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Monday, July 11, 2011

Sull'agenda di Alfano

Primarie sì, non ci sarebbe nemmeno da discuterne, sono ormai imprescindibili, ma a mio avviso l'impegno del nuovo segretario del Pdl Alfano nei prossimi mesi dovrebbe concentrarsi prioritariamente su altro. Mi rendo conto che trattasi di impresa disperata, ma dovrebbe impegnare tutto il partito e i suoi parlamentari a raddrizzare il governo, ormai con quest'ultima manovra naufragato su una linea illiberale che rischia, primarie o non primarie, di provocare un bagno di sangue alle prossime elezioni (e speriamo non anche per i titoli di Stato), chiunque sia il candidato premier e in qualsiasi modo venga scelto. Secondo, dovrebbe impegnarsi a tessere un confronto con la Lega e il Pd, o almeno una parte di quest'ultimo, sulla riforma della legge elettorale. Con l'obiettivo prima di tutto di prendere l'iniziativa, anticipando pur remote possibilità che sul tema si costituiscano maggioranze diverse in Parlamento. E, se possibile, per arrivare ad una legge in grado di blindare il bipolarismo.

Purtroppo, invece, Alfano rischia di dilapidare il piccolo capitale politico rappresentato dalla novità della sua nomina infognandosi, esattamente come i vertici del Pd in questi anni, nel gioco delle alleanze. Corteggiare l'Udc da una posizione di debolezza è un errore, anche perché la prima cosa che Casini chiederebbe sarebbe il ritorno al proporzionale con preferenze e senza premi di maggioranza. E addio Pdl. Gli elettori di centro vanno "conquistati" nelle urne -lasciando pure a Pierferdy le sue clientele - e non alleandosi con un partito che si proclama "di centro".

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