Continuano a giungere da Pechino segnali in evidente contraddizione con gli impegni presi con il Cio come condizione per l'asssegnazione dei Giochi olimpici. Hu Jia, 34 anni, il più celebre attivista umanitario della nuova generazione, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere per «incitazione alla sovversione dello Stato». Noto per il suo impegno in favore dei malati di Aids e della causa tibetana, per la tutela dell'ambiente e il rispetto della libertà religiose. Una conferma delle denunce di Amnesty International, secondo cui con l'approssimarsi dei Giochi si registra addirittura un arretramento degli spazi di libertà in Cina. «Costernati» gli Usa, per la condanna di Hu Jia, mentre l'Ue chiede la sua liberazione.
In serata è intervenuta anche Condoleezza Rice per bollare la condanna come «profondamente inquietante». Si tratta «esattamente di quel tipo di decisione che noi abbiamo cercato di convincere più volte la Cina a non prendere. Perchè sono azioni non soltanto contro l'interesse dei diritti umani e del rispetto della legalità, ma anche contro lo stesso interesse della Cina», ha spiegato. Confermata comunque la presenza di Bush alle Olimpiadi: «Non è importante solo per il paese che lo organizza ma anche per tutti i suoi cittadini».
Anche la Norvegia, intanto, ipotizza di boicottare la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi, che verrebbe disertata dai vertici politici. Certa l'assenza dell'imperatore giapponese Akihito. La decisione è stata presa dal governo, a cui spetta gestire l'agenda ufficiale dell'imperatore, proprio in risposta alla repressione avvenuta in Tibet. Ulteriore motivo di attrito nei rapporti mai distesi tra Giapppone e Cina. Un'umiliazione particolare per Pechino prendere lezioni sui diritti umani proprio dal Giappone, da cui subì l'invasione della Manciuria e il massacro di Nanchino.
Ma l'appuntamento olimpico rischia sempre più di trasformarsi in un boomerang per Pechino. Uno stillicidio di proteste e rivolte potrebbe anche far fallire la gigantesca operazione di propaganda volta a mostrare al mondo l'immagine di una società "armoniosa" proiettata verso il progresso, diffondendo invece esattamente l'immagine opposta. Altro che armonia, dopo i tibetani, infatti, anche gli uiguri, il popolo turcomanno di religione islamica che abita nella vasta regione dello Xinjiang, si sono sollevati chiedendo la scarcerazione dei prigionieri politici e la libertà religiosa.
Sugli scontri del 23 e 24 marzo le autorità cinesi hanno saputo mantenere il segreto fino a ieri, per cercare di attenuare la sensazione del propagarsi in tutto il paese dei focolai di rivolta delle minoranze oppresse. Un territorio geostrategico quello dello Xinjiang: per il petrolio, gli oleodotti e i gasdotti da cui è attraversato, e per la difesa militare.
Ma il caso degli uiguri è molto di verso da quello dei tibetani. Intanto sono molti di più: 16 milioni. Non hanno un leader unico che professa la nonviolenza ma diversi leader e gruppi, alcuni democratici, altri legati al fondamentalismo islamico. La Cina è avvertita: non sarà facile incassare con le Olimpiadi il pieno successo d'immagine che si aspetta.
1 comment:
per commentare userò un'iperbole...la userò per affermare - senza timore di essere smentito - che se i fondamentalisti islamici e loro epigoni comunisti si annientassero a vicenda...la terra sarebbe un pianeta migliore sul quale vivere.
nel merito, lo avevo già annunciato in un precedente post che qualora si fossero incazzati i musulmani cinesi...ne avremmo viste delle belle.
speriamo!
tornando all'iperbole precedente...pensandoci bene sarebbe molto utile per tutti gli uomini di buona volontà se in territorio cinese, un institore appositamente mandato ad operare lì...aprisse una filiale di al-qaeda...
una lotta tra titani del terrore per la quale...alla fine ne rimarrebbe "uno solo".
anzi, speriamo nessuno!!!
islamismo et comunismo, due regni del terrore che si eliminerebbero vicendevolmente...
pensate che bello!!!...già...ma questa è solo una iperbole maligna, lo sterile commento di un mentecatto!
bah...
ciao.
io ero tzunami...
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