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Thursday, July 21, 2011

Benvenuti nella Repubblica delle Procure

Su Notapolitica.it

Nonostante non abbia mantenuto le promesse di riformare la giustizia e di tagliare le tasse (non vuol essere questa la sede per soppesare colpe e attenuanti), Berlusconi ha sempre rappresentato un vero e proprio argine - quasi fisico - rispetto sia alle tentazioni di alzarle le tasse, sia allo strapotere e al ricatto della magistratura sulla politica. Nel giro di nemmeno un mese, questi due argini sono stati travolti e ci siamo ritrovati con una manovra finanziaria di un governo di centrodestra che per la prima volta così pesantemente mette le mani nelle tasche degli italiani e con un Parlamento che cede all'imbarbarimento giustizialista come mai nella sua storia aveva ceduto, nemmeno durante i burrascosi anni di Tangentopoli. Due segnali evidenti del rapido tramonto della leadership berlusconiana. Ci sarà tempo e modo per ragionare sulle cause e sulle responsabilità, ma prima o poi sarebbe dovuto accadere. Travolto l'ultimo argine, dimostrato cioè che Berlusconi non basta più a tenere unita la maggioranza contro il giustizialismo, il rischio più prossimo è che si abbatterà sul Pdl un vero e proprio tsunami di richieste d'arresto fino a costringere il governo, dilaniato dalle divisioni Pdl-Lega, a gettare la spugna. Più preoccupante però è che, come in molti paventavamo, sull'orizzonte del dopo Berlusconi non si scorge l'eroe che realizzerà i "sogni" che il Cav. ha mancato di realizzare, né la normalizzazione politica che molti auspicano, ma si stagliano le ombre minacciose delle tasse e del giustizialismo. Fuori dai giochi Berlusconi, quale altro leader politico disporrà del consenso popolare e della forza economica per resistere un solo mese ad un assalto di qualche magistrato politicizzato o solo ansioso di farsi pubblicità?

Non ci siamo ancora, certo, ma ieri le Procure hanno ipotecato la Terza Repubblica, una Repubblica delle Procure, in cui nessun Parlamento potrà permettersi neanche di discutere una riforma della giustizia sgradita alla magistratura associata; in cui qualsiasi governo - non credo solo di centrodestra, ma soprattutto di centrodestra - sarà letteralmente sotto il ricatto delle Procure. La nostra rischia di diventare rapidamente, ancor più di quanto non lo sia stata dal 1992 ad oggi, una democrazia sotto tutela da parte di poteri non espressione della volontà popolare. Persino sui singoli parlamentari peserà il pre-giudizio della magistratura, basterà un avviso di garanzia o una richiesta di arresto preventivo per estrometterli dalla vita politica, quasi come in Iran, dove spetta al Consiglio dei Guardiani l'ultima parola sulle candidature.

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