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Monday, July 11, 2011

Faster, please!

Prendo in prestito un motto di Michael Ledeen per applicarlo alla nostra politica di bilancio. Il 2014 sarà anche il termine-obiettivo fissato dall'Europa, e sul quale ci siamo impegnati, per il pareggio di bilancio. Persino il presidente Napolitano giorni fa certificava, evidentemente rivolto alle opposizioni, che la manovra rispetta in pieno richieste e scadenze di Bruxelles, da cui la concentrazione dei sacrifici maggiori nel biennio 2013-2014 per arrivare all'azzeramento del deficit, appunto, nel 2014. Tuttavia, i mercati fanno inequivocabilmente capire di preferire tempi più rapidi. Forse non ci concederanno tutto il tempo che ci è stato concesso in sede Ue. E, come scrivevo qualche giorno fa, all'indomani della presentazione della manovra, in mancanza di altre grandi riforme "epocali" da poter vantare, un'accelerazione sarebbe nell'interesse più strettamente politico proprio dell'attuale governo.

Il pareggio di bilancio nel 2013 anziché nel 2014, cioè con un anno di anticipo, significherebbe certo fare più di quanto la stessa Europa ci ha chiesto, certamente comporterebbe tagli maggiori nel 2011 e nel 2012, ma forse sorprenderemmo positivamente i mercati, evitando di restare sul filo del rasoio per altri due anni, e sul piano politico la maggioranza uscente potrebbe presentarsi agli italiani con un grande, storico obiettivo centrato prima del voto. Gli italiani hanno capito che è una stangata, gli elettori di centrodestra hanno capito che la promessa di non mettere le mani nelle loro tasche è tradita, e ormai sono delusi. Tanto vale non correre rischi e arrivare al 2013 con un obiettivo concreto - almeno uno - centrato.

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