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Saturday, April 19, 2008

Una riforma federalista per la sicurezza

Si mette male per Rutelli, che non può far altro che definire «strumentalizzazioni» le polemiche seguite a una nuova aggressione a Roma, ai danni di una 31enne, pugnalata e stuprata da un romeno a poca distanza dalla stazione della periferia di "La Storta". Come non è mai esistito un "modello Napoli", è bene che si capisca che non è mai esistito un "modello Roma".

La città continua a essere insicura, sia per le orde di nomadi che vivono esclusivamente di furti, sia per il manto stradale letteralmente assassino; traffico e trasporti pubblici rimangono dopo 15 anni di alternanza Rutelli-Veltroni problemi irrisolti; l'illuminazione salta anche in quartieri centrali. E con una bassa percentuale di raccolta differenziata e la chiusura imminente della discarica di Malagrotta, già posticipata di anni in attesa del termovalorizzatore (comunque insufficiente), rischiamo di fare la fine di Napoli.

Oltre alla gestione clientelare e partitocratica di municipalizzate, commesse, consulenze, manifestazioni, permessi di costruzione, ciò che ha favorito il permanere al potere di giunte di centrosinistra nella capitale è la coincidenza che spesso nelle ultime tornate elettorali si è verificata tra voto politico e amministrativo. Il dibattito sulla città è stato troppo spesso "coperto" dalla campagna per le elezioni politiche.

La «reazione pronta» dei carabinieri di cui parla Giuliano Amato - che questa volta ha evitato alla ragazza di fare la fine di Giovanna Reggiani e dell'uomo cui è stata spaccata la testa su una pista ciclabile per rubargli l'ipod - è stata possibile grazie all'allarme lanciato da due passanti, ma il punto è che la città non dovrebbe offrire zone di degrado e di abbandono tali da indurre in tentazione.

E' vero che i sindaci non hanno poteri di polizia, ma se le stazioni sono totalmente incustodite, non vi è alcuna forma di vigilanza, né personale ferroviario, né videocamere, l'illuminazione è quasi assente, e se il Municipio segnala le situazioni di pericolo ma il Comune non provvede, allora la responsabilità non può essere che del sindaco. E' un problema che riguarda anche Milano, dove il sindaco, Letizia Moratti, è del PdL.

Non direi, invece, che mancano le leggi. Leggi e direttive europee per espellere anche tutti i rom ci sono già. E' solo una questione di volontà: fuori i barbari dall'Italia.

Sorprende che in tutti questi anni la Lega non abbia condotto una vera battaglia federalista, quella per l'abolizione dei prefetti e il trasferimento ai sindaci (almeno delle città medio-grandi) della responsabilità delle forze di sicurezza. I prefetti non sono espressione della volontà popolare e dunque non rispondono politicamente della gestione delle forze dell'ordine. Al contrario, se ne fossero responsabili i sindaci, questi ne risponderebbero davanti ai cittadini che votando potrebbero sanzionare o premiare la loro gestione della sicurezza.

5 comments:

Anonymous said...

nihil admirari.


ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

jim...barra 'sto stronzone...

io ero tzunami...

svlrwj

Anonymous said...

Ma Capezzone, portavoce di Berlusconi, come farà a spiegarci le nazionalizzazioni tremontiane di un governo libbbbberale?

Anonymous said...

Che potrebbe dire, oggi, un liberale pragmatico, non ideologico (perciò laico)?

Potrebbe dire, con Ricolfi:
PIU' STATO DOVE SERVE E MENO STATO DOVE NON SERVE

Anonymous said...

STRAORDINARIA piroetta di Mieli nell'editoriale di questa Domenica: "... I limiti per Veltroni sono stati tre: quello di non avere una solida base culturale di riferimento (alla sinistra manca un Tremonti, cioè un politico di primo piano che produca analisi innovative in sintonia con quel che si dibatte nel resto del pianeta); ..."

Ma come!!! Hanno Fuksas e tutta l'intellighenzia conformista con loro da quasi 40 anni!!!!

ROTFL ROTFL ROTFL