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Wednesday, January 28, 2009

Scuse che non chiudono il caso

Su Il Foglio di oggi:

Al direttore - Il Pontificato di Ratzinger è stato costellato di incidenti con il mondo ebraico e si è posto in totale continuità con la tradizionale posizione di ostilità della Chiesa nei confronti dello stato di Israele. E' sempre più difficile credere a «potenti gaffe curiali», all'«incompetenza di chi consiglia il Papa», a meno che non si ritenga il Papa non in grado di governare la sua Curia. Non si tratta di una scelta dottrinaria (il perdono dei lefebvriani), né delle opinioni personali di un fedele confuso, ma dell'ideologia negazionista di un vescovo. Non c'entra il suo essere lefebvriano. Sarebbe ugualmente grave se non lo fosse. Paragonando Gaza a un «campo di concentramento», il cardinale Martino ha allo stesso tempo banalizzato l'Olocausto, declassando la politica di sterminio nazista quasi al livello dell'effetto collaterale di un conflitto, e negato a Israele il diritto di difendersi. Come ha spiegato Battista, il negazionismo «non è un'opinione personale», una «disputa storiografica», ma l'ingrediente di un'ideologia ancora viva e minacciosa, in Medio Oriente ma anche, cosa ancor più grave, di nuovo in Europa. Se oggi, con la tolleranza del Papa, un vescovo cattolico e il presidente iraniano Ahmadinejad possono essere accomunati per il loro negazionismo, forse è ora di chiedersi se la Chiesa voglia assumere «una sua posizione politica di validità generale, se non universale... sui conflitti di civiltà a sfondo religioso che dilaniano il mondo». La difesa della civiltà occidentale (e dei suoi frutti, liberalismo compreso), che si fonda sulle radici giudaico-cristiane, implica un'alleanza solida con la parte giudaica di quelle radici. Per questo «con Israele e con gli ebrei la questione non si può risolvere sul filo delle acrobazie», come Lei stesso scriveva non molto tempo fa.

Ieri è venuto fuori che quel vescovo è un disgraziato di cui la stessa fraternità san Pio X si vergogna, chiedendo scusa al Papa. Mi fa piacere, anche per chi aveva tratto conclusioni affrettate.
Giuliano Ferrara

Ringrazio il direttore per la risposta, ma il «povero disgraziato» rimane pur sempre un vescovo e le scuse dei lefebvriani (al Papa, non agli ebrei), com'era prevedibile, non chiudono il caso. Anche perché i lefebvriani si limitano a riconoscere «l'inopportunità» delle tesi di Williamson e il Papa, che non perde occasione per pronunciarsi su tutto lo scibile, non ha comunque avvertito l'esigenza di pronunciarsi di persona, pur essendo il «povero disgraziato» - fino a prova contraria, visto la revoca della scomunica - comunque un suo vescovo.

UPDATE 11:00
A dimostrazione del fatto che il caso non è chiuso, il rabbinato d'Israele ha rotto indefinitamente i rapporti ufficiali con il Vaticano in seguito alla revoca della scomunica del vescovo negazionista, riferisce il Jerusalem Post. Cancellato un incontro in programma a Roma il 2-4 marzo con la Commissione della Santa Sede per i rapporti con gli ebrei. In una lettera indirizzata al presidente della Commissione, il cardinale Walter Casper, il direttore generale del rabbinato Oded Weiner scrive che «senza scuse pubbliche e una ritrattazione, sarà difficile continuare il dialogo».

Il rabbino David Rosen, direttore dell'American Jewish Committee's Department for Interreligious Affairs, spiega che il rabbinato si aspetta che intervenga personalmente il Papa, e che assuma iniziative «concrete» contro il vescovo Williamson.
«I don't think it is my place to tell the Church precisely what to do. But Williamson should be censured in some way or forced to retract his statements. Until that happens, we may be in contact with the Vatican on an individual level, but there will be no official meetings».
Il problema è proprio questo: sarà certamente un «povero disgraziato», ma Williamson è un vescovo a pieno titolo, grazie alla decisione di Ratzinger di revocare la scomunica nei suoi confronti. Al Papa non rimane che revocare la revoca.

2 comments:

Anonymous said...

Ci sarà un altro UPDATE.
Questo papa non è schierato contro Israele e l'ebraismo.

Deo gratias.

Giuliano

Domiziano Galia said...

Facciano direttamente Williamson Papa così chiudiamo la questione. E il Vaticano.