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Thursday, September 23, 2004

L'Egitto rimane al palo: le riforme possono attendere

Si è conclusa oggi al Cairo la convention annuale del Partito Nazional Democratico (NDP), che dal 1981 sostiene il presidente egiziano Hosni Mubarak. Deluse le aspettative di riforme in ambito sociale e politico. Polemiche le opposizioni democratiche. Secondo Mona Makram-Ebeid*, parlamentare dal 1990 al 1995, professore di Scienze Politiche presso l'American University del Cairo, in Egitto esiste un «grande consenso» fra i membri della «leadership e quelli dell'opposizione sulla necessità di avviare riforme». Tuttavia, in questa convention non si è parlato di riforme politiche (come l'abolizione delle leggi d'emergenza e una normativa trasparente sulle licenze ai nuovi partiti), ma solo di un piano di riforme economiche. Il fatto che il popolo non abbia strumenti per esprimere pacificamente la propria volontà, osserva Makram-Ebeid, costituisce un pericolo per il regime e per i cittadini. Insomma, il piano di riforme presentato rimane puramente «cosmetico» e inadatto a produrre «reali cambiamenti verso la democratizzazione».

* Mona Makram-Ebeid è la prima donna che punta a diventare segretario di un partito politico, l'Hizb Al-Ghad ("Partito di domani"), che si batte per trasformare il Paese in una Repubblica parlamentare e in una «democrazia multipartitica», con l'obiettivo di costituire un'opposizione liberale. Il futuro partito, di 2 mila iscritti, raccoglie l'eredità del partito egiziano Wafd, formazione liberale che emerse negli anni Trenta e portò all'indipendenza dell'Egitto. Il Tribunale del Cairo il 25 settembre deciderà sulla legittimità della nascita del nuovo partito.

Fonte: Adnkronos

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