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Monday, February 04, 2008

Verso il Super-Tuesday

Si avvicina il Super-Tuesday. Nel campo democratico Obama lancia la sua sfida a Hillary e sembra scaldare di più i cuori dei Democratici, con la sua retorica suggestiva che fa leva sulla speranza di un "change", anche se la sua linea su diversi temi è ancora incerta. Si va dall'appoggio convinto del gruppo radical-pacifista MoveOn.org alle analisi di un intellettuale di sinistra come David Rieff, per il quale la politica estera di Obama non sarebbe poi così diversa da quella di Bush e Cheney.

Nel campo repubblicano John McCain non può più nascondersi ormai. Dovrà essere in grado di far compiere alla sua candidatura un salto di qualità, e di credibilità: da perdente in partenza a favorito. Da ribelle dovrà diventare «il leader di un'ampia coalizione di centrodestra», cui dovrà saper offrire una «visione unitaria» del Paese. «Dalla prossima settimana potrebbe ritovarsi ad essere il leader de facto del Partito repubblicano», osserva David Brooks sul New York Times, avanzando a McCain i suoi suggerimenti.

Innanzitutto, dovranno cambiare i «toni» della campagna. Oggi la campagna di Obama somiglia alla campagna di McCain del 2000 molto più della campagna odierna dello stesso McCain. Sembra in grado di trasmettere speranza nella politica. McCain, invece, rischia di rimanere «confinato» nella gravità del sacrificio nella guerra in Iraq. Per poter essere competitivo, McCain dovrà «riconnettersi allo spirito del momento, che non è di rabbia», ma rivela «sete di speranza».

Secondo, dovrà «chiarire la sua visione per il futuro». Parla della lotta contro l'estremismo islamico come della «sfida del nostro tempo», ma sul fronte interno? Sui temi dell'istruzione, della sanità, del reddito, della religione, dello stile di vita? Su questi argomenti il Paese è profondamente diviso.

In passato McCain ha posto l'accento sulla riforma delle istituzioni federali, sulla promozione della competitività e della mobilità sociale, «un misto tra Theodore Roosevelt e Ronald Reagan». Ma la sua «filosofia di governo» quest'anno si è «riparata nel passato». Ora McCain dovrà renderla esplicita, declinarla nel presente, per convincere la nazione.

Infine, McCain dovrà «rinforzare» le sue proposte concrete. Ha qualche «idea eccellente, come il piano per controllare i costi della sanità, che però non ha ancora spiegato bene». E «non si è ancora sufficientemente concentrato su un elettorato chiave nel determinare il successo o il fallimento dei Repubblicani: i lavoratori delle periferie, famiglie dal reddito tra i 40 e 60 mila dollari l'anno». La definizione di "ceto medio" si è fatta più incerta e le difficoltà sono aumentate. «Chi non sapesse parlare dei problemi del "ceto medio" si condannerebbe alla sconfitta».

Se McCain vincerà il Super-Tuesday, da allora in poi «verrà giudicato con standard differenti». «I Repubblicani si stanno chiedendo come competerà contro Hillary o contro Obama. Per unire il partito, McCain dovrà rassicurare i diversi settori della coalizione». E dovrà dimostrarsi capace di battere i candidati democratici. «Ottenere la nomination è una cosa; arrivare alla Casa Bianca e unire una nazione è un'altra», conclude Brooks.

1 comment:

Anonymous said...

Bella la campagna per le primarie americane...
Invece qua... NO, WE CAN'T