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Monday, November 05, 2007

Almeno ci risparmiassero le prediche

Nicola Rossi è giustamente fuorioso per l'emendamento approvato nei giorni scorsi, con parere favorevole del governo, sulla cosiddetta «stabilizzazione» del personale precario della pubblica amministrazione. Collaborazioni che a) nascondevano rapporti di lavoro dipendente, e allora dovrebbe essere un giudice a stabilizzarle, oppure b) erano, per l'appunto, collaborazioni, e non c'è motivo alcuno per la loro stabilizzazione.

La pubblica amministrazione si conferma il luogo in cui i governi di qualsiasi colore politico cercano di sistemare a) chi a vario titolo è riuscito a mettere un piede dentro, a tempo determinato o per una collaborazione, sperando che il favore venga ricambiato da voti, oppure b) per sistemare il proprio personale politico, una forma indiretta di finanziamento pubblico.

Fuori da queste logiche, naturalmente, restano i giovani e il merito. Se, infatti, le poche posizioni vacanti nella pubblica amministrazione vengono occupate per stabilizzare i precari, con o senza legami con partiti e sindacati, al di fuori di ogni valutazione del merito, per i giovani outsider senza santi nei palazzi del potere le opportunità saranno «semplicemente precluse».

«Se proprio non si può evitare il cedimento agli interessi particolari, si potrebbe evitare almeno la predica?», chiede sarcastico Nicola Rossi, e noi con lui, al ministro Padoa-Schioppa.

2 comments:

Anonymous said...

Tutto ciò, una volta di più, dimostra che il "caso Italia" non è riformabile. Perchè non conviene a coloro che potrebbero farlo, ma che mai lo faranno.
L'unica cosa che progressivamente aumenta è la frustrazione per tutte queste ingiustizie che si accumulano e spesso si accumulano a senso unico.
Corporazioni e familismo da un lato, servilismo clientelare per accattonare una sistemazione stabile dall'altro.
Tuttavia, nonostante le crescenti ingiustizie, a me pare che, più che alla rivolta od alla riforma, moltissimi puntino soltanto ad entrare nei canali oscuri del sistema.
Nessuno crede più alla riformabilità del sistema.
Perciò si è creato un adattamento forzoso al sistema e non se ne viene fuori.
Lo dico rassegnato: vale ancora il NON MOLLARE MAI?

Anonymous said...

Ma un mongolino d'oro come lettore-commentatore affezionato non lo merito?
:-D