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Monday, April 06, 2009

Terremoti ancora imprevedibili, ma la scienza "ufficiale" non è senza macchia

La domanda che si fa particolarmente angosciante in queste ore è se il terremoto che ha devastato l'Abruzzo ieri notte era prevedibile. L'opinione diffusa è che i terremoti non siano prevedibili in modo tale da allertare le popolazioni interessate. Ma questa convinzione è messa in forte dubbio in queste stesse ore da un ricercatore, Giampaolo Giuliani, che in seguito allo sciame sismico che stava interessando l'Abruzzo da più di un mese aveva lanciato l'allarme sulla possibilità che si verificasse un terremoto "disastroso".

Non gli hanno creduto e lo hanno persino denunciato per procurato allarme. Cerchiamo di guardare ai fatti. La previsione di Giuliani non si è dimostrata di un'accuratezza tale da poter salvare delle vite, perché annunciava un terremoto "disastroso" domenica 29 marzo con epicentro a Sulmona. Se fossero stati evacuati i cittadini di Sulmona e delle zone limitrofe, trascorsa una settimana sarebbero rientrati nelle loro case giusto in tempo per venire colpiti dal terremoto che si è effettivamente verificato. E' un fatto anche che allo stato attuale nessuna ricerca sui cosiddetti "precursori sismici", in nessuna parte del mondo (neanche in Giappone o in California, dove di terremoti se ne intendono) ha fornito un'attendibilità tale da giustificare l'evacuazione delle popolazioni.

Anche perché se parliamo di misure così estreme come un'evacuazione, oltre ai costi esiste una seria questione di credibilità dell'allarme stesso. Se infatti l'evento non si verifica, l'allarme rischia di perdere credibilità presso la stessa popolazione. I falsi allarme rischiano di rendere sempre meno credibili gli allarmi successivi. Mi pare quindi che Bertolaso abbia agito per il meglio, secondo le informazioni in suo possesso. Ha denunciato gli allarmismi di Giuliani, ma nel contempo ha riunito la Commissione Grandi rischi con i più autorevoli sismologi italiani, mettendo in preallarme le strutture della Protezione civile, che a quanto sembra hanno prestato un soccorso tempestivo e di proporzioni adeguate alle dimensioni della tragedia.

D'altra parte però bisogna riconoscere che effettivamente lo sciame sismico che stava interessando l'Abruzzo era anomalo, perché se è vero che di solito questi sciami passano senza eventi rilevanti, questa volta molte scosse erano state avvertite dalla popolazione, e una di queste il 31 marzo aveva raggiunto una più che allarmante magnitudo 4. Uno sciame anomalo che forse avrebbe dovuto destare maggiori preoccupazioni nei nostri sismologi "ufficiali", visto anche che l'Abruzzo risulta dalle loro mappe tra le regioni a più elevato grado di pericolosità sismica. E' vero poi che Franco Barberi, vicepresidente della Commissione Grandi rischi, è lo stesso Barberi che da capo della Protezione civile la mattina dopo la prima scossa del terremoto di Assisi nel 1997 disse che sarebbero seguite solo scosse di assestamento minori rispetto all'evento della notte, mentre alle 11.42 una seconda e più devastante scossa colpì la zona, facendo crollare la volta della Basilica.

Se i terremoti non sono prevedibili, come ci dicono dall'Ingv, perché così spesso dopo un terremoto di una certa intensità ci assicurano che seguiranno solo scosse minori? Come fanno a saperlo? Non lo sanno affatto: una cosa che i terremoti dell'Umbria del 1997 e di ieri ci hanno dimostrato è che un forte terremoto non sempre e comunque è seguito solo da scosse di assestamento, ma a volte anche da scosse di potenza maggiore.

E' vero inoltre che dal punto di vista scientifico è discutibile non aspettare che le proprie teorie ricevano una verifica da parte della comunità scientifica prima di basare su di esse allarmi rivolti ai sindaci e alla stampa, alla quale ci si rivolge di regola solo dopo una pubblicazione. E' anche vero però che spesso le scoperte più importanti sono merito di personaggi al di fuori, o addirittura estromessi dalla scienza "ufficiale", e che la nostra comunità scientifica è particolarmente chiusa, asfittica e oligarchica, ed è difficile che le risorse seguano il merito. E' vero che la sensazionale "scoperta" di Giuliani non è stata pubblicata su nessuna rivista scientifica, ma è anche vero che non è facile pubblicare se non si ricevono i fondi adeguati e se non si fa parte delle conventicole giuste.

Insomma, non sarebbe stato prudente dare credito all'allarme di Giuliani, che tra l'altro non avrebbe salvato alcuna vita. Tuttavia, sarà solo un «perito elettronico», può essere stato solo un caso, ma siccome innegabilmente è andato molto, molto vicino alla previsione che avrebbe fatto la differenza, piuttosto che dargli dell'«imbecille», rinnegarlo come dipendente, come ha fatto l'Infn, o screditarlo (è solo un «tecnico, non un ricercatore», che lavora sui terremoti «a scopo personale») come ha fatto l'Inaf, Bertolaso, Boschi e i nostri istituti nazionali dovrebbero spiegare pacatamente all'opinione pubblica che non siamo ancora in grado di giustificare un'evacuazione su basi scientifiche, ma che allo stesso tempo alle ricerche di Giuliani verrà dato tutto lo spazio, l'attenzione e le risorse che meritano, e che verrà coinvolto in quelle che sono in corso.

2 comments:

PensieroLiberale said...

Ciao.
Io e PensieroNeoconservatore siamo stati incaricati dal Signor Guido Guastalla di Livorno di curare il blog della Società Aperta.
Cogliamo l'occasione per salutarti e per comunicarti che ti abbiamo inserito tra i blog preferiti dall'associazione.

adriano said...

Si ma trovo di una gravità inaudita denunciare Giuliani per procurato allarme, siamo risibili agli occhi del mondo intero, la reuters stessa ha dato notizia, sgomenta, di questa iniziativa a dir poco neo-oscurantista.
Cerchiamo di valutare se davvero quello che dice Giuliani, con i dovuti accorgimenti e aggiustamenti, può essere giusto e realizzabile. Non è più tollerabile questo cazzo di clima da caccia alle streghe che questo paese di scienziatini provincialotti delle accademie baronali ingenera.