E' un fatto che dopo l'endorsement dell'ex segretario di stato Colin Powell a favore di Obama il piccolo recupero di McCain nei sondaggi (risalito nel weekend a -3%), credo dovuto all'onda lunga della sua buona prova televisiva nell'ultimo dibattito, sia stato completamente annullato.
Dopo tre giorni consecutivi in cui il vantaggio di Obama si era sensibilmente assottigliato, oggi un sondaggio Reuters-Zogby registra di nuovo 5,4 punti di vantaggio di Obama su McCain (49,8 contro 44,4). Effetto Powell? Così tendono a interpretarlo i media, ma non è scontato.
Certamente l'appoggio di Powell segna un punto pesante a favore di Obama, un altro prezioso mattoncino nella meticolosa opera di costruzione di un'immagine che lo faccia apparire pronto per l'incarico di presidente, nonostante la sua scarsa esperienza e la sua giovane età. Apparire "presidenziale" è stato giustamente il leitmotiv della sua campagna ed è ancora uno dei pochi elementi su cui può perdere la Casa Bianca. Che Obama offra «occhi freschi e nuove idee» lo vedono tutti, ma Powell, durante un'intervista nel programma di punta della Nbc, "Meet the Press", ha lodato di Obama esattamente le caratteristiche che gli elettori ancora dubitano che abbia: la «prontezza» e la «competenza».
Detto da un ex segretario di stato, per di più repubblicano, non mancherà di avere un certo peso. Ovviamente la gente non voterà Obama solo perché l'ha detto Powell, ma con l'approssimarsi del 4 novembre è probabile che endorsement come questo contribuiscano ad attenuare, a sbiadire i dubbi sulla preparazione di Obama.
Certo, Powell ha anche tessuto l'elogio delle tasse, con ciò ammettendo implicitamente che sì, Obama le alzerà. E in questo forse non ha fatto un grande favore ad Obama. Curioso come i media liberal si siano improvvisamente scordati che fino a ieri per loro Powell era l'uomo delle "menzogne" sulle armi di distruzione di massa irachene.
Altri due eventi potrebbero aver contribuito ad ampliare il vantaggio di Obama sull'avversario nei sondaggi. L'oceanica manifestazione a Sant Louis può aver dato l'impressione che sia caduta nelle mani di Obama persino una roccaforte repubblicana come il Missouri.
Ma in definitiva, a deprimere la sua percentuale di consensi nei sondaggi può aver contribuito lo stesso McCain, quando l'altra sera a Fox News ha fatto capire che in caso di sconfitta se ne tornerebbe allegramente a "fare il nonno". Pensa alla sconfitta? «Certamente. Ma non mi crogiolo in questo pensiero. E comunque ho avuto una vita meravigliosa. Posso tornare a vivere in Arizona, a rappresentare il mio paese in Senato, con una famiglia meravigliosa, e una vita piena di benedizioni». Non certo un'iniezione di entusiasmo.
No comments:
Post a Comment