Non ho visto il dibattito di ieri notte tra i due candidati alla vicepresidenza Usa, ma pare che l'abbia vinto Sarah Palin, stando ai post di Mario Sechi e Andrea Mancia. Se non altro perché i mainstream media hanno propagandato della Palin un ritratto troppo brutto per essere vero.
Ignorante, provinciale, impreparata. Animati da pesanti pregiudizi urban radical chic, i grandi giornali e i grandi network televisivi hanno di fatto aiutato la Palin, creando sulla sua performance televisiva aspettative così basse che alla candidata è bastato evitare tecnicismi e concentrarsi su messaggi semplici e concisi per rendersi credibile e presentabile. La Palin è apparsa diversa quanto basta rispetto a come i media la dipingevano, mentre Biden non è ancora chiaro se sia o no impagliato.
Maria Laura Rodotà, che oggi sul Corriere ha firmato un imbarazzante (per lei) articolo sul dibattito ("Svelato il segreto della cofana di Sarah Palin", il titolo), viene sistemata a dovere da Bazarov, senza null'altro da aggiungere.
Nonostante il ticket repubblicano si sia ben comportato nei due dibattiti televisivi tenuti fino ad oggi, la crisi finanziaria rischia di rendere inutile qualsiasi sforzo. Quasi impossibile che vinca il candidato del partito del presidente in carica mentre l'America è in pieno panico finanziario e sull'orlo della recessione. Obama può permettersi di restare immobile e appiattirsi sul piano di salvataggio approvato stasera dal Congresso, ma McCain deve prendere iniziative forti, indipendenti più che bipartisan. Forse s'illude che il piano possa portare ristoro al sistema finanziario a tal punto da far passare in secondo piano la crisi almeno in queste ultime settimane di campagna. Il rischio è che invece, dopo qualche giorno di calma, altri fallimenti siano inevitabili, accompagnati dalla recessione.
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