Mettiamo subito in chiaro una cosa: non esistono governi "tecnici", che fanno l'interesse generale nei momenti di crisi, nell'illusione che si possa governare asetticamente, come se ci fosse da risolvere un'equazione matematica. I governi cosiddetti "tecnici" decidono sempre cose sommamente politiche. Di "tecnico" c'è solo che tecnicamente nessuno se ne assume la responsabilità politica, nessuno ci mette la faccia per farsi giudicare dagli elettori. I governi "tecnici" sono governi politici sotto mentite spoglie, agiscono come società fiduciarie, per conto terzi. Terzi di cui l'opinione pubblica non afferra l'identità. Si configura con i governi "tecnici", insomma, il conflitto di interessi all'ennesima potenza, il delitto perfetto. E se si lasciano tracce, si fa in modo che A e B non siano collegabili e che il tutto venga nascosto sotto montagne di teorie cospiratorie indimostrabili.
Ecco perché nel bene o nel male, chi ha fiducia nella democrazia si assume i rischi di un governo incapace, ma legittimato democraticamente e quindi politicamente responsabile, e diffida delle scorciatoie tecnocratiche, che hanno la stessa probabilità di una dittatura illuminata di produrre esiti liberali.
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