Ben cinque i motivi per cui Hillary dovrebbe essere preoccupata, secondo quelli di Politico.com.
Perché «ha perso il derby dei delegati». Obama sostiene di averne vinti più lui martedì notte e di essere in vantaggio di 14 delegati, mentre l'ex first lady afferma che tutto si gioca su 5-6 delegati. La realtà è che il Super-Tuesday si è concluso con un «pareggio»; tra Obama e la Clinton è testa a testa anche nel voto popolare: hanno entrambi ottenuto circa 7,3 milioni di consensi. Un risultato di sostanziale parità «impensabile solo fino a poche settimane fa», quando la senatrice dominava tutti i sondaggi con numeri a due cifre. Ma gli esiti di primarie e sondaggi oggi rivelano, secondo Politico.com, che «più la gente lo conosce più Obama piace»; Obama ha conquistato più stati (14) della Clinton (8), dimostrandosi capace di vincere praticamente in ogni zona del paese. La vittoria più «impressionante» è quella nel conservatore Missouri, dove ha avuto il voto «di donne e uomini, laici e fedeli, nelle città e nelle campagne»; Hillary «ha perso la guerra dei fondi di gennaio», raccogliendo poco meno di 14 milioni di dollari, contro i 32 raccolti da Obama. Questo significa che «gli attivisti democratici e i donatori stanno preferendo Obama a un ritmo che produrrà certamente profondi effetti sul proseguio della campagna elettorale». Infine - e ci pare l'aspetto più preoccupante dei cinque per la Clinton, il calendario sfavorevole: Obama ha vinto sette caucus su otto e nei prossimi giorni ci saranno altri tre caucus (Maine, Washington State e Nebraska). Obama ha stravinto negli stati a forte presenza afroamericana e nei prossimi giorni ci saranno le primarie in Maryland, Virginia e District of Columbia, dove c'è un'alta percentuale di elettori neri. Poi ci sarà il caucus alle Hawaii, dove il senatore è nato. Dunque, Hillary dovrà aspettare un mese prima di concorrere in stati come l'Ohio e la Pennsylvania, dove «viene ancora data per favorita». Ma per quanto?
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