Il commento sulla svolta autoritaria «Soviet-style» preparata da Putin dopo la tragedia di Beslan, con tutti i poteri accentrati al Cremlino, è del Christian Science Monitor.
E di nuovo l'Europa parla a sproposito. Poche ore dopo Beslan, quando c'era da condannare e basta il terrorismo, chiedeva goffamente «spiegazioni» a Putin dopo anni di silenzi-assenzi sulla sua politica in Cecenia. Oggi, mentre Colin Powell si dice preoccupato e definisce in modo netto le decisioni di Putin «un passo indietro», mentre dal Dipartimento di Stato Usa attendono con ansia di poter discutere le riforme con i funzionari russi, Bruxelles non sa far altro che definirla «una questione interna», ma da tenere d'occhio.
Serio, il segretario di Stato Usa alla Reuters: «In effetti è una marcia indietro dal punto di vista delle riforme democratiche, come era gia successo in passato, e la comunità internazionale ne è consapevole. Siamo d'accordo sulla necessità di combattere il terrorismo... ma nella lotta contro i terroristi penso ci voglia un equilibrio corretto per non allontanarsi dalle riforme democratiche o dal processo democratico».
Stesse parole dal vice Richard Armitage: «Si tratta di un passo indietro sul cammino della trasparenza che speravamo la Russia avesse l'intenzione di continuare a percorrere». Gli Usa, ha precisato il portavoce Richard Boucher, «sono solidali con la Russia nella guerra contro il terrorismo» e sono «pronti a lavorare» con Mosca.
Fonte: Reuters
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