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Thursday, November 15, 2007

Quando l'ascensore sociale funziona

Non sono le disuguaglianze che bisogna temere, ma la mancanza di opportunità

Negli Stati Uniti «l'ascensore sociale funziona soprattutto verso l'alto». E' la tesi di un documentato articolo del Wall Street Journal, tradotto da Milano Finanza e oggi pubblicato da Il Foglio.

Gli Usa spesso «vengono dipinti come una nazione dove crescono le disuguaglianze sociali e diminuiscono le opportunità». Un pregiudizio, o una «balla», smentito da un recente studio del Ministero del Tesoro Usa, «un'attenta e dettagliata ricerca condotta da economisti di fama internazionale», che conferma oltre ogni ragionevole dubbio come la società statunitense sia «dinamica».
«Il 58% circa di coloro che nel '96 appartenevano alla fascia dei contribuenti meno abbienti, nei dieci anni successivi si è spostato nella categoria a reddito più alto. Quasi il 25% si è spostato nella fascia a reddito medio o medio-alto, mentre il 5,3% è andato a collocarsi addirittura nel quintile più alto».
Anche i dati che si riferiscono agli altri «quintili» dimostrano «un quadro di straordinaria mobilità ascensionale», «l'ennesimo segnale che indica come le opportunità e il merito restano saldamente alla base del successo americano».
«In dieci anni, più della metà dei contribuenti a basso reddito ha migliorato la propria posizione. Altrettanto positivo è il fatto che, nello stesso periodo, il reddito mediano post inflazione dei contribuenti statunitensi sia cresciuto di un ottimo 24%...

le entrate dei contribuenti che nel '96 si collocavano nel quintile di redditi più bassi siano quasi raddoppiate (90,5%) nel decennio successivo. Coloro che invece rientravano nel quintile di redditi più alti hanno registrato aumenti più modesti (10%). I redditi dei contribuenti che appartenevano al secondo quintile sono saliti del 34,8%, aumenti del 23,3% per la fascia appena superiore. Soltanto gli appartenenti al gruppo di reddito più alto – l'1% nel '96 - hanno assistito a un vero e proprio calo del reddito. Queste famiglie hanno perso il 25,8% delle loro entrate. Inoltre, più della metà (57,4%) è andata a collocarsi in una fascia inferiore a quella precedentemente occupata...

I "ricchi" passano così come passa il tempo e lasciano il posto a nuovi ricchi».
Ed ecco le conclusioni, che soprattutto da noi dovrebbero essere assimilate come una lezione.

«La disuguaglianza è un problema solo quando si traduce in stagnazione sociale che genera una società stratificata da dislivelli economici più o meno permanenti. Questo tipo di società può far nascere inquietudine e risentimento tra classi sociali. Ma l'America non assomiglia neanche lontanamente a questo tipo di società, grazie soprattutto agli incentivi destinati a giovani imprenditori e investitori coraggiosi. La grande ironia è tutta qui: per ridurre le disuguaglianze, alcuni dei nostri politici vorrebbero aumentare le tasse e porre mille altri ostacoli governativi proprio per impedire quel tipo di investimenti a rischio e di duro lavoro che permettono agli americani di salire così rapidamente sulla scala economica. Come dimostrano i dati del Tesoro, non dovremmo temere le disuguaglianze, ma coloro che le agitano come spettro per privare una nazione e il suo popolo del sacrosanto diritto ad avere un'occasione, un'opportunità da sfruttare».

5 comments:

Anonymous said...

Sbaglierò, ma da quando sei diventato fascista la tua scrittura è diventata più attraente. Detto da uno che scrive male.

Anonymous said...

This land is your land, this land is my land, this land was made for you and me.

Anonymous said...

Lo capiranno nel cdx?

Anonymous said...

Un servizio che ho visto ieri su BBC World faceva un quadro ben diverso.

Non so chi abbia scritto questo articolo (non c'è il nome dell'autore) ma ci vuole una bella faccia a definire "favoletta" la disuguaglianza.

Ecco un articolo del Wall Street Journal che parla invece di crescenti diseguaglianze:

http://online.wsj.com/article/SB119215822413557069.html

In quanto allo studio del Tesoro e a come viene interpretato:

http://polecolaw.blogspot.com/2007/11/more-crap-about-incomes.html

Anonymous said...

Rimetto i due link del mio commento precedente in versione compressa.

L'articolo del WSJ:

http://snipurl.com/1ttlo

Il commento allo studio del Tesoro:

http://snipurl.com/1ttlq