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Monday, February 04, 2008

Sottosviluppo informativo

Secondo una ricerca del Pew Research Center, un americano su quattro si informa regolarmente dal web sulle elezioni presidenziali. Soprattutto i social network e i blog pare che abbiano raddoppiato la loro influenza rispetto al 2004. Nella fascia sotto i 30 anni Internet batte ormai i grandi network. Il 42% dei giovani intervistati, tra i 18 ed i 29 anni, dice di informarsi sui candidati regolarmente su Internet. Nel 2004 erano circa il 20%.

In tv sono passati circa 160 mila spot elettorali, per un valore di 141 milioni di dollari, ma la tv non è più il solo mezzo che deciderà la corsa alla Casa Bianca. Un sondaggio condotto da SS&K e Advertising Age su duemila votanti del New Hampshire ha messo in evidenza che il 40% degli adulti ha visitato il sito dei candidati alla presidenza per verificare di persona, in un rapporto quasi faccia a faccia, le loro idee. Esiste anche un sito dove si possono fare i conti in tasca ai candidati dividendo stato per stato, nome per nome, la cifra di 146 milioni di dollari finora complessivamente raccolti per le campagne elettorali.

Sopra i 30 anni sono il 60% ad attingere ancora informazioni e sensazioni dai dibattiti tv tra i candidati, mentre al di sotto dei 30 anni le percentuali si capovolgono. E secondo un altro sondaggio, di Ad Age, oltre il 52% degli intervistati frequenta social network e blog per informarsi sui programmi e sulle promesse dei politici.

In Italia la cosiddetta "dieta mediatica" è ancora maledettamente povera. Persino tra i giovani sono pochi quelli che usano Internet per informarsi. I mainstream media non avvertono il fiato sul collo e tutt'al più derubricano a curiosità i piccoli casi che nascono dalla rete. Tutti noi che ormai da anni mastichiamo la politica sul web e ci informiamo su siti e blog dobbiamo tenere presenti questi dati ed essere consapevoli che gli italiani si formano le loro opinioni politiche per lo più guardando la televisione generalista, Rai e Mediaset, nel segno quindi dell'appiattimento, dell'omologazione e del conformismo.

Anche questo ritardo rende la nostra democrazia più debole e i cittadini più indifesi dinanzi a un mondo dei media tradizionali profondamente pervaso, se non occupato, dai partiti e dai cosiddetti "poteri forti".

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