questo caso, se non ha potuto giudicare oltre ogni ragionevole dubbio, non ci sarebbero già i presupposti per un'assoluzione?) confermerebbe l'alibi dichiarato da Alberto Stasi fin dalle prime ore: mentre Chiara Poggi veniva uccisa era a casa a scrivere la tesi di laurea al computer.
Hanno trovato l'archivio porno di Alberto, su cui sono stati costruiti improbabili moventi, ma non sono stati in grado di accertare subito l'unica cosa che contasse, e cioè se avesse davvero lavorato al pc quella mattina. Ora, dagli esiti delle ultime, e si spera definitive, analisi informatiche sembrerebbe emergere che ci sia stata «interazione» per l'intera mattina fino alle 12 e 20 minuti. Poi Stasi ha telefonato a Chiara dall'utenza fissa di casa sua, sia sul cellulare di lei (ore 12 e 46) che sul fisso.
Non c'è bisogno di sottolineare che se fossero davvero queste le conclusioni della maxi-perizia, crollerebbe l'intero impianto accusatorio costruito dal pm Rosa Muscio e dai Ris (che nonostante le fiction hanno poco a che vedere con i colleghi Usa), che si troverebbero con un pugno di mosche a due anni dal delitto. Così come, improvvisamente, apparirebbero per ciò che sono il mistero delle scarpe senza impronte di sangue, le tracce di Dna più o meno compatibile sulla bici, i porno nel pc che avrebbero fatto arrabbiare Chiara spingendo Alberto ad ucciderla: indizi contraddittori e congetture debolissime.
E quelle macchie di sangue sul pavimento che Alberto non avrebbe proprio potuto fare a meno di calpestare - ci è sempre stato dato per certo - per scoprire il corpo della fidanzata? Lo scorso 4 agosto è stata ricostruita la scena del delitto e Alberto ha accettato di prestarsi ad una simulazione per constatare se davvero si potevano percorrere le stanze insanguinate evitando di calpestare le macchie. Ebbene, per sei ore l'imputato ha ripetuto il percorso in tutte le condizioni - al buio, con la luce, in penombra - senza mai calpestarle. La cautela è d'obbligo, aspettiamo l'ufficialità, ma la sensazione è che in questa storia l'unico colpevole sia in procura.
5 comments:
Usa: resta in carcere per 20 anni, ora il dna lo scagiona
NEW YORK - Ha passato vent'anni in carcere accusato di stupro e omicidio, ora il test del dna lo ha scagionato e Kenneth Ireland e' stato rimesso in liberta' lo scorso 5 agosto. La vicenda comincio' nel 1986 quando Ireland venne accusato dell'omicidio della fidanzata avvenuto in Connecticut, negli Stati Uniti, e poi condannato a 50 anni di carcere. Ora il rilascio. "Sono felice che questo capitolo della mia vita si sia chiuso" si e' limitato a dire Ireland dopo il rilascio. (RCD)
Quanto spreco di denaro pubblico per mantenerlo in carcere, si poteva ammazzarlo subito!
caro anonimo
LA DIFFERENZA è che in USA i giudici che sbagliano ed i procuratori incompetenti VENGONO CACCIATI A PEDATE NEL SEDERE ALLA PRIMA ELEZIONE.
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IN ITALIA invece fanno tutti carriera .
E TRA LE ALTRE COSE, mentre si accumulano le cause della gente normale , possono frugare in casa Berlusconi per 20 anni , senza fare niente altro.
Sono passati vent'anni, forse il giudice che ha sbagliato è morto di vecchiaia
Se a Kenneth Ireland avvessero dato la pena di morte quel giudice americano avrebbe ucciso un innocente, morte di stato di un innocente, ma vedo che anche JimMomo si indigna a progetto e solo quando gli fa comodo.
"LA DIFFERENZA è che in USA i giudici che sbagliano ed i procuratori incompetenti VENGONO CACCIATI A PEDATE NEL SEDERE ALLA PRIMA ELEZIONE."
Sì, ma se un procuratore non fa abbastanza arresti eccellenti e operazioni spettacolari la rielezione se la sogna. In molti paesi la carriera (di giudici, D.A. e di governatori) si fa a suon di esecuzioni.
Non voglio difendere il disastrato sistema giudiziario italiano (evidentemente inadeguato su più fronti), ma rendere la magistratura una carica elettiva mi pare una soluzione controproducente a dir poco.
Per non parlare poi del delirio delle giurie popolari, scelte in base a criteri politically correct (tot neri e tot donne in base al sesso e all'etnia dell'imputato).
Insomma per risolvere le nostre magagne troviamo un modello che non siano gli USA (questa non è una critica al post originale, quanto al commento sopra citato).
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