Pagine

Thursday, April 02, 2009

Legge 40, imparate la lezione

Avete sostenuto, difeso, fatto campagna per una legge incostituzionale. La Chiesa cattolica, è bene sottolinearlo, ha sostenuto e difeso una legge incostituzionale. Contro i valori su cui è fondata la nostra democrazia, in particolare quelli sanciti dagli articoli 2, 3 e 32 della Carta costituzionale. E si badi bene, al di là del diritto alla salute (art. 32), non si tratta di articoli retorici o tecnici, ma davvero dei principi fondamentali del liberalismo: i «diritti inviolabili dell'uomo» (art. 2); la dignità, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini (art. 3). Se fossi in voi - in tutti quanti hanno sostenuto, difeso, fatto campagna per quella legge, al fianco della Cei - proverei un po' di vergogna quanto meno a definirmi liberale.

La "vittoria" di Pirro del referendum - ottenuta sfruttando oltre il 50% di astensione fisiologica - non è bastata a rendere la Legge 40 migliore di quella che era. Ora la Corte costituzionale dichiara illegittimo il comma 2 dell'art. 14, il limite dei tre embrioni, il cuore stesso della legge, e il comma 3 del medesimo articolo, «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto in tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna», di fatto aprendo alla crioconservazione degli embrioni in vista di eventuali impianti successivi.

E' bene anche ricordare che bocciatura «parziale» non si significa che il resto della legge è costituzionale. La Corte non ha dichiarato costituzionali le altre parti della legge rimaste in piedi, semplicemente perché non ha esaminato la legge nel suo complesso, ma solo due norme. Ed entrambe sono cadute. La bocciatura quindi è totale, perché la Corte ha dichiarato incostituzionali tutte le norme su cui ha ritenuto di potersi esprimere.

La Corte infatti può esprimersi solo su questioni di legittimità strettamente riguardanti i giudizi da cui hanno avuto origine i ricorsi. Nel dichiarare inammissibili le questioni di legittimità sugli articoli 6, comma 3, e 14, commi 1 e 4 (la crioconservazione degli embrioni e la riduzione embrionaria), la Corte non li ha affatto dichiarati costituzionali, ma ha semplicemente rifiutato di esprimersi per «difetto di rilevanza nei giudizi principali». Poiché, in parole povere, ha ritenuto che quegli articoli non c'entrassero niente con i procedimenti giudiziari da cui erano partiti i ricorsi alla Consulta.

Particolarmente opportuno il commento di Fini: «Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni». Ed è esattamente questo ciò che si sta ripetendo sul testamento biologico.

Chi ha preso questa bella mazzata dalla Corte già sulla procreazione assistita farebbe bene a imparare la lezione e a non commettere lo stesso errore con quella porcheria incostituzionale sul testamento biologico. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. C'è ancora tempo per non esporsi ad una seconda figuraccia. Pensateci bene.

3 comments:

Anonymous said...

ma, le motivazioni del pronunciamento? sul sito della corte costituzionale non si trovano

Anonymous said...

Per le motivazioni bisognerà aspettare, credo 30 giorni.
Concordo su tutto quanto detto, eccetto sull'enfatizzazione eccessiva, a mio avviso, della corte costituzionale. Questa è la corte del momento ma è fatta di persone e cambia continuamente, io non posso dimenticare un sacco di "cose strane" della corte, ad esempio sulla bocciatura preventiva dei quesiti referendari.

Per restare in tema, comunque, condivido questa decisione su una legge orrenda. In quanto alle figuracce io non li faccio così stupidi, chedo che loro privilegino semplicemente un interesse superiore alla loro reputazione.
John Doe

Anonymous said...

Il cuore della legge 40 non era il limite dei tre embrioni, ma il divieto di congelamento degli embrioni, e il divieto della "riduzione embrionaria" (eufemismo per indicare la distruzione di embrioni sovrannumerari) e la revoca del consenso (uno dei punti oscuri della legge 40). In altre parole, l'attacco al cuore della legge non è riuscito, ovvero: il tentativo di "depersonalizzare" l'embrione, di renderlo privo della tutela fondamentale, è fallito; con gli embrioni non si può "giocare" come se fossero "cose". Non mi pare si possa cantar vittoria, anzi...

Saluti

La Corte