Il candidato a sindaco di Firenze e Debora Serracchiani hanno indubbiamente portato un po' d'aria fresca nelle file del Pd. Innanzitutto, sono due volti presentabili. Sono gradevoli, sorridenti, "normali". Non sto parlando di bellezza e di aspetto fisico come se ne è parlato riguardo la presunta candidatura delle "veline". Dicendo "presentabili" intendo dire che si vede che non sono ingrigiti e ammuffiti da anni passati in sezione per poi finire a credere alla loro stessa propaganda. Non hanno le facce smunte, rassegnate, astiose e livorose di Fassino, Franceschini e D'Alema, di Livia Turco o di Rosi Bindi. Né l'espressione inebetita e la retorica inconcludente del politico di professione. Né sembrano giovani-già-vecchi come E. Letta. Parlano in modo semplice e diretto, senza troppi giri di parole.
Tutto questo li rende quanto meno presentabili e spero che frequentando i loro leader non si rovinino, che non finiscano per assomigliargli. Il rischio, che vedo soprattutto per la Serracchiani, è infatti che i vecchi leader utilizzino il loro volto giovane per dare una rinfrescata all'immagine del partito, senza aprirlo ad una reale competizione per la sua guida. Partecipando alle primarie per la candidatura a sindaco nella sua città, Renzi mi pare abbia già dimostrato di avere il coraggio di scontrarsi con l'establishment e i vertici del suo partito, mentre la Serracchiani la vedo in via di assorbimento, dopo lo sfogo "morettiano" che l'ha resa nota.
Tuttavia, adesso per loro viene il difficile. Entrambi hanno avuto il merito di dire chiaro e tondo che c'è bisogno di rinnovamento, di volti nuovi, nella leadership del Pd; che il Pd deve liberarsi dell'antiberlusconismo e dell'ossessione per Berlusconi ed essere capace di proporre un progetto e idee proprie. Bene, ma questo è solo il primo passo, l'indispensabile premessa. Adesso devono anche dimostrarci di non essere solo volti nuovi, ma di portare anche contenuti nuovi. Perché oltre al problema di come si presenta, il Pd ha anche il problema di quello che dice e della cultura politica che esprime. E finora da Renzi e Serracchiani non ho sentito nulla di diverso (di "blairiano", per esempio) rispetto a temi quali l'economia, il mercato, le tasse, il lavoro, la spesa pubblica e le pensioni, l'istruzione, l'immigrazione, la sicurezza e l'energia.
4 comments:
Per me questi nuovi sono peggio degli originali. Ho sentito la Serracchiani. In definitiva rimproverano il loro partito di non aver fatto la faccia feroce a sufficienza. Il fatto è che i militanti del PD assomigliano molto a quelli di Rifondazione, mostrano una voglia matta di menare le mani, si sentono superiori moralmente (andate a vedere come la pensano sul caso Mills, il caso Noemi, il lodo Alfano, la riforma Gelmini) e se a destra non saranno in grado di dare dignità a un nucleo di valori sentiti come buoni e giusti, questi non avranno pace finché il paese non esploderà sotto il peso delle sue contraddizioni.
La linea del PD la danno il gruppo Espresso-Repubblica e le Procure. Non è riuscito a darla Veltroni, che pure voleva provarci ed aveva carisma su una buona fascia di elettori, figuriamoci se ci riescono Renzi e Serracchiani. Vanno bene per un quadro di Magritte.
giovani replicanti presuntuosi.
io ero tzunami
Non ho capito. "Blairiano" nel 2009? Perché non "giolittiano", allora?
Sul "fare la faccia feroce": Berlusconi cosa fa, ogni giorno? Invita gli elettori a votare per quegli illuminati del PD? O piuttosto li descrive come incapaci, livorosi, biliosi, falliti etc. etc.
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